Come valutare una Startup? I principi del metodo adottato da Warren Buffet possono esserci d’aiuto
Qual è il valore di un’azienda, e come possiamo determinare il valore di una Startup dal punto di vista economico e finanziario? L'”oracolo di Omaha” utilizza il criterio del flusso di cassa netto atteso, vediamo in cosa consiste.
Di Alberto Villa*
Gli analisti finanziari hanno fatto uso di varie formule per calcolare il valore di una azienda nella scelta riguardante il suo inserimento all’interno di un portafoglio. Essendo diversi, ogni operatore finanziario è un fervente sostenitore di quello che reputa come il metodo più efficace, dal P/E basso al rendimento da dividendi elevato ed altri ancora.
Il sistema generalmente più utilizzato è quello del P/E (presso/utile) più basso possibile. Secondo Warren Buffet, però, il metodo migliore è stato ideato da John Burr Williams, nel libro The Theory of Investment Value. Il miglior investitore al mondo utilizza diversi criteri per selezionare ed acquistare quote di aziende che poi confluiranno nel suo fondo: 1) criteri di business, 2) criteri di management, 3) criteri finanziari e criteri di mercato. Riguardo a quest’ultimo, “l’oracolo di Omaha” sostiene che il valore di un’azienda si calcola a partire dal flusso di cassa netto atteso nel corso della vita dell’azienda, scontato di un adeguato tasso di interesse. Infatti, Buffett ricorda che “valutate in questo modo, tutte le aziende, dai costruttori di calessi ai gestori di telefonia, diventano economicamente confrontabili”.
In sostanza, si tratta di un metodo di pre-analisi molto valido, che consiste nell’utilizzare i flussi di cassa che verranno generati in un determinato periodo di tempo, per poi scontarli tutti ad un tasso stabilito per ricondurli al valore che l’azienda dovrebbe avere nel presente. Secondo questo criterio, se non si riesce a stabilire il flusso di cassa futuro con un elevato grado di precisione, allora è persino inutile cercare di valutare l’azienda studiando le qualità del team management, le caratteristiche dei prodotti e i mercati di rifermento.
Perché è così importante questo metodo per una pre-valutazione di una Startup? Perché nel caso di una startup non esistono bilanci storici a cui far riferimento, essendo una società appena nata; una delle variabili può essere il Business Plan, cioè il documento con cui gli investitori dovrebbero stimare la fattibilità del progetto imprenditoriale.
Per stabilire correttamente i flussi di cassa netti, Buffet sottolinea che un dato fondamentale è dato dal tasso di sconto da utilizzare – ossia l’altra variabile dell’equazione – ed è qui che la situazione si fa un po’ più complessa. Infatti, per lui si dovrebbe applicare semplicemente quello dei buoni del Tesoro Usa a lungo termine, salvo poi aggiungere dei punti percentuali al tasso esente da rischi nei periodi in cui diventino troppo bassi, oppure applicando dei margini di sicurezza in casi particolari.
Nelle startup questo elemento va misurato attentamente, perché utilizzare un tasso di sconto poco adatto – come ad esempio i buoni ordinari trentennali, oppure un equity risk premium di società quotate – potrebbe essere forviante. Pertanto, solo utilizzando una variabile dell’equazione che riconosca la particolarità di queste società ci si può realmente permettere di fornire una pre-valutazione coerente. Determinare questo, inoltre, significa essere in grado di stimare in modo appropriato anche il rischio che sto affrontando, e se i possibili guadagni siano congrui.
Perché è così importante questo criterio rispetto ad altri? La risposta è data dai numeri. Se utilizzo solo un criterio come quello del P/E (prezzo/utile), difficilmente investirò mai in una Startup, preferendo magari un’azione quotata o altri strumenti. Questo è l’assunto principale: un patrimonio è composto da diversi strumenti finanziari, ma non è detto che debba necessariamente utilizzare il medesimo metodo di valutazione.
Impiegare i propri risparmi di lungo termine in beni reali non intacca i principi base di una buona pianificazione finanziaria. Infatti, diversificare un portafoglio con Startup e PMI innovative, da affiancare ai settori più “tradizionali”, ormai sembra essere una strada quasi obbligata per ottenere risultati gratificanti dai propri investimenti. Occorre comprendere, però, che per fare ciò si deve necessariamente utilizzare un metodo poco usato dalla maggioranza dei consulenti finanziari e private banker, cui servirebbe una formazione specifica sull’argomento.
* Alberto Villa, Consulente in Finanza d’Impresa, membro A.I.A.F. e Consulente Finanziario Autonomo, collabora con la rete professionale M&V Private Corporate Advisor