Oggetti preziosi, un 2020 negativo. Luigi Monacò: con la pandemia si afferma il gioiello come investimento
Scende sensibilmente il fatturato dei beni di lusso nel 2020, ad eccezione degli oggetti di alta gamma che si affermano come strumenti di investimento “di emergenza”. Il 2021 previsto in forte ripresa, con il consolidamento del mercato retail digitale.
Non va bene il mercato dei beni di lusso. Secondo il Worldwide Market Monitor 2020 di Altagamma-Bain & Company, infatti, il calo del 2020 sarà senza precedenti (tra -20% e -22%), con una flessione prevista intorno al 23% per i beni di lusso personali, che scende a 217 miliardi di euro (scenario di base) e potrebbe scendere fino a -25% nello scenario peggiore.
Per il 2021, prevista una ripresa di circa il 14%, con differenze tra un produzione all’altra e tra un mercato domestico e l’altro. Secondo Matteo Lunelli, presidente di Altagamma, sebbene il ritorno ai livelli pre-crisi sia previsto a partire dal 2022, e con una certa gradualità, il peggio dovrebbe essere alle spalle. Altagamma stima per il 2021 una crescita a doppia cifra in tutti i comparti, con il consolidamento del mercato retail digitale (+22%).
A seconda dei settori e della capacità di approvvigionamento di materie prime, la ripresa potrebbe essere più o meno veloce. Per esempio, per l’alta orologeria difficilmente verranno a mancare le materie prime, cosa che, al contrario, potrebbe succedere per l’alta gioielleria. Infatti, le pietre estratte dai giacimenti di smeraldi, diamanti e rubini sono “esauribili”, e con il passare del tempo diventano sempre più rare da trovare. Questa è la spiegazione della forza intrinseca mostrata dell’alta gioielleria in questo 2020, in particolare nel segmento dell’alta gamma, che ha fatto meglio del segmento nel suo complesso (- 23%).
Per il 2020, a consuntivo, l’Altagamma–Bain Worldwide Luxury Market Monitor prevede un calo del 15%, con le vendite che si assesteranno a 18 miliardi. In questo modo, il recupero del 14% previsto nel 2021 potrebbe compensare quasi del tutto la debacle di quest’anno.
Per avere un feedback diretto dal mercato, Patrimoni&Finanza ha intervistato Luigi Monacò, player siciliano di settore con esperienza venticinquennale, perito del tribunale e consulente nel campo dell’alta gioielleria e orologeria di pregio.
Qual era il trend di mercato dei preziosi prima dello scoppio della pandemia?
Il mercato dei preziosi negli ultimi anni ha mantenuto un trend pressoché costante nelle vendite, con una clientela sempre più selezionata ed alla costante ricerca del gioiello diverso e di tendenza. Si vende soprattutto una gamma di prodotti che possano rispondere alle esigenze delle differenti fasce di consumo, spaziando dal prodotto di alta gioielleria a quello di bigiotteria evoluta . Questo è quello che gli operatori del settore fanno da anni per far si che l’approccio ai consumi sia sempre stimolante.
Volendo fare un bilancio a consuntivo di questo 2020 da dimenticare, qual è il risultato medio di settore?
Quest’anno per il nostro settore, come per molti altri, è stato funestato dalle restrizioni causate dalla pandemia e dal lungo lockdown, che hanno penalizzato pesantemente il nostro settore con un calo medio del fatturato anche del 40%. Si pensi, per dare una immagine concreta del danno subito, che l’emergenza sanitaria ha fatto perdere appuntamenti importanti per il nostro settore come i matrimoni, le lauree e le comunioni, che ogni anno danno una spinta fondamentale al nostro fatturato.
Quali sono le prospettive di mercato per il 2021?
Inevitabilmente, il 2021 segnerà un segno positivo rispetto all’anno precedente, salvo nuove chiusure. Ovviamente, non mi spingo a quantificare la percentuale del recupero, ma posso dire che quest’anno si è affermato con forza il mercato del gioiello come forma di investimento per il “non si sa mai”. Non è un caso. Basti pensare all’aumento esponenziale delle vendite di preziosi da parte dei privati che, in momenti di contrazione dei guadagni come in questo periodo, hanno reperito liquidità rapidamente accedendo ai servizi di credito su pegno di beni preziosi. Infatti, i dati del 2020 hanno registrato un incremento del 35% di polizze di pegno rispetto allo scorso anno. Dall’altro lato, però, diminuisce il potere di acquisto delle famiglie di fascia reddituale media, per le quali l’approccio all’acquisto di un gioiello sarà più difficile.
Nella sua attività gli orologi di pregio hanno un posto particolare. Come si è comportato questo settore così apprezzato da investitori e appassionati?
Il settore dell’orologeria ha avuto un impennata esponenziale sulle vendite, essendo considerato ad oggi dai più come una forma alternativa di investimento, con crescite sul valore di acquisto di determinati modelli superiore al 15% l’anno, in netta contrapposizione con alcuni prodotti finanziari tradizionali le cui performance hanno avuto in questo momento delle inevitabili flessioni. Questa spasmodica richiesta di orologi è accentuata da una scarsa reperibilità di prodotto presso i rivenditori ufficiali, il che incrementa gli scambi da parte di reseller (rivenditori) con un sovraprezzo rispetto ai listini anche del 100%.
Quali sono i marchi di orologi più scambiati? E quali quelli che tengono meglio (o peggio) le quotazioni nei momenti di crisi come quello che stiamo attraversando?
La richiesta è abbasta variabile, per citare i principali marchi: Rolex, Patek Philippe, Audemars Piguet ed ultimo, ma non meno importante, Omega, che ha ad oggi un eccezionale rapporto qualità prezzo. Tra i marchi che tengono meglio il mercato si conferma testa di serie Rolex, che con alcuni dei suoi modelli è icona nel mondo dei collezionisti. Tra le proposte delle principali case d’asta negli ultimi anni, Rolex ha fatto performance importanti, con un trend di rivalutazione sempre crescente.
Se dovesse consigliare ad un cliente indeciso un prezioso da investimento, capace di rivalutarsi nel tempo, che scelta suggerirebbe?
Io consiglio sempre ai miei clienti di acquistare principalmente un prodotto di qualità, poichè nel tempo farà sempre la differenza. I diamanti, ad esempio, se sono adeguatamente certificati da enti riconosciuti a livello mondiale, non hanno rivali.
Quale consiglio pratico si sentirebbe di dare a chi si avvicina la prima volta all’acquisto di un oggetto prezioso?
Semplicemente di fare una scelta dettata dall’emozione che l’oggetto prezioso riesce a trasmettergli. In questo campo, il cuore conta spesso più della testa.