Le “analisi con intervista” di P&F e Startup Fixing: GP2 Srl
GP2 Srl è una startup che opera nel settore delle infrastrutture e sviluppa soluzioni avanzate per la loro sicurezza e controllo. Il mercato di riferimento in Italia è molto ampio: più di 1,5 milioni di ponti, la cui sicurezza è tutta da verificare.
Intervista di Carlo Mauri e Alberto Villa
In occasione dell’investimento in una startup, gli investitori sono chiamati a valutare positivamente, in un’ottica fortemente speculativa, il business plan di una nuova azienda e ad investire su di essa, diventando così soci (Equity Crowdfunding), oppure prestando del denaro ai soci promotori, ad un tasso di interesse molto conveniente, diventando così dei finanziatori (Lending Crowdfunding). Entrambe le possibilità, in ogni caso, comportano una informazione finanziaria puntuale e prudente che i fondatori devono fornire agli investitori, cui va riservata la più ampia tutela allorquando si avvicinano alle piattaforme di Crowdfunding, dove il taglio medio dell’investimento è abbastanza accessibile a tutti e dove si può reperire una documentazione che generalmente dà molta enfasi alla potenziale crescita prospettica del valore dell’azienda. Con il modello di analisi e valutazione denominato “Startup Fixing”, gli investitori hanno uno strumento con cui effettuare delle comparazioni tra le varie proposte di Crowdfunding presenti nelle piattaforme autorizzate, e individuare il livello di credibilità del modello di business prospettato dai promotori di una startup.
L’azienda GP2 Srl è una startup che opera nel settore delle infrastrutture sviluppando soluzioni avanzate e tecnologiche per la loro sicurezza e controllo. Le infrastrutture, in Italia, oggi vivono un congenito stato di ammaloramento, aggravato dalla mancanza di un sistema di controllo adeguato e disciplinato a tutti i livelli e durante tutto l’arco di vita dell’infrastruttura. Infatti, il pericolo di crolli e danneggiamenti di infrastrutture, anche non necessariamente complesse, è confermato da gravi eventi che hanno segnato la storia di persone, luoghi e città, e comporta rischi diretti agli utenti che ne usufruiscono. In questo ambito nasce GP2, che ha come core business quello di ricercare, progettare e sviluppare processi, sistemi e impianti finalizzati all’identificazione, alla classificazione e, soprattutto, al monitoraggio della sicurezza di infrastrutture quali ponti, gallerie, immobili e strutture di protezione, tramite l’impiego delle più moderne tecnologie digitali.
Il mercato di riferimento, in Italia, è molto ampio, dal momento che nel nostro territorio nazionale esistono più di 1,5 milioni di ponti, solo per fare un esempio. Oltre a questo, il modello di valutazione Startup Fixing (vedi schede tecniche nelle foto sotto) individua un buon livello di credibilità generale del business plan e attribuisce all’azienda un rating sintetico di 4 stelle su 5, in quanto il rapporto tra rischio specifico e rischio generale del settore è pari a 9,9, sensibilmente superiore al benchmark di riferimento, previsto per le aziende in fase di startup, pari a 4. Anche il rendimento teorico*, ricavato dal modello in base alle informazioni fornite dall’azienda, è superiore alle aspettative di settore.
P&F ha intervistato l’ing. Paride Gregorini, responsabile R&D e della area commerciale di GP2.
Qual è l’organigramma attuale di GP2?
Oggi in azienda sono presenti tre funzioni principali, più alcune risorse in outsourcing. L’ing. Gianni Peluchetti è amministratore e direttore tecnico responsabile dello sviluppo dei sistemi e dei progetti, mentre il sottoscritto (ing. Paride Gregorini, ndr) è responsabile della ricerca e sviluppo e della area commerciale e sistema qualità. Poi è presente una segreteria amministrativa (funzione sviluppata dalla società partecipante SISPA Quality), e alcuni tecnici ed organizzazioni esterne per attività specifiche quali sviluppo software prove in campo e di laboratorio, etc.
Chi tra i fondatori ha avuto il ruolo di primo impulso?
L’ideazione del progetto ha preso parte dalle competenze dell’ing. Peluchetti in campo tecnico del monitoraggio delle infrastrutture, e me per quanto riguarda le competenze in campo organizzativo-gestionale.
In considerazione del particolare momento storico mondiale, quali sono le strategie che pensate di mettere in atto per farvi conoscere dai big internazionali del settore?
Le strategie per portare GP2 sul mercato sono diverse. Dai contatti diretti con possibili player del settore quali concessionari autostradali, enti ed amministrazioni pubbliche e aziende private, alla presenza sui social (Linkedin in particolare) e sui media, dalle partecipazione ad associazioni (Confindustria Brescia Club delle Startup) per finire al lavoro di intercettazione delle agevolazioni e finanziamenti del piano PNRR che verranno messi in campo sul tema dell’aggiornamento e monitoraggio del parco infrastrutturale nazionale (ponti, gallerie, scuole, edifici, etc.)
In tema di exit strategy, prevedete una possibile IPO in Borsa?
Al momento siamo ancora piuttosto lontani da un progetto di quotazione, che potrebbe essere uno degli obiettivi. Al momento abbiamo in essere una campagna di equity crowdfunding, momentaneamente conclusa sa dopo un primo round non all’altezza delle aspettative, e stiamo comunque valutando possibili partnership con strutture che, oltre ad apportare mezzi finanziari, possano facilitare lo sviluppo tecnico commerciale di GP2.
Avete partecipato a bandi sul tema dell’innovazione?
Il nostro livello di innovazione è stato riconosciuto a livello nazionale, attraverso l’ammissione al bando Brevetti+ di Invitalia (contributo pari a 32.488 €) e al Voucher 3i di Invitalia per la presentazione ed estensione di brevetti (contributo pari a 23.600 €). Abbiamo avuto anche un riconoscimento dalla Regione Lombardia, con la ammissione al bando Brevetti 2021 (contributo pari a 11.360 €) ed al bando Archè 2020 (contributo pari a 51.521,63 €). Siamo stati scelti tra le 80 finaliste, su circa 200 partecipanti, al premio Connext 2021 di Confindustria, e a livello tecnico abbiamo ottenuto un brevetto nazionale del nostro sistema ICES (Infrastructural Control Electronic System). Infine, abbiamo depositato e sono in fase istruttoria altre quattro domande di brevetto, di cui una richiesta di estensione europea.
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