Revisione del PNRR efficace mossa strategica, ma vanno risolti i problemi per i giovani
Il Governo sta attuando la rimodulazione del PNRR richiesta dalla Commissione Europea, ma serve un’accelerazione sulla tabella di marcia per non accumulare altri ritardi, soprattutto sui giovani.
Le proposte di modifica al PNRR relative alla quinta rata, comunicate al Governo e alla Commissione Europea lo scorso 7 agosto, stanno portando a una revisione significativa del Piano stesso. Le proposte includono il differimento temporale di tredici obiettivi e l’eliminazione di sei obiettivi, che verranno finanziati attraverso altre fonti. Inoltre, c’è l’integrazione di una milestone relativa alla nuova misura della c.d. ZES Unica. Si tratta della Zona Economica Speciale, e cioè un’area del Paese in cui l’esercizio di attività economiche e imprenditoriali da parte delle aziende già operative (e di quelle che si insedieranno) può beneficiare di speciali condizioni, in relazione agli investimenti e alle attività di sviluppo dell’impresa.
Queste modifiche, se approvate, comporterebbero una significativa semplificazione della struttura del Piano, riducendo il numero complessivo di risultati, target e milestone da raggiungere entro il 31 dicembre 2023. La quarta rata, che include ventotto obiettivi, è attualmente in fase di verifica da parte dei servizi della Commissione Europea, con l’obiettivo di garantire il pagamento dei 16,5 miliardi di euro entro la fine dell’anno. Secondo Giordano Guerrieri (nella foto in basso), CEO di Finera, “è una mossa strategica per adattare il PNRR alle esigenze attuali e garantire una maggiore efficacia nell’attuazione delle misure. Queste modifiche sono fondamentali per garantire che il PNRR sia allineato alle esigenze del Paese e che gli obiettivi possano essere raggiunti in modo più efficace”.
Il Piano comprende il capitolo RepowerEU, che è cruciale per migliorare la competitività, la sicurezza energetica e la sostenibilità ambientale, come richiesto dalla Commissione Europea. In tal senso, il Governo sta attuando un lavoro molto delicato, in quanto da un lato vede la rimodulazione complessiva del PNRR, che è ancora al vaglio di Bruxelles, e dall’altro prevede un’accelerazione sulla tabella di marcia al fine di non accumulare ulteriori ritardi. A tutto questo va aggiunta la preoccupazione degli enti locali, poiché alcune modifiche del Piano comportano la cancellazione o il ritardo di finanziamenti per progetti già avviati. Il Governo sta però già collaborando con gli enti locali per garantire che tali progetti non vengano compromessi e che vengano adottate misure adeguate per garantire la rendicontazione degli obiettivi. “Il Governo sta affrontando una sfida molto difficile, per la quale sta però attuando una strategia che permetterà di migliorare e adattare il PNRR alle esigenze attuali del sistema Paese e alle richieste della Commissione Europea”, aggiunge Giordano Guerrieri.
In tema di revisione del PNRR si fa sentire anche il Consiglio Nazionale dei Giovani, che chiede a gran voce la creazione di quote finanziarie di riserva generazionale in alcuni interventi. Infatti, secondo ANAC in 7 appalti su 10 non è stata rispettata la clausola di assunzione dei giovani, nel 40% dei casi senza neanche specificare il motivo della mancata applicazione della norma. Per bocca della presidente Maria Cristina Pisani (nella foto), il Consiglio Nazionale dei Giovani ha effettuato alcune richieste specifiche. In particolare, è stato chiesto al Governo di implementare una fiscalità generazionale, con sgravi fiscali maggiori, o bonus rafforzati riservati agli under 36; inoltre, di ricollocare i 358 milioni di euro non impiegati a favore dell’imprenditorialità giovanile, aggiungendo alla tipologia dalla vocazione turistica anche quella creativa e culturale.
Le ragazze ed i ragazzi sono tra i più colpiti dalla povertà energetica, con una situazione finanziaria molto precaria che li rende maggiormente vulnerabili di fronte agli squilibri macroeconomici e ai crescenti costi energetici. Pertanto, il Consiglio Nazionale dei Giovani aggiunge che è necessario garantire un’effettiva assegnazione degli alloggi agli studenti che ne hanno bisogno, e assicurare l’assegnazione di borse di studio a tutti gli studenti idonei, grazie anche al raggiungimento della milestone sul Servizio Civile Universale. In particolare, il problema del c.d. housing universitario – di cui si parla molto spesso sui media – secondo Maria Cristina Pisani richiede un’accelerazione dell’investimento degli oltre 960 milioni di euro già stanziati per la realizzazione di nuovi alloggi (60.000 posti aggiuntivi entro giugno 2026), poichè solo il 5% degli studenti ha accesso alle residenze universitarie, a fronte del 20% per i giovani del resto d’Europa”.