Novembre 3, 2024

Caso Eurovita, ora si rafforzi la “catena” della fiducia tra cliente, intermediario e istituzioni

Il caso Eurovita vede come potenziali vittime non solo i clienti, ma anche i consulenti finanziari che hanno confidato sulla solidità del sistema assicurativo. Marucci (Federpromm): adesso è necessario rafforzare la “catena” del rapporto fiduciario cliente, consulente, intermediario e istituzioni.

L’IVASS, con provvedimento n. 75800 del 30 marzo 2023, ha prorogato fino al 30 giugno 2023 la sospensione dei riscatti dei contratti di assicurazione e di capitalizzazione stipulati con Eurovita S.p.A.. Con questa decisione, gli organi istituzionali preposti alla vigilanza sul sistema assicurativo italiano hanno posto la compagnia in amministrazione straordinaria (sia per la Holding che per Eurovita spa), ed è stato nominato come commissario Alessandro Santoliquido per la gestione straordinaria. Inoltre, è stato nominato un Comitato di sorveglianza composto da Antonio Blandini (presidente), Sandro Panizza e Monica Biccari, con i quali si spera che entro la data del 30 giugno 2023, coincidente con la fine del commissariamento, tutte le attività ordinarie e le problematiche connesse ai rimborsi o disinvestimenti da parte dei clienti siano state risolte. 

Il tema è caldo, anche perché negli ultimi dieci anni il sistema bancario ha spinto il pedale dell’acceleratore sui servizi di “bancassicurazione”, per via dei maggiori ricavi assicurati al proprio conto economico; pertanto, la “faccenda Eurovita”, con il suo naturale portato di perdita di fiducia, rischia di abbattersi come un ciclone sull’architettura dell’attuale offerta bancaria e sulla sicurezza dei prodotti di investimento suggeriti alla clientela.  Infatti, quando una compagnia assicurativa viene posta in amministrazione straordinaria, vuol dire soltanto che esistono problemi di cattiva gestione, per cui l’obiettivo è quello di proteggere gli interessi dei sottoscrittori delle polizze e degli altri creditori dell’assicurazione. L’amministratore straordinario Santoliquido (nella foto) cercherà di individuare le cause dei problemi della compagnia assicurativa e di stabilizzare la situazione finanziaria dell’azienda. Ciò potrebbe comportare la cessione di parti dell’attività o il risanamento delle finanze attraverso un piano di ristrutturazione, in modo da garantire la continuità della gestione e la restituzione degli investimenti ai sottoscrittori delle polizze. Tuttavia, la situazione può variare notevolmente a seconda della gravità dei problemi della compagnia assicurativa e del successo delle azioni intraprese dall’amministratore straordinario.

In casi estremi, potrebbe essere necessario il fallimento della compagnia, che comporterebbe la liquidazione dell’attività e la distribuzione dei proventi ai creditori, compresi i sottoscrittori delle polizze. Tuttavia, questa ipotesi sembra lontanissima, poichè il governo Meloni sta valutando un’operazione di sistema che coinvolga le banche distributrici e altri assicuratori, mentre Generali, Intesa Sanpaolo e Poste sarebbero pronte a intervenire. A Eurovita in questo momento servono però almeno 300 milioni di euro, dopo che il fondo Cinven ha già messo sul piatto 100 milioni di euro. In ogni caso, il denaro investito dai sottoscrittori delle polizze è protetto innanzitutto dalla natura della polizza sottoscritta: se di Ramo III (unit linked con fondi esterni) la valorizzazione degli investimenti è garantita dall’andamento delle sicav/fondi scelti dall’investitore all’atto della sottoscrizione del contratto (o come modificata in momenti successivi), per cui la mala gestio della compagnia non produce per loro alcun effetto; se di Ramo I (c.d. Gestioni Separate), invece, il denaro è protetto in teoria da una serie di meccanismi di tutela, tra cui il Fondo Nazionale di Garanzia degli Assicurati e dei Risparmiatori (FNGA), che copre fino a una certa quantità di denaro investito.

E’ importante ricordare, però, che ci possono essere limiti e condizioni per l’applicazione di questi meccanismi di protezione e che, in caso di problemi finanziari della compagnia assicurativa, potrebbe esserci un rischio di perdita parziale degli investimenti.  “Il quadro della compagnia Eurovita che ha sconvolto il panorama assicurativo in Italia, sta preoccupando non poco gli operatori del settore, ma in particolare  gli oltre 360mila clienti  che (anche) attraverso il ruolo professionale svolto dai consulenti finanziari e previdenziali hanno ricevuto sempre una consulenza di alto profilo sugli investimenti in questa tipologia di prodotti e servizi”. Così Manlio Marucci (nella foto), presidente di Federpromm (affiliata Uiltucs), si è espresso a seguito delle recenti vicende che hanno interessato il caso Eurovita.

“Mentre tutti si affannano a capire le ragioni che hanno determinato queste circostanze così incresciose per il mondo dei servizi di bancassicurazione – afferma Marucci – gli operatori si chiedono come mai la compagnia non si sia preoccupata di anticipare con la dovuta chiarezza la cause oggettive che ne hanno prodotto lo stato di stress finanziario. Ciò che viene rimproverato, soprattutto, è il non aver informato ex ante e con la consueta trasparenza il mercato e i distributori delle reali condizioni in cui versava la compagnia Eurovita. Ciò ha determinato l’impossibilità, per gli stessi collocatori, di poter dare alle proprie reti di consulenti istruzioni adeguate su come comportarsi in tali condizioni”. “Federpromm sta strutturando un servizio di tutela gratuita per offrire a tutti i clienti coinvolti nelle varie tipologie di polizze di Eurovita sottoscritte, sia del Ramo I che del Ramo III,  suggerimenti sulle azioni da intraprendere affinché  non vi siano sorprese negative negli investimenti fatti; e questo indipendentemente dall’esito delle soluzioni sul piano politico che – conclude la nota del sindacato – ci auguriamo siano pienamente soddisfacenti per gli stessi investitori e gli operatori professionali”.

“Infatti – continua Marucci – i consulenti finanziari e previdenziali, in questo clima di sfiducia ed incertezza, oggi trovano difficoltà a dare spiegazioni plausibili e razionalmente convincenti che siano in grado di dare certezze e sicurezza alla propria clientela sui servizi e prodotti della compagnia Eurovita. E’ mancato e manca tuttora da parte dei soggetti collocatori e distributori una linea unitaria, trasparente e chiara sulla natura delle procedure da seguire, sulla composizione e struttura dei portafogli, sulla valorizzazione del patrimonio investito”. “Affinché sia possibile in termini reputazionali per l’intero sistema assicurativo italiano – conclude Marucci – è necessario che tutti gli interlocutori siano sensibili ed avveduti nel trovare una soluzione al risanamento dell’azienda, ma soprattutto nel dare sostegno ai 400.000 investitori che hanno a cuore i loro risparmi. Un rapporto fiduciario va vissuto e consolidato nel tempo, non può e non deve essere compromesso per problemi di cattiva gestione della compagnia. In questa fase, è determinante rafforzare la “catena” del rapporto fiduciario tra cliente, consulente, intermediario e istituzioni”.

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