Novembre 3, 2024

Corporate bond, da scegliere quelli delle aziende farmaceutiche e dei beni di consumo

Secondo Volker Schmidt di Ethenea, i  premi al rischio delle obbligazioni societarie sono scesi in misura significativa e sono vicini ai minimi storici. Adesso anche un portafoglio molto prudente può arrivare al 10% di esposizione azionaria.

“Nel contesto attuale, nel portafoglio Ethna-DEFENSIV ci concentriamo su obbligazioni di qualità con rating da positivo a molto positivo, integrando anche posizioni del segmento high yield, al fine di realizzare una performance aggiuntiva. In questo caso, puntiamo su aziende con business model stabili, appartenenti a settori relativamente indipendenti dai cicli economici, come per esempio i beni di consumo e i prodotti farmaceutici”. Queste sono le indicazioni di Volker Schmidt, senior portfolio manager di Ethenea Independent Investors.

Nel primo semestre 2021, due temi hanno dominato i mercati obbligazionari, soprattutto negli Stati Uniti, ossia l’inflazione e l’aumento dei rendimenti. A maggio, l’inflazione ha raggiunto il 5%, mentre l’inflazione media annua prevista per i prossimi dieci anni è salita a un massimo del 2,6% circa. I rendimenti dei Treasury Usa decennali sono anch’essi saliti, passando un rendimento pari allo 0,9% a inizio anno all’1,7% alla fine del primo trimestre 2021. Ciononostante, la Fed ha mantenuto invariata la sua politica di sostegno monetario, con bassi tassi d’interesse a breve termine e acquisti di obbligazioni, in quanto gli Stati Uniti sono ancora molto lontani dall’obiettivo della piena occupazione. Inoltre, secondo la banca centrale statunitense, gli attuali picchi d’inflazione non sarebbero che un fenomeno transitorio.

Per ora, quindi, la Fed si attiene alla sua politica monetaria, anche se i toni si fanno sempre più restrittivi. L’intenzione della Fed di monitorare da vicino l’andamento dell’inflazione e la domanda di obbligazioni in dollari da parte dei fondi pensione e degli investitori esteri hanno fatto sì che nel secondo trimestre l’aumento dei tassi d’interesse si interrompesse e i rendimenti dei titoli di Stato Usa a dieci anni tornassero all’1,5%. Per contro, da aprile la Bce ha accelerato il ritmo degli acquisti di obbligazioni governative e societarie, senza però riuscire a impedire del tutto l’aumento dei rendimenti a lungo termine, bensì solo a mitigarlo.

“Le misure di politica monetaria adottate dalle banche centrali hanno assicurato condizioni di finanziamento favorevoli. Di conseguenza, gran parte delle aziende è riuscita a finanziarsi sul mercato dei capitali a condizioni interessanti”, spiega Schmidt. “I premi al rischio delle obbligazioni societarie sono scesi in misura significativa e sono vicini ai minimi storici in tutte le classi di rischio. Una serie di banche centrali di minori dimensioni, come la Bank of Canada o la Bank of England, ha nel frattempo iniziato a ridimensionare gradualmente le proprie politiche monetarie accomodanti. È probabile che nei mesi a venire la Federal Reserve segua questi esempi, il che dovrebbe portare a un nuovo aumento dei rendimenti nel medio termine. Se, contrariamente alle aspettative, la banca centrale porterà avanti i programmi di sostegno, ciò dovrebbe sostenere lo scenario di rendimenti bassi negli Usa, ma farà anche crescere il rischio di un eccessivo aumento dei di tassi d’inflazione”.

“In questa situazione, manteniamo un posizionamento prudente nel portafoglio Ethna-DEFENSIV”, conclude Schmidt. “In un contesto che vede i rendimenti salire solo lentamente e alla luce della crescita economica sostenuta e dell’aumento degli utili societari, desideriamo sfruttare le opportunità offerte dai mercati azionari portando l’esposizione azionaria del fondo al 10% circa. Al contempo abbiamo ridotto la duration del portafoglio obbligazionario a circa cinque anni: questi livelli ci sembrano al momento adeguati, in quanto il rischio causato da tassi d’inflazione eccessivi e dall’aumento dei rendimenti è limitato, mentre i rendimenti offerti in questo segmento di scadenze sono ancora ragionevoli, soprattutto per le emissioni denominate in dollari”.

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