Art investing, Milano piazza di talenti. Marco Fratini: con la penna Bic ho trovato la mia strada
Negli ultimi tre anni, alcuni artisti emergenti sono stati capaci di creare un sistema autonomo di diffusione al pubblico delle proprie opere, senza l’ausilio di gallerie e mostre personali, reinventandosi come artisti-imprenditori di sé stessi e assicurando al pubblico prezzi di vendita più bassi per via della catena distributiva più corta.
In tema di investimenti alternativi, secondo una recente indagine (Intesa Sanpaolo e Centro Einaudi), il 2,9 per cento degli intervistati si interessa alle opere d’arte. Ed è proprio l’Arte – insieme alle auto d’epoca, ai preziosi e agli orologi di pregio – a costituire l’ossatura di un mercato di investimenti alternativi – il c.d. passion investment, o investimento emozionale – che, a parte il blocco di Marzo e Aprile 2020, non ha mai smesso di generare un buon volume d’affari, con scambi online di un certo rilievo sebbene ancora inferiori (- 20% circa) rispetto al periodo pre-Covid.
I soldi, in ogni caso, non sono scomparsi, ma si sono concentrati nelle case d’asta più importanti, per via dell’affidabilità e della documentazione richiesta da chi vuole comprare un’opera d’arte “importante”. Al contrario, le fiere sono state cancellate tutte, e quelle che hanno tentato di trasformare la propria kermesse in evento digitale hanno avuto risultati deludenti. Le gallerie, poi, hanno sofferto un’annata molto negativa per via dell’assenza dei compratori internazionali.
In generale, chi può aspettare e non deve monetizzare immediatamente preferisce attendere tempi migliori, oppure dare attenzione agli artisti emergenti, molti dei quali presenti soprattutto nella piazza milanese, sui quali investire cifre abbordabili e scommettere su una crescita delle quotazioni nel lungo periodo. In particolare, ad emergere e dare continuità al proprio lavoro sono artisti molto originali e innovativi, capaci di creare un sistema autonomo di vendita delle proprie opere, senza l’ausilio di gallerie e/o mostre personali – bloccate dal Covid – e di reinventarsi quali artisti-imprenditori di sé stessi; tutto ciò, senza svilire il proprio apporto creativo e assicurando al pubblico una autentica produzione artistica originale ma a prezzi di vendita più bassi per il solo effetto della catena distributiva più corta. Uno di questi è certamente Marco Fratini, artista e pubblicitario siciliano che vive ed opera a Milano da circa trenta anni, il quale ha trovato la notorietà grazie ad una particolare tecnica riproduttiva che utilizza esclusivamente le celebri penne a sfera della Bic, l’azienda francese con sede a Clichy, fondata nel 1945 dal barone di origine torinese Marcel Bich (da cui ha origine il marchio).
Moderatamente presente sui social, oggi riceve molte richieste dai privati ma i tempi di attesa, date le caratteristiche delle opere (tutte realizzate a mano libera) non sono brevi. A posteriori, la costruzione del valore di ogni singola opera di Fratini poggia su alcuni elementi che il mercato mostra di apprezzare. Il primo è l’originalità: ogni singola opera è unica, e nasce da un unico scatto fotografico che poi l’artista riproduce fedelmente con le Bic nere, nei minimi particolari, esaltando le parti più intense del soggetto. Il secondo è il tempo: ogni opera (50 x 70, e soprattutto quelle di formato 100 x 70) ne richiede moltissimo, e non c’è spazio per riproduzioni in serie. Il terzo è la paternità: non c’è alcuna “produzione di bottega”, ogni lavoro è realizzato dalla mano dell’artista.
Patrimoni&Finanza lo ha intervistato.
Per molti anni lei ha lavorato in Pubblicità. Quando ha capito che avrebbe voluto fare solo l’artista, e cosa ha determinato questa scelta?
Tutto è accaduto in maniera graduale , non è stata una scelta pensata e compiuta d’istinto. Ad un certo punto della mia vita mi sono ritrovato a preferire l’attività di artista, dopo aver lavorato per tanti anni in pubblicità come creativo nel campo grafico. Ma anche in quell’ambito ho sempre cercato di mettere arte e istinto, anche perché le regole della grafica pubblicitaria mi stavano un po’ strette.
Da giovane si è trasferito dalla Sicilia a Milano, come è stato l’impatto con il nuovo ambiente creativo?
Sono arrivato a Milano che ero un ragazzo, dopo aver frequentato il liceo artistico a Palermo, per cui ho affrontato tutto con la tipica leggerezza ed entusiasmo dettati dalla giovane età. All’inizio avevo in mente di lavorare in pubblicità, e così l’Accademia Milanese NABA mi ha formato in questo settore così bello, che mi ha dato tanto e che mi ha preparato per ciò che oggi sono.
Quando ha cominciato a creare opere con l’ausilio della sola penna Bic?
La penna è sempre stata sul mio tavolo da lavoro (scarabbocchiando vengono le idee migliori), la utilizzavo per preparare i bozzetti sui formati A4 dei lavori che poi sviluppavo con acrilici su grandi formati. Ed è così che ho iniziato a lavorare con la Bic sui formati A3, per poi passare al 50×70 e ai formati più grandi. Da allora è partito tutto. Era il Settembre del 2017, e la penna Bic, che al contrario di quanto si possa pensare è molto versatile, mi ha dato una certa notorietà in modo del tutto inaspettato.
Ha per caso un contratto di sponsorizzazione con la famosa casa produttrice di penne a sfera?
Assolutamente no (ride). Tantissimi amici ed estimatori hanno segnalato spontaneamente le mie opere alla sede della Bic, ma non ho mai avuto alcun contatto né prima, né dopo aver cominciato ad utilizzare esclusivamente le loro penne a sfera.
La fotografia che posto ha nella sua produzione artistica?
la fotografia è parte fondamentale del mio processo creativo. Parte tutto da li, scatto un soggetto che mi interessa per poi sintetizzarlo in bianco nero con la Bic nera su formati che oggi arrivano al 100 x 70.
Ha in programma, Covid permettendo, qualche uscita pubblica personale nel corso del 2021?
Per il 2021 ho solo tanto da lavorare per i privati, che mi commissionano dei lavori con una certa regolarità, anche se non riesco ad assicurare tempi di attesa brevissimi. Peraltro, realizzare con le Bic un’opera all’altezza delle aspettative richiede un lavoro attento e frenetico, che concede poche pause. Le mie giornate lavorative sono lunghissime, per cui ho poco tempo per pensare ad uscite pubbliche. Tutto si vedrà in seguito, pensiamo a far passare questo brutto periodo.