Federpromm: su Eurovita non è il caso di colpevolizzare i consulenti finanziari
Necessaria prima del 30 giugno un’azione coordinata che coinvolga politica, economia, intermediari, associazioni di categoria e dei consumatori nell’azione di risanamento della Compagnia.
Di Manlio Marucci*
Sul caso di Eurovita si assiste ormai da diverso tempo ad una lettura diversificata sui media di respiro quasi apocalittico, con una rassegna stampa di settore a volte mirata sulle posizioni espresse dai vari soggetti coinvolti, non ultimo le associazioni dei consumatori che avanzano una class action nei confronti dei “colpevoli” che hanno collocato le polizze della compagnia ai propri clienti/investitori. Soprattutto – sottolinea una nota dell’organizzazione Federpromm (affiliata Uiltucs e Uilca) – in questa fase di incertezza in cui sta montando un clima di sfiducia, una sindrome da burn-out nel sistema assicurativo italiano che se non si interviene nel modo giusto nel medio-lungo termine produrrà effetti devastanti su tutta la filiera del risparmio gestito e della stessa natura dei prodotti legati alle polizza del ramo vita. Una situazione certamente imbarazzante e piena di incognite.
Finora, le proposizioni avanzate dai vari soggetti coinvolti, anche con la mediazione del Governo, non hanno prodotto risultati sufficienti a tranquillizzare gli oltre 350mila assicurati con Eurovita, e le stesse aziende interessate ad intervenire – banche, assicurazioni ed intermediari – non hanno ad oggi trovato un punto di accordo che ricapitalizzasse la società in modo da soddisfare le richieste e le aspettative dei titolari delle polizze. Non è neanche il caso di seguire l’esempio di alcune associazioni, che si sono scagliate contro i consulenti finanziari; questi ultimi, infatti, nello svolgimento della loro attività professionale si ritiene che abbiano agito sempre nell’interesse del cliente e nel pieno rispetto della regolamentazione del settore. Un’attenzione maggiore, probabilmente, andrebbe riservata al ruolo svolto dai regolatori del mercato e dagli addetti al controllo interno sulla stabilità finanziaria della compagnia, prima che esplodesse il caso del commissariamento di Eurovita.
Ipotizzare un intervento di ultima istanza per salvare Eurovita, anche attraverso la costituzione di un “fondo di solidarietà”, come è stato proposto da più parti, è prematuro, considerando che vi sono tutte le risorse finanziarie ed economiche capaci di intervenire nei rispettivi ambiti di riferimento, e sicuramente prima della fine del commissariamento saranno trovate le soluzioni migliori affinché tutti i soggetti interessati trovino la combinazione giusta per ridare credibilità allo stesso sistema assicurativo, e gli stessi clienti poter serenamente esprimere la loro volontà di riscattare le proprie posizioni legate alle polizze sottoscritte o di mantenere l’investimento fino alla durata dei singoli contratti. Nel frattempo, attraverso i propri consulenti tecnici e consulenti legali, Federpromm sta esaminando le singole posizioni dei vari clienti che si sono rivolti all’organizzazione, per affiancarli nelle varie azioni che si riterranno necessarie.