Settembre 17, 2024

I “guru” delle cripto valute cadono uno dietro l’altro

Sam Bankman-Fried è l’ultimo ”guru” delle  cripto valute ad essere accusato di aver distratto i soldi dei clienti. 8 miliardi spesi in contributi politici, proprietà immobiliari, donazioni e investimenti personali.

Nel cripto-mondo nato dall’idea del celebre – o famigerato? – Satoshi Nakamoto, le piattaforme (c.d. exchange), concepite per essere un sistema decentralizzato e privo di intermediari, sono diventati presto i peggiori luoghi virtuali dove detenere i cripto-risparmi, e quello di Ftx è solo l’ultimo caso di società che operano senza una idonea regolamentazione e senza osservare le più elementari forme di trasparenza.

Dal 2019 ad oggi, sono circa 300 le piattaforme nate, fallite per vari motivi o scomparse da un giorno all’altro, alcune con il servizio che improvvisamente non risultava più accessibile o beffardamente “in manutenzione”. Non sono state poche quelle dissolte nel nulla lasciandosi dietro una scia di creditori e di risparmiatori truffati. Ftx, per esempio, deve solo ai maggiori 50 creditori circa 3,1 miliardi di dollari, ma dietro di questi c’è un milione di altri clienti e investitori, per i quali il recupero delle somme investite appare solo parzialmente possibile, e non in tempi brevi.

Il CEO di Ftx, Sam Bankman-Fried, in pratica, si è reso responsabile di un fallimento totale dei controlli aziendali e di un’assenza totale di informazioni finanziarie affidabili, tanto da far definire Ftx come la “Lehman Brothers delle cripto”. Eppure, già nel 2014 il fallimento della piattaforma Mt.Gox – che nel momento di massimo fulgore concentrava il 70% delle transazioni in Bitcoin – fece scalpore per via di quello che a quel tempo era un crac di dimensioni enormi per le cripto valute: “evaporarono” 850.000 Bitcoin, ritrovati solo in parte, che allora valevano 450 milioni di dollari, mentre oggi il loro valore sarebbe di circa 14 miliardi; questo spiega il perché i creditori stanno ancora provando a recuperare i propri soldi, otto anni dopo.

Nel processo a Sam Bankman-Fried, 31 anni, di Stanford (California), è accusato anche di aver mentito a società e istituti che hanno prestato soldi a Ftx e adesso rischia una pena di 110 anni di carcere. Lo schema è venuto alla luce quando i depositi della compagnia sono andati in collasso: più di otto miliardi di dollari versati dai clienti erano letteralmente spariti, spesi in contributi politici, proprietà immobiliari, donazioni e investimenti personali. La “grande menzogna” di Bankman-Fried venne fuori per via di un rapporto pubblicato dal sito specializzato in cripto valute CoinDesk, che aveva messo in dubbio la salute della società sorella di Ftx, Alameda Research; questo ha scatenato le richieste di ritiro del denaro da parte dei clienti dell’exchange, ma Ftx non è riuscita a far fronte ai prelievi, e ha presentato istanza di fallimento. Un mese dopo, Bankman-Fried è stato arrestato alle Bahamas, dove aveva sede Ftx, ed estradato negli Stati Uniti.

Il problema, per i clienti di Ftx, era che depositavano i propri soldi non in un conto regolamentato di una banca – o presso una banca depositaria, come accade per il risparmio gestito – bensì nelle casse di Ftx, e poi li usavano per acquistare o vendere Bitcoin, Ethereum o centinaia di altre monete digitali, e i ricavi venivano accumulati nei “conti” aperti nella piattaforma, i quali però non costituivano “patrimonio separato” da quello di Ftx. Da qui la possibilità, per il CEO di Ftx, di manovrare queste enormi masse di denaro per finalità diverse da quelle per cui erano state accumulate dai clienti. Tra i clienti c’era Alameda, una società di scambi che, grazie a Bankman-Fried, ha potuto avere prestiti smisurati e finanziamenti per progetti andati in fumo. Ora, il processo potrebbe influenzare il destino dell’industria delle cripto valute. Infatti, la brusca caduta di Ftx ha provocato un’onda d’urto e una diffusa preoccupazione sulla sicurezza e l’affidabilità delle altre piattaforme Exchange, generando un effetto domino che ha coinvolto molte altre importanti istituzioni. Ma non è tutto. Dal quasi scontato verdetto di colpevolezza potrebbero derivare l’aumento delle preoccupazioni per le attività fraudolente e la conseguente richiesta di una maggiore regolamentazione degli scambi sulle cripto valute, scoraggiando l’afflusso di capitali nelle società di settore.

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