Febbraio 13, 2025

Il COVID-19 è come una invasione aliena, e questa è la più grave recessione degli ultimi 150 anni

Il crollo di breve termine della produzione globale attualmente in atto sembra già in grado di competere con quello di qualunque recessione degli ultimi 150 anni. Le domande chiave adesso sono: quanto sarà grave, e quanto durerà.

Di Kenneth Rogoff * (da un articolo di Channel News Asia del 13 Aprile 2020 – traduzione a cura di Patrimoni&Finanza)

(Cambridge) Ogni giorno che passa, la crisi finanziaria globale del 2008 appare sempre più come una semplice passeggiata di fronte alla catastrofe economica di oggi. Il crollo di breve termine della produzione globale attualmente in atto sembra già in grado di competere con quello di qualunque recessione degli ultimi 150 anni.

Anche con tutti gli sforzi compiuti dalle banche centrali e dalle autorità fiscali per attenuare il colpo, i mercati delle economie avanzate ed emergenti sono crollati ad un ritmo mozzafiato, facendo intravedere una profonda crisi economica e finanziaria senza che si possa prevedere con esattezza gli eventi che ne porranno fine. Le domande chiave ora sono queste: quanto sarà grave la recessione, e quanto durerà.

Fino a quando non sapremo quanto rapidamente e accuratamente verrà affrontata la sfida della salute pubblica, è praticamente impossibile per gli economisti prevedere la fine del gioco di questa crisi, almeno finchè perdurerà l’incertezza su come si comporteranno le persone e i politici nelle prossime settimane e mesi.

Dopotutto, il mondo sta vivendo qualcosa di simile a un’invasione aliena. Sappiamo che prevarranno la determinazione e la creatività umana. Ma a quale costo?

Al momento della stesura di questo articolo, i mercati sembrano essere cautamente fiduciosi su una ripresa rapida, forse a partire dal quarto trimestre di quest’anno. Molti commentatori indicano l’esperienza cinese come un incoraggiante precursore di ciò che attende il resto del mondo. Il settore manifatturiero cinese, infatti, ha visto una crescita sorprendente a marzo, dopo essere stato “sbranato” a febbraio, mentre il paese si era bloccato per contrastare il Covid-19.

Ma questa prospettiva è davvero giustificata? L’occupazione in Cina è in qualche modo rimbalzata, ma è tutt’altro che chiaro quando tornerà ai livelli anche solo vicini a quelli pre-Covid-19. E anche se la produzione cinese riprenderà completamente, chi comprerà quei beni quando il resto dell’economia globale starà ancora affondando?

Per quanto riguarda gli Stati Uniti di Trump (che starebbe per silurare l’immulogo Anthony Fauci, ndr), tornare al 70% o all’80% della capacità produttiva sembra un sogno lontano. Ora che gli USA hanno miseramente fallito nel contenere l’epidemia (pur avendo il sistema sanitario più avanzato del mondo), gli americani troveranno estremamente difficile tornare alla normalità economica fino a quando un vaccino diventerà ampiamente disponibile, e ciò potrebbe essere possibile ad un anno o più di distanza. Al momento, vi è persino incertezza su come gli Stati Uniti realizzeranno le elezioni presidenziali del prossimo novembre.

Per ora, i mercati sembrano essere confortati da massicci programmi di stimolo statunitensi, che sono stati assolutamente necessari per proteggere i lavoratori e prevenire un crollo maggiori del mercato. Tuttavia, è già chiaro che sarà necessario fare molto di più, ed una massiccia iniezione di stimolo della domanda, da parte dei governi, assolverebbe molti peccati.

Dal punto di vista storico, il mondo sta vivendo la pandemia più grave dallo scoppio dell’influenza del 1918-19-20. Se questa volta un altro 2% della popolazione mondiale dovesse morire, il bilancio delle vittime arriverebbe a circa 150 milioni di persone. Fortunatamente, il risultato non sarà così estremo, visti i blocchi radicali e le misure di distanziamento sociale che vengono adottate in tutto il mondo; ma fino a quando la crisi sanitaria non sarà risolta, la situazione economica sembrerà estremamente cupa, ed anche dopo una ripresa economica, i danni alle imprese e ai mercati del debito avranno effetti persistenti, soprattutto considerando che il debito globale era già a livelli record prima dell’inizio della crisi.

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A dire il vero, i governi e le banche centrali si sono mossi per sostenere ampie aree del settore finanziario in modo energico, e sembrano avere la potenza di fuoco per fare molto di più, se necessario. Il problema, tuttavia, è che stiamo vivendo non solo uno shock della domanda, ma anche un enorme shock dell’offerta.

Aumentare la domanda può contribuire ad appiattire la curva di contagio aiutando le persone a rimanere bloccate, ma c’è un limite a quanto può aiutare l’economia se, diciamo, il 20-30% della forza lavoro è in isolamento fino a quando non sarà disponibile un vaccino (cioè, per i prossimi uno-due anni).

Dato che la crisi finanziaria del 2008 ha prodotto una profonda paralisi politica e alimentato un gruppo di leader populisti anti-tecnocratici, possiamo aspettarci che la crisi Covid-19 porti a sconvolgimenti ancora più estremi. La risposta della sanità pubblica degli Stati Uniti, per esempio, è stata catastrofica, a causa di una combinazione di incompetenza e abbandono a molti livelli di governance, incluso il più alto. Se le cose continuano così come sono, il bilancio delle vittime nella sola zona di New York City potrebbe superare quello del Nord Italia.

Certo, si possono immaginare scenari più ottimistici. Con test approfonditi, siamo in grado di determinare chi è malato, chi è sano e chi è già immune e quindi in grado di tornare al lavoro. Tale conoscenza sarebbe preziosa. Ma, ancora una volta, a causa di diversi livelli di cattiva gestione e di priorità sbagliate che risalgono a molti anni fa, gli Stati Uniti ed il mondo intero sono tristemente a corto di un’adeguata capacità di effettuare test su vasta scala.

Anche senza un vaccino, l’economia potrebbe tornare alla normalità relativamente presto se si trovassero i trattamenti farmacologici più efficaci. Tuttavia, in assenza di test diffusi e di un chiaro senso di ciò che costituirà “normale” tra un paio d’anni, sarà difficile convincere le imprese a investire e assumere.

Infine, è evidente che le perdite di borsa, finora, siano state inferiori a quelle del 2008, e tutti ricordano come i valori siano risaliti durante la ripresa. Ma se i mercati non vedranno effetti tangibili sul lato della domanda, gli investitori non potranno aspettarsi un rapido rimbalzo.

Tra qualche mese gli scienziati sapranno molto di più sul nostro microscopico invasore alieno. Infatti, con il virus che sta correndo negli Stati Uniti, i ricercatori americani avranno accesso diretto ai dati e ai pazienti, piuttosto che dover fare affidamento solo sui dati cinesi provenienti dalla provincia di Hubei.

Solo dopo che l’invasione sarà stata respinta, sarà possibile stimare il prezzo del cataclisma economico che il virus ha lasciato sulla sua scia.

*Economista e professore di Economia all’università di Harvard

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