Tecnocasa, nel dopo Covid investire nel mattone diversificando il portafoglio. Speciale negozi e uffici
La pandemia ha fatto riscoprire il mattone non solo in generale, ma anche come asset da prendere in considerazione per diversificare il proprio portafoglio, in particolare per chi ha liquidità sul conto corrente e vorrebbe impiegare il capitale.
Gli investitori hanno contribuito, con il loro interesse verso il mattone, al rilancio del settore dopo la crisi degli anni scorsi. Infatti, secondo le analisi dell’Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa, negli ultimi cinque anni, la componente di acquisto per investimento è passata dal 18,5% al 25%, con un consistente balzo in avanti. Oltre che dalla rivalutazione del capitale sono attirati anche dal rendimento medio annuo lordo da locazione che, per un bilocale, si aggira mediamente intorno al 5%. Una notevole spinta, poi, è stata data dall’esplosione degli affitti brevi che hanno portato tanti investitori su questo segmento, soprattutto, nelle città ad alta attrattività turistica.
E sono proprio questi ultimi ad essere in stand by in questo momento, perché stanno cercando di capire come muoversi in particolare in quelle città in cui questo segmento era già saturo. In questo caso si potrebbe optare per la locazione residenziale, infatti nelle nostre analisi le zone centrali, quelle interessate da locazioni da parte di studenti e lavoratori fuori sede così come quelle sottoposte ad interventi di riqualificazione, restano come sempre attrattive. In città come Firenze e Milano le zone centrali hanno raddoppiato il loro valore dal 1998. La pandemia inoltre ha fatto riscoprire il mattone non solo in generale, ma anche come asset da prendere in considerazione per diversificare il proprio portafoglio, in particolare per chi ha liquidità sul conto corrente e vorrebbe impiegare il capitale.
SETTORE COMMERCIALE E TERZIARIO – Prima dell’emergenza sanitaria, nel 2019 il settore commerciale ed il settore terziario hanno registrato un aumento delle compravendite rispettivamente del 6,5% e del 4,8%. Dati positivi quindi che mettono in evidenza un interesse per l’acquisto di queste tipologie che, soprattutto nelle grandi metropoli, stanno attirando gli investitori.
Secondo l’Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa, il segmento dei negozi è da sempre orientato alla locazione che, infatti, interessa l’80,6% delle richieste. Solo il 19,4% della domanda opta per l’acquisto. Il 43,6% è rappresentato da investitori, un dato abbastanza allineato con quello degli scorsi anni alla luce degli interessanti rendimenti da locazione. Segue un 15,1% che desidera aprire attività di ristorazione e somministrazione, dato in aumento rispetto all’ultima rilevazione alla luce della maggiore attrattiva del comparto food. La metratura più gettonata tra gli acquirenti è inferiore a 50 mq.
LOCAZIONI COMMERCIALI – Sul mercato della locazione, quella che raccoglie la maggioranza delle richieste, il 38,0% dei potenziali affittuari desidera metrature comprese tra 51 e 100 mq, seguito dal 33,1% che ceca metrature inferiori a 50 mq. Il 26,8% di chi cerca in affitto lo fa per avviare attività di somministrazione e ristorazione, il 9,3% per cimentarsi nel settore dell’abbigliamento. C’è poi un 5,4% che realizza studi professionali.
Le zone centrali sono quelle maggiormente ambite dai retailer che tendono a posizionarsi soprattutto nelle città ad elevato afflusso turistico. Chi è presente nelle posizioni top cerca di difenderle e, se può, di migliorarle. In questo momento Milano è la città che, in Italia, attira maggiormente i brand più importanti, vista la grande attrattività che la città sta dimostrando nello sperimentare nuove modalità di shopping che uniscono tradizione e innovazione. Dopo Milano anche Firenze, Roma, Torino e Napoli richiamano l’interesse dei retailer, con il capoluogo partenopeo che, negli ultimi tempi, è in grande spolvero. Continua l’ascesa della ristorazione ed Il food si conferma un settore dinamico, soprattutto per quanto riguarda i nuovi concept.
CENTRI STORICI – Altro fenomeno che vale la pena segnalare è il progressivo abbandono dei centri storici da parte delle attività terziarie (presenza di Ztl e difficoltà di parcheggio tra i principali problemi) con conseguente liberazione di location importanti che sono così occupate da retailer a caccia di posizioni di primaria importanza. Nelle grandi città così come nelle città capoluogo e di piccola dimensione i locali commerciali in vie a basso transito continuano a soffrire e spesso chiudono. Al loro posto si insediano attività di servizi che non necessitano di passaggio. Nelle grandi città il cui mercato immobiliare residenziale è in ripresa si segnalano diversi casi in cui il locale commerciale in via non di passaggio è sottoposto a cambio d’uso in residenziale.
OFFERTA IMMOBILIARE – L’analisi dell’offerta rileva che il 57% dei negozi presenti sul mercato sono in locazione e prevalgono le metrature fino a 100 mq. Anche sugli uffici si registra una prevalenza di immobili in locazione, 78,8% contro un 21,2% di richieste di acquisto. Quello degli uffici resta al momento l’unico segmento ad avere delle difficoltà, ad eccezione di Milano dove il comprato è molto vivace perché attira numerosi investitori e registra diversi interventi sul territorio. Negli ultimi mesi sembra esserci una leggera ripresa anche se, al momento, la domanda è inferiore all’offerta e, quando possibile, si procede ad un cambio di destinazione d’uso in residenziale.
La domanda si concentra su immobili in buono stato, posizionati possibilmente non lontano dalla metropolitana e comunque in zone ben collegate con i mezzi. La maggioranza delle richieste, sia in acquisto sia in locazione, sono orientate su tagli inferiori a 150 mq.