Enasarco, sul voto lo spettro dell’astensione. I candidati: capire le ragioni e coinvolgere gli iscritti
Siamo quasi alla fine della tornata elettorale di Enasarco, e la “lista dell’astensione” si conferma quella dominante, con una percentuale che potrebbe raggiungere l’85% degli aventi diritto al voto. Parola d’ordine per chi governerà: capire i motivi del disagio di una categoria.
Mancano ancora 2 giorni al termine della tornata elettorale di Enasarco, e chi sperava in una partecipazione massiccia alle votazioni – peraltro con modalità online – si sta rapidamente ricredendo. Infatti, mentre scriviamo, pare abbiano votato (tra agenti e ditte) poco più di 28.000 iscritti, e quindi si stima che il totale dei votanti, la sera del 7 Ottobre, potrà essere pari a circa 30.000 o poco più, su un numero complessivo di aventi diritto al voto pari a circa 220.000 iscritti alla cassa di previdenza complementare di agenti di commercio e consulenti finanziari.
Nonostante ci sia un leggero aumento rispetto alle elezioni del 2016 (meno di 26.000 votanti allora), non si può certo essere soddisfatti di una astensione di proporzioni davvero enormi. La base elettorale di una istituzione così importante, infatti, dovrebbe essere in grado di esprimere mediamente almeno 50-60.000 voti (e continuerebbero ad essere pochi…) per legittimare la governance nei quattro anni successivi.
Pertanto, a prescindere dal risultato che verrà evidenziato dalle urne, quello del coinvolgimento degli iscritti alla vita dell’Ente – da richiedere non solo in occasione delle elezioni – sembra accomunare diversi candidati “di peso”, pronti a rivestire il ruolo di delegati in assemblea oppure ad ambire a quello di consigliere in C.d.A..
Secondo Valerio Giunta (lista Consulenti Finanziari Uniti in Enasarco) “ad oggi ha votato una percentuale esigua rispetto ai 220mila agenti attualmente attivi. Ciò che più mi ha impressionato è che in questa tornata elettorale i toni accesi e le vicendevoli azioni a tratti diffamatorie hanno impedito uno svolgimento costruttivo del dibattito interno, con una conseguente disaffezione degli iscritti verso la partecipazione al voto. Sinceramente, a volte mi è sembrato di leggere le pagine di Novella 2000 invece dei contenuti di un confronto costruttivo e professionale, come sarebbe dovuto essere. Peraltro, è mancato totalmente il racconto dei risultati ottenuti fin ora da ciascuna lista, e un dibattito sui rispettivi programmi, cioè gli elementi fondamentali di una discussione elettorale. In una situazione di tensione come questa, è facile che la cosiddetta maggioranza silenziosa, e cioè coloro che credono in un confronto sano, si disinteressi all’Ente e non vada a votare. Dal momento che è proprio ciò che sta avvenendo, contiamo davvero che questi ultimi due giorni di voto possano coinvolgere coloro che agiscono con il cuore e la testa, sperando che scelgano come potenziale rappresentante in Assemblea chi abbia lavorato a favore della categoria con passione e dedizione”.
Manlio Marucci, segretario di Federpromm e candidato presso la lista “Enasarco Libera”, ritiene che “la bassa partecipazione alle votazioni per la elezione degli organi statutari di Enasarco, sebbene superiore rispetto a quella precedente, è la dimostrazione che il problema della Governance interessi poco gli aventi diritto al voto. Capirne le ragioni sarà elemento di analisi politica del voto a chiusura delle urne (mercoledì 7 ore 18). Significativo, invece, il dato riguardante le case mandanti, che hanno votato in percentuale quasi doppia rispetto alla partecipazione del voto 2016”.
Antonio Fricano, candidato nella lista “Fare Presto!”, afferma che “il dato parziale sui votanti rivela, sopra ogni cosa, un mancato coinvolgimento degli iscritti durante tutto il periodo in cui la precedente Governance ha amministrato Enasarco. Infatti, ricordiamo che gli aventi diritto al voto sono circa 220.000, e si è cercato di dialogare con loro soltanto nel periodo immediatamente precedente alla tornata elettorale. Questo atteggiamento non è stato produttivo, e oggi conferma il risultato di una sostanziale astensione dal voto degli iscritti. Pertanto, chiunque sarà alla guida nel prossimo quadriennio, se vorrà perseguire l’obiettivo di una maggiore partecipazione da parte di agenti e consulenti finanziari dovrà mettere in campo progetti per il loro coinvolgimento lungo tutta la durata del mandato, e non solo alla fine di essa. Per fare questo, potrebbe essere di aiuto coinvolgere l’assemblea dei delegati, riconoscendo ai suoi componenti un ruolo di impulso in alcuni progetti territoriali che coinvolgano la base e portino nuova fiducia nella Fondazione”.
Alfonsino Mei, candidato alla presidenza di Enasarco per la lista “Fare Presto!”, si dichiara “moderatamente soddisfatto per l’aumento dei votanti, il cui numero potrebbe complessivamente arrivare a circa 30.000 a chiusura delle votazioni, contro i 26.000 del 2016”. “Sono allo stesso tempo rammaricato”, aggiunge, “perché questa cifra è troppo esigua in proporzione al totale degli aventi diritto al voto, che sono 220.000. Pertanto, qualunque sia la Governance che uscirà fuori dalla tornata elettorale in corso, dovrà lavorare moltissimo in futuro per coinvolgere gli iscritti nella vita dell’Ente e portare alle prossime elezioni un numero finalmente significativo di votanti, affinchè chi governa sia maggiormente legittimato a farlo”.