Disponibilità per l’acquisto della casa. Aumentano coloro che spendono più di 170mila euro

L’analisi della disponibilità di spesa per l’acquisto della casa è un utile indicatore per rivelare lo stato di salute di un paese e il livello di fiducia nel mercato da parte degli acquirenti.
L’analisi della disponibilità di spesa per l’acquisto della casa è un utile indicatore per rivelare lo stato di salute di un paese e il livello di fiducia nel mercato da parte degli acquirenti. Le variazioni nelle fasce di spesa, infatti, indicano come si stanno muovendo le preferenze di chi vuole acquistare un immobile e, soprattutto, le differenze di città in città.
Secondo le ultime rilevazioni dell’Ufficio Studi Tecnocasa, la disponibilità di spesa per l’acquisto della casa è aumentata per alcune fasce di reddito. La maggiore concentrazione della disponibilità di spesa si rileva ancora nella fascia più bassa, fino a 119 mila euro (25,4%). Segue con il 22,7% la fascia tra 120 e 169 mila euro e con il 22,2% il range compreso tra 170 a 249 mila euro. Complessivamente, si registra un aumento più marcato della percentuale di chi desidera spendere da 350 a 475 mila euro, ma è a Roma e a Milano che la maggioranza delle richieste di tagli superiori alla media Italia riguarda immobili dal valore
compreso tra 250 e 349 mila euro (rispettivamente il 24,7% per Roma e il 26,3% per Milano). A Milano, in particolare, la percentuale di chi vuole spendere oltre i 250 mila euro è del 59,7%, mentre a Firenze e a Bologna prevale una maggiore concentrazione nella fascia compresa tra 170 e 249 mila euro (rispettivamente con il 33,3% ed il 34,2%). A Bari e a Verona incide maggiormente la fascia di spesa compresa tra 120 e 169 mila euro (31,9% e 31,4%, mentre nelle altre grandi città (Genova, Napoli, Palermo e Torino) la disponibilità di spesa resta concentrata nella fascia di spesa inferiore a 120 mila euro.
L’analisi di Tecnocasa evidenzia anche l’aumento dell’offerta immobiliare di bilocali, trilocali e quattro locali, ed un certo “effetto Covid” anche sui grandi tagli – meglio ancora se appartenenti al segmento del lusso – dotati di terrazzi e spazi esterni. Nelle grandi città italiane, infatti, la tipologia più presente è il trilocale, con il 33,7%, a seguire il quattro locali con il 24,4% ed i bilocali con il 23,9%. In aumento, rispetto a gennaio 2021, le percentuali di bilocali, trilocali e quattro locali sul mercato, mentre è in calo la percentuale di offerta dei cinque locali molto probabilmente perché i tagli più grandi sono ora più desiderati, e chi possiede una casa di ampia metratura decide di non venderla.
La crescita della concentrazione di bilocali sul mercato è sicuramente un effetto legato alla pandemia, in quanto è diminuita la domanda per investimento e quindi questa tipologia è adesso meno richiesta. Peraltro, molti investitori che, in passato, avevano acquistato bilocali con finalità turistiche, a seguito delle difficoltà economiche legate agli effetti delle chiusure hanno deciso di dismettere l’investimento. Il bilocale, infatti, era la tipologia più richiesta per chi aveva intenzione di mettere a reddito l’immobile, superando di slancio il monolocale dopo un discreto boom di quest’ultimo negli anni passati (prima del 2008). La diminuita presenza sul mercato di monolocali potrebbe spiegarsi con la volontà dei risparmiatori di acquistare direttamente la prima casa, grazie ai tassi dei mutui molto convenienti, dando in acconto le piccole cifre a disposizione al fine di non superare la soglia dell’80% di mutuo, rispetto al valore di perizia dell’immobile, e non far salire il tasso finito dell’operazione (che nei mutui di percentuale superiore all’80% prevedono di solito uno spread superiore ed una rata più alta).