Gli stupefacenti come strumento di colonizzazione economica. Il ribaltamento di posizioni tra Cina e USA

A metà ‘800 l’oppio è stato usato dalla Gran Bretagna per colonizzare la Cina. Allo stesso modo, oggi la Cina usa il Fentanyl per destabilizzare gli Stati Uniti.
Di Valerio Giunta*
La storia dell’oppio nell’età moderna è anche una storia di guerre e colonialismo, con le prime a fare da corollario alla sete di conquista dei grandi imperi dell’epoca. Uno dei casi più famosi di utilizzo dell’oppio come strumento di colonizzazione è la Guerra dell’Oppio (1839-1860), combattuta tra l’Impero Qing e la Gran Bretagna, causata dal rifiuto da parte della Cina di importare oppio dal Regno Unito.
Nella prima metà dell’800, infatti, l’oppio era una droga molto diffusa in Cina, e la sua importazione per mano inglese stava causando gravi problemi sociali ed economici al paese. Il governo cinese, guidato dall’imperatore Daoguang, cercò di porre fine al traffico di oppio, ordinando la confisca di tutte le partite di droga presenti nel paese. La Gran Bretagna, che aveva un grande interesse commerciale nel commercio dell’oppio, volendo riequilibrare la bilancia commerciale gravemente in negativo con la Cina, rispose alla decisione cinese con la guerra, che grazie alle cannoniere inglesi si concluse con la vittoria della Gran Bretagna e l’imposizione del trattato di Nanchino. Con quest’ultimo, la Cina si impegnava a concedere l’apertura di cinque porti al commercio britannico, dei governatorati compiacenti, e la cessione dell’isola di Hong Kong.
La guerra dell’oppio fu un evento traumatico per la Cina, e segnò l’inizio del declino dell’Impero Qing. Ma soprattutto, la guerra dimostrò come il traffico di droga possa essere utilizzato come un’arma politica per sottomettere un popolo e conquistare un territorio. Ai giorni nostri, un esempio chiaro di tale strategia bellica non convenzionale è rappresentato dal Fentanyl, che nel XXI secolo sembra essere diventato un nuovo strumento di colonizzazione. Il Fentanyl è un oppiaceo sintetico a basso costo, molto potente e facile da produrre. Negli Stati Uniti, il suo consumo è responsabile di migliaia di morti ogni anno. Esso viene prodotto principalmente in Cina (almeno per le materie prime che lo compongono) e viene poi esportato negli Stati Uniti. Il governo cinese ha preso alcuni provvedimenti – per molti considerati di facciata – per contrastare il traffico di Fentanyl, ma il problema rimane grave. Infatti, il Fentanyl è una minaccia per la salute pubblica negli Stati Uniti, e sta causando al Paese problemi sociali ed economici talmente gravi da far ipotizzare che questa droga venga usata come arma politica per destabilizzare gli Stati Uniti e indebolire la sua posizione globale.
Nel XXI secolo, la Cina è diventata una potenza economica globale ed è probabilmente interessata a mantenere un controllo sul mercato degli oppiacei, sia per motivi economici che geopolitici. Durante il recente incontro di Biden con Xi Jinping, oltre agli altri temi sul tavolo, è stata posta attenzione proprio su questa particolare sostanza stupefacente, e non sono pochi coloro che vi hanno visto un tentativo da parte degli Stati Uniti di esercitare pressione sulla Cina per contrastare il traffico di Fentanyl attraverso la richiesta alla Cina di intensificare i controlli sulla produzione e l’esportazione di precursori chimici del Fentanyl. La Cina ha apparentemente accettato di cooperare, ma ha anche fatto pressioni sugli Stati Uniti per riaprire il commercio e superare le nuove barriere doganali imposte su tanti prodotti cinesi da Biden con l’Inflation Reduction Act (IRA).
Con quest’ultimo disegno di legge, approvato dal Congresso degli Stati Uniti nel 2022, oltre allo scopo di ridurre l’inflazione si prevedono alcune misure come il divieto di importazione di tecnologia dalla Cina. Giustificato apparentemente dal fatto che la Cina è un’economia non di mercato, e che il suo governo usa la tecnologia per scopi militari, il furto di proprietà intellettuale e la sorveglianza di massa, tale divieto si applica a una vasta gamma di prodotti, tra cui semiconduttori, apparecchiature di telecomunicazione, software e macchinari, e rappresenta un colpo significativo per l’economia cinese. Infatti, la Cina è un importante esportatore di tecnologia, e il divieto sta portando ad una riduzione delle esportazioni cinesi e a un aumento dei prezzi dei prodotti tecnologici negli Stati Uniti.
Il ribaltamento della posizione. Il divieto imposto dall’IRA rappresenta un ribaltamento della posizione rispetto alla guerra dell’oppio. Nel XIX secolo, infatti, la Cina era la vittima del traffico di oppio, mentre la Gran Bretagna era la potenza dominante. Nel XXI secolo, la Cina è diventata la potenza dominante, e gli Stati Uniti sono la vittima del traffico di Fentanyl. Pertanto, la Cina ha imparato la lezione dalla guerra dell’oppio, e rende apparentemente pan per focaccia? Qualunque sia la risposta, il divieto imposto dall’IRA è un segnale della crescente tensione tra le due potenze, e questo ribaltamento di posizioni tra Cina e Stati Uniti ha importanti conseguenze geopolitiche e potrebbe avere un impatto significativo sul futuro del mondo.
Ecco alcuni possibili scenari futuri:
– La Cina potrebbe decidere di ripiegare e accettare le richieste degli Stati Uniti. Questo potrebbe portare a una riduzione del traffico di Fentanyl, ma potrebbe anche indebolire la posizione della Cina nel mondo.
– La Cina potrebbe decidere di sfidare le richieste degli Stati Uniti. Questo potrebbe portare a un’escalation delle tensioni tra le due potenze, con conseguenze imprevedibili.
– La Cina potrebbe trovare un modo per aggirare il divieto imposto dall’IRA. Questo potrebbe portare a una situazione di stallo, con entrambe le parti che cercano di ottenere il massimo vantaggio.
Solo il tempo dirà quale scenario si realizzerà.
*AD di Startup Italia e Founder di Banking People