Ascofind: costi elevati del risparmio gestito un freno alla partecipazione ai mercati dei clienti al dettaglio
Secondo Ascofind, l’eccessivo livello di costi e oneri dei prodotti finanziari e assicurativi costituisce un freno alla partecipazione ai mercati finanziari da parte dei clienti al dettaglio. L’ESMA ha evidenziato che in Italia i costi e gli oneri dei fondi OICVM sono tra i più elevati tra i vari stati membri dell’UE.
Di recente, Ascofind – Associazione per la Consulenza Finanziaria Indipendente – ha dato risposta alla consultazione indetta dalla Commissione europea e denominata “Strategia dell’UE per gli investitori al dettaglio”. L’iniziativa della Commissione si inquadra nel processo in corso di revisione della Direttiva Mifid II, che ha come scopo quello di “far sì che i consumatori che investono sui mercati dei capitali possano farlo con fiducia, che i risultati di mercato migliorino e che la partecipazione dei consumatori aumenti”.
Il principio alla base della risposta di Ascofind è che l’aumento del numero di consumatori che investono convogliando il capitale verso le imprese del settore privato potrebbe accelerare il processo di ripresa economica dopo la pandemia di COVID-19.
Qui di seguito il testo integrale della risposta di Ascofind (tradotto dall’inglese).
“……Un recente Rapporto sugli investimenti finanziari delle famiglie italiane, pubblicato a dicembre 2020 dall’Autorità italiana Consob, rivela che solo il 33% dei risparmiatori italiani accede ai mercati finanziari. I principali deterrenti dagli investimenti finanziari sono la mancanza di fiducia, di informazione e di supporto al processo decisionale. Di conseguenza, circa un terzo delle attività finanziarie delle famiglie italiane è detenuto in strumenti liquidi, contanti e depositi bancari.
I prodotti più frequentemente detenuti dalle famiglie italiane sono i fondi comuni di investimento, i prodotti di investimento assicurativi e i titoli di Stato italiani. Sul totale delle attività finanziarie detenute dalle famiglie, i fondi OICVM rappresentano il 10,7% mentre i prodotti di investimento assicurativo rappresentano il 17,1%.
L’eccessivo livello di costi e oneri dei prodotti finanziari e assicurativi costituisce un ulteriore freno alla partecipazione ai mercati finanziari da parte dei clienti al dettaglio. Una recente pubblicazione di ESMA (Performance and Costs of EU Retail Investment Products, 2021) ha evidenziato che in Italia i costi e gli oneri dei fondi OICVM sono tra i più elevati tra i vari stati membri dell’UE.
Per quanto riguarda i prodotti previdenziali, circa il 40% dei partecipanti ha sottoscritto piani pensionistici individuali offerti dalle compagnie di assicurazione con costi medi annui del 2,20%, sei volte superiori ai fondi pensione professionali.
Una delle cause principali dell’elevato costo risiede nell’insufficiente concorrenza nella distribuzione e nelle modalità di remunerazione dei distributori e dei consulenti finanziari, sulla base delle retrocessioni delle commissioni delle aziende manifatturiere. Infatti, a causa del pagamento degli incentivi, la consulenza fornita dagli intermediari può essere sbilanciata verso prodotti con maggiori ricompense per gli intermediari, con un conseguente ulteriore impatto negativo sulla fiducia degli investitori.
La normativa MiFID II ha mitigato questi effetti negativi, introducendo regole relative alla legittimità degli incentivi nei servizi di investimento e una maggiore trasparenza sui costi pagati dagli investitori retail.
Tuttavia, sulla base dei risultati dell’indagine pubblicata dalla Consob, gli investitori mostrano una scarsa comprensione del sistema di remunerazione del servizio di consulenza: il 40% ritiene che sia pagato dalla banca, il 15% che sia gratuito, oltre il 20% non conosce la risposta. Solo il 5% circa ha capito che il servizio è a carico del cliente.
A tre anni dalla sua introduzione, le soluzioni adottate dalla Direttiva per fornire sufficiente chiarezza sugli incentivi perpetrati da distributori e consulenti finanziari evidentemente non hanno raggiunto gli obiettivi auspicati.
Un aumento della partecipazione dei clienti al dettaglio ai mercati finanziari e un clima più coerente di fiducia degli investitori non possono essere raggiunti se non è garantita la trasparenza dei costi dei prodotti e del servizio di consulenza fornito ai clienti.
Nel Consiglio tecnico alla Commissione del marzo 2020, l’ESMA propone di migliorare la comprensione da parte dei clienti degli incentivi e dell’effetto che hanno sulla distribuzione dei prodotti di investimento e sull’informativa MiFID II esistente. La Commissione dovrebbe migliorare la comprensibilità e la chiarezza delle informazioni sugli incentivi esistenti introducendo l’obbligo di includere, in tutte le informazioni sugli incentivi, una spiegazione dei termini utilizzati (ad esempio, pagamenti di terzi). Tale spiegazione dovrebbe essere sufficientemente chiara, e utilizzare termini semplici per garantire che i clienti al dettaglio comprendano la natura e l’impatto degli incentivi: “I pagamenti di terze parti sono pagamenti ricevuti dall’azienda per avervi venduto questo prodotto e fanno parte dei costi che sostenete per il servizio fornito dall’azienda, anche se tali costi non vengono pagati direttamente all’azienda”. Ascofind sostiene fortemente la proposta dell’ESMA“.