Enasarco, elezione CdA nella bufera per un voto annullato. Fare Presto e Artenasarco: scendiamo in piazza
Qualunque governance dovesse uscire fuori da questo ennesimo passo falso a danno dei 220.000 iscritti, infatti, difficilmente potrà avere i margini per condurre con serenità e stabilità i piani per il rilancio e lo sviluppo della Cassa. Il commissariamento sembra l’ipotesi più concreta.
Le elezioni, con la larga vittoria della lista Fare Presto, sembrava avessero riportato serenità in casa Enasarco, ma la recente assemblea dei delegati dello scorso 23 Dicembre ha riservato l’ennesima sorpresa negativa e, soprattutto, restituito un clima di rinnovata battaglia per una governance che, oggi più che mai, appare quasi impossibile da realizzare.
Secondo i rappresentanti di Fare Presto, infatti, si sarebbe consumato “un vero e proprio colpo di mano, che non mancherà di creare strascichi anche a livello giudiziale”. In sintesi, nel pomeriggio del 28 Dicembre la commissione elettorale Enasarco, interpellata per valutare la validità della votazione di uno dei delegati – ritardata, pare, da problemi di connessione – ha deciso di invalidare quel voto, espresso durante l’assemblea del 23 dicembre da uno dei delegati eletti in quota “Fare Presto” e “Arténasarco“, determinando il risultato di dare la maggioranza al gruppo che è espressione della governance uscente.
Naturalmente, la decisione non è piaciuta affatto – per usare un eufemismo – a “chi aveva ottenuto la maggioranza nelle votazioni dello scorso ottobre, a cui avevano preso parte oltre 30.000 agenti e consulenti e più di 2.500 aziende mandanti” (come si legge nel comunicato di Fare Presto).
In una nota congiunta della coalizione composta da “Fare Presto” e “Arténasarco” – a cui oggi fanno riferimento Confesercenti, Confartigianato, Anasf, Assopam, Fiarc e Federagenti – viene espressa tutta la rabbia per questo capovolgimento del risultato elettorale, e non ci si sente di biasimare chi la esprime. Oggettivamente, infatti, quella coalizione aveva ottenuto la maggioranza dei voti totali espressi dagli iscritti, sia dal lato delle società mandanti (dove Confesercenti e Confartigianato hanno ottenuto il 51% dei voti complessivi espressi nelle elezioni del 24 settembre-7 ottobre) sia dal lato degli agenti, dove la coalizione era stata la più votata in Assemblea.
“Adesso, dopo quanto accaduto, – si legge nella nota della coalizione – anticipiamo la nostra intenzione a ricorrere in ogni sede avverso la sconcertante decisione della commissione elettorale e per chiederne conto a chi ha voluto assumersene la responsabilità”. “E’ stato ribaltato il risultato delle elezioni con un colpo di mano. Questo è inaccettabile: noi e le sigle che rappresentiamo agiremo in tutte le sedi giudiziarie e istituzionali. Andremo in strada e manifesteremo, se necessario, ma non lasceremo che la democrazia e la volontà degli elettori, che si sono chiaramente espressi per il cambiamento in seno a Enasarco, venga calpestata”.
Al di là delle legittime recriminazioni, sembra impossibile, a questo punto, un ritorno alla normalità. Qualunque governance dovesse uscire fuori da questo ennesimo passo falso a danno dei 220.000 iscritti, infatti, difficilmente potrà avere i margini per condurre con serenità e stabilità i piani per il rilancio e lo sviluppo della Cassa, nonché per assicurare la soluzione di alcuni problemi che rimangono sullo sfondo (quello degli agenti c.d. silenti, per esempio, e quello della continua perdita di iscritti).
Al punto in cui si è arrivati, l’unico scenario possibile sembra essere quello di un commissariamento.