Fare Presto: Enasarco verrà governato da un agente o un consulente. Chi ci diffama ha paura della verità
Clima infuocato in vista delle elezioni per il rinnovo dell’assemblea dei delegati di Enasarco, previste per il il prossimo 24 Settembre (con termine il 7 Ottobre). Botta e risposta tra opposte fazioni.
Si surriscalda il clima pre-elettorale in casa Enasarco, con le elezioni al via tra una settimana e circa 220.000 iscritti al voto per eleggere la governance di un ente con oltre 80 anni di storia. Gli aventi diritto al voto, dal 24 settembre al 7 ottobre 2020, sono chiamati a votare seguendo diverse modalità. Potranno farlo via PEC oppure tramite il cedolino con QR Code spedito dall’Ente per posta. Si può votare online dal lunedì al venerdì, dalle ore 9 alle ore 18 e il sabato e la domenica dalle ore 9 alle ore 20.
Negli ultimi giorni, la lista denominata “Fare Presto!” (sostenuta da ANASF, Federagenti, FIARC e Confesercenti) ha diramato due comunicati stampa dai toni eloquenti, che fanno seguito a quelli delle liste che gravitano attorno ad USARCI.
“Dal 24 settembre al 7 ottobre la Fondazione gioca una partita cruciale per il suo futuro e per quello dell’intero sistema pensionistico italiano”, affermano a “Fare Presto!”, “…e dopo anni di gestione molto discussa e spesso fonte di scandali giornalistici, l’Ente ha bisogno ORA di essere governato da chi conosce il nostro mestiere: da chi, per intenderci, come noi versa i propri contributi in Enasarco da una vita”.
Tra i punti del programma di “Fare Presto!” , infatti, c’è quello di assegnare la presidenza dell’Ente ad un agente o consulente iscritto alla Fondazione da almeno 10 anni “perché solo chi conosce realmente i sacrifici di queste professioni può davvero rappresentarci e mettere in campo la ripartenza tanto attesa”.
I rappresentanti di Fare Presto puntano soprattutto, oltre che alla trasparenza, anche alla efficienza nella gestione del “tesoretto” della Fondazione; “ Al centro del nostro programma ci sono le competenze: siamo l’unica, tra le liste candidate, ad avere in organico le persone con le skills adeguate per produrre un aumento delle rendite del patrimonio dell’Ente, per raggiungere una pensione all’altezza delle aspettative”.
Un comunicato proveniente da FIARC (facente parte di “Fare Presto!”) ha rincarato la dose in relazione alle uscite di USARCI. “La coalizione intorno all’Usarci, invece di parlare di programmi, di futuro o di mostrare i risultati che hanno ottenuto governando l’ente da molti anni, preferiscono la bassa polemica, la diffamazione e le false rappresentazioni, perché devono distogliere l’attenzione dal loro fallimento o peggio”.
FIARC rimprovera all’attuale governance di Enasarco di avere “preso in giro gli iscritti”, soprattutto mediante gli annunci sui supporti economici che, a dire di FIARC, sono stati deludenti e, pertanto, devono essere in tutti i modi nascosti. “Gli agenti, i consulenti finanziari e i mediatori del credito come le aziende proponenti non devono sapere, ad esempio, che sul FIRR Fnaarc, Uiltucs, Fisascat Cisl, Ugl e Usarci hanno deliberato solo un anticipo del 10 per cento del depositato. Ciò significa che, nella stragrande maggioranza dei casi, solo qualche centinaio di euro e nei casi più fortunati poco più di mille euro saranno erogati in favore dei richiedenti”.
Inoltre, secondo FIARC–Fare Presto, la delibera approvata dalla maggioranza prevede che “le anticipazioni saranno erogate nella misura del 10% nel più breve tempo possibile comunque entro il 31.12.2020”. “Se tutto andrà bene, insomma, per l’erogazione di una minima parte del FIRR (che sono poi soldi di noi agenti, che vanno però “liberati” dall’Ente) saranno passati almeno sei mesi (se non di più) dall’inizio dell’emergenza Covid-19. Altro che 450 milioni, si tratta di una presa in giro, come gli annunci sugli aiuti stabiliti dalla dichiarazione dello stato di emergenza Covid- 19, che dopo oltre 5 mesi dalla prima delibera (aprile 2020), e a fronte degli oltre 200.000 agenti iscritti, sono stati erogati a pochissimi di loro, e più esattamente: 12 domande per decesso Covid-19 per un totale di 96.000 euro, 173 domande per contagio da Covid- 19, per un totale di 173.000 euro, e 1786 domande per calo provvigioni, per un totale di 1.786.000 euro”.
Infine, secondo FIARC “nel CdA della Fondazione non hanno neanche preso in considerazione la proposta del nostro Presidente Marcianò di avviare una riflessione unitaria affinché si individuassero le giuste correzioni alle scelte adottate dalla maggioranza, che sono risultate insoddisfacenti oltre che tardive.
Perché in un periodo di crisi economica e sanitaria così pesante, invece di pensare alle loro poltrone rinviando le elezioni, era urgente una Fondazione che fosse in grado di essere nella pienezza dei poteri deliberativi, e non in prorogatio”.