Dicembre 2, 2024

Lemanik: l’equity trarrà benefici dal trend di disinflazione in corso

La disinflazione, la stabilizzazione dei tassi di interesse e un’economia resiliente dovrebbero supportare i valori degli asset. In questa fase, il portafoglio punta sui settori finanziario, industriale e chimico.
 
“Anche se il processo di normalizzazione dell’inflazione potrebbe rivelarsi lungo e non lineare, riteniamo che il picco dell’inflazione sia alle spalle e ci aspettiamo che il trend di disinflazione sia positivo per i mercati azionari nel 2023”. È l’analisi di Filippo Garbarino, gestore del fondo Lemanik Global Equity Opportunities.
 
Nel primo trimestre del 2023, i mercati azionari globali hanno registrato un livello significativo di volatilità ma sono riusciti a chiudere con un risultato positivo. L’indice MSCI World è aumentato del 5.4%.
I fattori chiave che hanno impattato i mercati sono stati:
– dati economici Usa (occupazione e vendite al dettaglio) migliori delle aspettative;
– perdurante inflazione che ha causato un deciso aumento dei tassi di interesse a febbraio;
– segnali di tensione sulle banche in Usa e in Europa, che hanno fatto scendere i tassi di interesse a marzo.
I prezzi in calo del gas naturale e la riapertura della Cina hanno aiutato il sentiment di mercato, specialmente in Europa.
 
Sei mesi fa, l’inflazione stava salendo e la Federal Reserve stava aumentando i tassi di 75 bps a ogni riunione. Oggi, l’inflazione sta scendendo gradualmente e la Federal Reserve sta aumentando i tassi di 25 bps a ogni riunione. La maggior parte delle banche centrali ha indicato che siamo molto vicini a una pausa dei rialzi dei tassi di interesse, anche alla luce delle recenti tensioni sul sistema bancario che limiteranno l’erogazione di credito. Alcuni settori, come il Real Estate, stanno attraversando un rallentamento. Tuttavia, non ci aspettiamo una forte recessione economica nel 2023. La disinflazione, la stabilizzazione dei tassi di interesse e un’economia resiliente dovrebbero supportare i valori degli asset. “A livello settoriale, in questa fase, il nostro portafoglio non ha banche e petroliferi, settori considerati troppo rischiosi. Il portafoglio è sovrappesato sul settore finanziario, industriale e chimico. I tecnologici sono leggermente sottopesati”, conclude Garbarino (nella foto).

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