Boomers, millennials e giovanissimi sempre più digitali. Che futuro ci aspetta?
I filtri virtuali nell’attività di relazione a lungo andare potrebbero portare gli esseri umani a “disimparare” quasi del tutto il corretto modo di socializzare. Ci aspetta un futuro fatto di solitudine?
Sempre di più i millennials e i più giovani – per non parlare dei giovanissimi – sono in perenne connessione con internet e i social media, e scorrendo in sù le fasce d’età anche l’estremo inferiore dei c.d. babyboomers (quelli compresi tra i 48 e i 60 anni di età) hanno oggi grandissima familiarità con il mondo virtuale, tanto da averne fatto una sorta di “seconda casa” in fatto di percezione e gestione delle relazioni sociali. I motivi di questo fenomeno dilagante sono tanti e svariati: Internet è diventato prestissimo un mezzo di comunicazione a tutti gli effetti – alcuni tra i primissimi giornali online hanno già compiuto i 25 anni di età – e viene usato sia per intrattenimento che per studio o lavoro. Ma è effettivamente così preoccupante questo “abuso” del digitale, e soprattutto quali controindicazioni porta per gli utenti più assidui?
Quanto sono “digitali” gli italiani?
Secondo alcuni dati di Kepios, agenzia di consulenza strategica che si occupa di studiare il comportamento digitale degli utenti, nel 2022 circa l’84% degli italiani ha accesso ad Internet e lo usa quotidianamente. L’Italia, quindi, si pone sopra la media mondiale, pari al 62,5%. Altro dato molto interessante è il tempo medio trascorso su Internet quotidianamente: gli utenti italiani di età compresa tra i 16 e i 64 anni trascorrono su Internet circa 6 ore e 10 minuti al giorno, ossia un quarto di giornata. Ciò accade per diversi motivi. Innanzitutto, il Web è una fonte di istruzione ormai fondamentale, e molta della attività di formazione che ancora fino al 2019 si svolgeva prevalentemente in aula, oggi viene svolta attraverso i corsi digitali, che si possono trovare ovunque al pari dei video tutorial. In secondo luogo, Internet è una fonte di informazione capillare, fatta da milioni di testate giornalistiche online, blogs e vlogs di ogni tipo e materia. Infine, per molti – soprattutto per i giovanissimi nativi digitali – il Web è una fonte di intrattenimento con i suoi podcast, streaming musicali, video, videogames e molto altro.
La Rete è anche un modo per relazionarsi ad altri utenti e condividere i propri momenti. Sempre secondo Kepios, quasi 8 italiani su 10 ha uno o più account social. E, sui social media, gli italiani trascorrono poco meno di due ore al giorno (in media). Insomma, gli italiani sono sempre più digitali, ed in particolare i più giovani. Ma tutto questo iperdosaggio di realtà digitale-virtuale non è privo di controindicazioni. In primis per via dell’eccessivo utilizzo dei social media, che può risultare dannoso anche per l’ambiente dato il costante consumo energetico che le infrastrutture Internet richiedono: un’ora di streaming, per esempio, produce una quantità di CO2 che varia dai 150 ai 1000 grammi; TikTok, invece, è il social media più inquinante di tutti, poiché emette più di 2,5 grammi di C02 al minuto.
C’è da preoccuparsi?
L’avvento di Internet nella vita di tutti i giorni è stato graduale ma rapido, e si è svolto nel giro di un solo salto generazionale (dai babyboomers ai millennials), da cui è poi dilagato verso i più giovani. Dopo soli 30 anni (scarsi), quindi, nelle stesse famiglie oggi convivono individui poco avvezzi – o del tutto ignoranti – in materia di Internet e individui che fanno del collegamento costante alla Rete la propria ragione di vita, con tutto ciò che ne consegue in termini di rischi per gli adolescenti, esposti come sono al pericolo di subire cyber bullismo o adescamento e furto d’identità; per non parlare del fenomeno dei crimini sessuali online, strettamente collegati all’utilizzo intensivo dei social media.
Nonostante per alcuni anni le vecchie generazioni si siano impegnate in un disperato tentativo di tenere le nuove leve il più possibile lontane dai device elettronici, la Rivoluzione Digitale non ha conosciuto ostacoli, e presto ci si è resi conto che era impossibile tornare indietro. Tanto vale, quindi, analizzare i benefici che smartphone e computer portano nel momento in cui vengono utilizzati nel giusto modo. Per quanto l’esplosione del Web abbia significato l’agonia della carta stampata, è anche vero che, a compensazione, oggi esiste la possibilità di informarsi dalle fonti più disparate su tutti gli argomenti desiderati, anche in lingua straniera (persino con un comodo traduttore, per i più pigri). Internet, inoltre, con la possibilità di farci conoscere il mondo in tutte le sue sfaccettature, ci aiuta ad imparare nuove cose e incentivare la nostra creatività e fantasia. Inoltre, il digitale ha reso le nostre vite più comode, e per molti oggi rappresenta un mezzo indispensabile per la vita di tutti i giorni (dalla scuola alla spesa alimentare).
Semmai, bisognerebbe chiedersi quale potrà essere il passo successivo, e dove ci porterà l’innovazione tecnologica e digitale con la sua rapidissima evoluzione. Infatti, fino a 200 anni fa il mondo è migliorato a un ritmo piuttosto lento. A partire dall’inizio della Prima Rivoluzione Industriale – oggi siamo già alla quarta – invece, i ritmi si sono accelerati e il mondo è cambiato. L’aspettativa media di vita, per esempio, è passata da meno di 30 anni di fine Ottocento a più di 70 anni nel Secondo Dopoguerra, determinando un crescente bisogno di materie prime agricole. Ma è negli ultimi vent’anni che queste trasformazioni sono state rapidissime. Dalla fine dell’Ottocento ad oggi, tuttavia, un unico filo conduttore ha guidato la Società Umana e industriale verso le vette che conosciamo oggi: la Tecnologia. Quest’ultima è stata la protagonista di questa modificazione delle nostre abitudini e dei nostri stili di vita. Si è passati dalle lettere e cartoline – che arrivavano quando ormai si era tornati in città – alle foto e ai selfie inviati per raccontare in tempo reale una vacanza o un viaggio di lavoro; oppure dal “rito” della visita al direttore della banca – che aveva un carisma pari a quello del vescovo o di un deputato – ad avere la banca a casa propria, su un semplice smartphone dal quale possiamo fare qualunque operazione, anche le più complesse.
Il futuro imminente ci parla di nuove frontiere della tecnologia, dal lavoro ibrido al c.d. Metaverso, passando per intelligenza digitale e machine learning. Mixed reality (un mix tra realtà aumentata e virtuale), robot casalinghi, social media e sostenibilità rappresentano le tendenze tecnologiche del momento, e sembrano portarci sempre di più verso forme strutturali di distanziamento sociale che, a ben vedere, potrebbero causarci difficoltà di relazione. Tra venti e trenta anni, secondo gli esperti, i giovanissimi di oggi potrebbero aver consolidato l’abitudine di esprimere l’80% della propria vita di relazione (scuola, formazione, amicizia e relazioni sociali, lavoro e intrattenimento) in modalità virtuale. Il timore è che, a questa immersione massiva nel mondo digitale, potrebbe opporsi una simmetrica “disabitudine” alle modalità tradizionali di relazione diretta tra le persone. In parole povere, i filtri virtuali a cui già oggi siamo abituati, a lungo andare potrebbero portare gli esseri umani ad aver “disimparato” quasi del tutto a socializzare nel modo corretto, in un futuro fatto di persone sempre più isolate all’interno delle proprie case – a loro volta sempre più piccole – e, di conseguenza, sempre più sole.
Articolo ispirato dal link: https://internet-casa.com/news/utilizzo-internet-italiani-social-media/