C’è troppo ottimismo sui vaccini. Mario Cribari: esiste il rischio di un Double Dip
I titoli governativi occidentali annaspano a causa del debito elevato, tassi bassissimi e bassa crescita economica. Consigliamo un approccio bilanciato tra settori difensivi/growth e settori ciclici/value.
“Le elezioni presidenziali americane e l’annuncio dei risultati di efficacia dei vaccini in corso di sperimentazione sono stati indubbiamente i due eventi più importanti dell’ultimo mese. I mercati hanno reagito in maniera estremamente positiva a entrambi, ma la sensazione è che si stiano portando troppo avanti con l’ottimismo. I contagi accelerano in maniera esponenziale e la seconda ondata si sta dimostrando molto più pesante della prima. Molti governi stanno intraprendendo la strada di nuovi lockdown, mentre il vaccino nella migliore delle ipotesi sarà un game changer solo a partire dal 2022”, sottolinea Mario Cribari, Partner e responsabile della strategia e ricerca di BlueStar Investment Managers.
“Dal punto di vista strettamente economico, temiamo che non si sia ancora usciti dall’occhio del ciclone. Un double dip, e cioè una nuova ricaduta dopo il picco non è impossibile, anzi”.
Il risultato delle elezioni presidenziali sarebbe stato considerato un disastro ex-ante: la vittoria di Biden, l’uomo delle tasse, e un’elezione contestata. Ex-post, invece, è stato trasformato in uno dei rally più forti della storia. Evidentemente il mercato ha voluto guardare al bicchiere mezzo pieno, con la messa da parte di un personaggio imprevedibile come Trump e allo stesso tempo un congresso diviso, che implica nessuna nuova tassa e nessuna possibilità per la politica di fare troppi danni. In realtà, mai come adesso gli Usa avrebbero avuto invece bisogno di uno shock positivo. Detto ciò, poteva andare anche peggio, e gli Usa hanno ora l’ultima opportunità per frenare la loro discesa verso il baratro.
Biden, intanto, già dalle primissime ore si sta dimostrando un presidente più conciliante, costruttivo e non divisivo. Fino a gennaio, come minimo, vi sono però scarse possibilità di un nuovo fiscal stimulus, se mai ve ne sarà uno di una certa rilevanza. La politica monetaria ha fatto quello che doveva e si trova con poche cartucce rimaste. La fantasia dei banchieri centrali è infinita, ma l’efficacia marginale va riducendosi significativamente. Le aspettative sugli utili migliorano ma i prezzi sono saliti pure di più, provocando un rialzo importante delle valutazioni, soprattutto su alcuni mercati e settori.
Il rischio pandemico, intanto, non è ancora concluso. Per quanto sia totalmente ignorato dal mercato, i numeri sono drammatici e stanno tornando numerose restrizioni. È logico quindi immaginare un impatto economico negativo nel prossimo futuro. “Dopo aver criticato ferocemente Trump per la gestione della pandemia, ci meraviglieremmo se Biden usasse il medesimo approccio in caso di ulteriore aumento dei contagi in Usa, cosi come sta già effettivamente avvenendo”, sottolinea Cribari. “Temiamo che il peggio non sia finito, e che il periodo natalizio, che rappresenta per molti settori la gran parte del fatturato, possa risultare molto deludente. E anche se si decidesse di “salvare il Natale” il problema sarebbe solo rimandato, con gli interessi, al primo trimestre 2021”.
Oggi la vera novità non è il vaccino, ma l’introduzione di nuovi lockdown, che tutti ritenevamo scongiurati. Per costituire effettivamente un game changer, cioè per provare a raggiungere la cosiddetta immunità di gregge, dovremo aspettare non prima del 2022, nella migliore delle ipotesi. Questo per evidenti problemi logistici ed organizzativi a livello vaccinale. Non è detto, inoltre, che gran parte della popolazione accetti di farsi vaccinare. Il mercato già sconta, invece, il migliore degli scenari: un vaccino già approvato, sicuro, distribuito, accettato e inoculato.
Ammettiamo che il mercato possa scegliere ancora di chiudere un occhio e guardare avanti, ma tale atto di fede ha un prezzo che agli attuali livelli di valutazione sembra come uno sparo nel buio. Il valore attuale del S&P500 sconta un multiplo di ben 21 volte gli utili 2021, in crescita del 25% rispetto al 2020 (supponendo che tutta sia finito già l’anno prossimo). Entrambi i numeri appaiono abbondanti, per lo meno a giustificare altre sorprese positive.
“In questo contesto, continuiamo a consigliare un portafoglio bilanciato tra titoli difensivi/growth, beneficiari di nuove situazioni di rischio, e ciclici/value, che invece rappresentano valore in un’ottica di 12 mesi. Per evitare di farsi male con i ciclici, nel caso in cui le nostre preoccupazioni di breve si realizzino, occorre selezionare titoli di elevata qualità dal punto di vista di bilancio, management e posizionamento di mercato”, sottolinea Cribari. “A livello settoriale, restano intatte le tendenze positive su difesa, sicurezza, tecnologia innovativa, cyber-sicurezza, robotica, fintech, farmaceutica, biotecnologia, nuovo consumo (asiatico ed occidentale), sostenibilità ambientale, settori favoriti da tassi bassi, alcuni settori ciclici, infrastrutture. Abbiamo anche recentemente investito su un basket di titoli nell’industria del 5G. Nel comparto obbligazionario restiamo invece pesantemente sotto ponderati, in particolare sui governativi occidentali, intrappolati tra debito elevato, tassi bassissimi e bassa crescita economica, come mostra il caso italiano”.