Gas naturale: prezzi stabili nonostante gli eventi di geopolitica
Che impatto hanno i conflitti in Israele, gli attacchi dei ribelli Houthi e la guerra tra Russia e Ucraina sul mercato del gas in Europa e negli Stati Uniti?
di Walid Koudmani, chief market analyst di XTB
Gli eventi geopolitici in tutto il mondo, tra le altre mille preoccupazioni, stanno suscitando preoccupazioni per i prezzi del gas e ricordano il 2022, quando l’Europa non poteva più fare l’abituale affidamento sulle forniture di gas russo. Eppure, oggi l’Europa dispone di un’offerta di gas fortemente diversificata. Il conflitto tra Israele e Hamas, infatti, ha avuto un impatto minimo sugli effettivi flussi di gas a livello mondiale, ed ha invece favorito un ambiente favorevole ai militanti Houthi, che prendono di mira le navi mercantili che attraversano il Mar Rosso fino al Canale di Suez. Com’è noto, l’escalation degli attacchi ha spinto molti vettori a reindirizzare le forniture, dirottando gran parte del petrolio e del gas intorno all’Africa, aumentando significativamente i tempi e i costi di consegna. Vale la pena notare che prima del conflitto, circa l’8% di tutto il commercio di GNL utilizzava la rotta che attraversava la regione.
Per quanto riguarda il mercato statunitense, mentre il recente freddo record ha messo sotto pressione la domanda, la produzione interna di gas del paese è rimasta resiliente, contribuendo a mitigare gli aumenti di prezzo. Inoltre, le esportazioni di GNL degli Stati Uniti sono aumentate, contribuendo all’offerta globale di gas, e gli Stati Uniti attualmente forniscono circa il 50% del GNL all’Europa, e si prevede che questa quota aumenterà nella seconda metà del 2024 con l’entrata in funzione della nuova capacità di esportazione. Inoltre, l’Europa può fare affidamento sulle forniture di gas tramite gasdotti provenienti da Norvegia, Algeria e Azerbaigian, mentre il ruolo della Russia è diminuito.
Nonostante il gas GNL destinato a raggiungere l’Europa attraverso il Canale di Suez venga dirottato con costi maggiori e con tempi di consegna più lunghi, l’Europa dispone di riserve di gas sufficienti per soddisfare il fabbisogno attuale e quello del prossimo inverno. I più, l’autunno mite e l’inizio dell’inverno in Europa hanno reso evidenti gli effetti del cambiamento climatico, viste le temperature moderate fino a tutto Dicembre 2023. Tuttavia, l’Europa ha adottato misure per diversificare le proprie forniture di gas e ha iniziato ad accumulare riserve. Attualmente, gli impianti di stoccaggio in Europa sono pieni al 72%, rispetto a una media quinquennale del 62%, e si prevede che i livelli di stoccaggio supereranno il 50% alla fine del periodo invernale più freddo, garantendo una copertura parziale già per il prossimo inverno.
Questo scenario si riflette nella curva dei prezzi forward del mercato del gas. Si prevede che il prezzo del gas TTF per la consegna ai porti olandesi rimarrà relativamente stabile fino all’inizio dell’autunno 2024, con prezzi leggermente più alti per il periodo invernale del prossimo anno. Sebbene i prezzi del gas rimangano leggermente elevati rispetto ai livelli pre-pandemia, non vi sono indicazioni che torneranno ai livelli esorbitanti di 100, 200 o addirittura 300 euro per MWh osservati durante il culmine della pandemia, la guerra in Ucraina e la crescita del tasso d’inflazione.
Naturalmente, nel caso di un inverno rigido e prolungato o di una riduzione delle importazioni di gas dagli Stati Uniti, i prezzi del gas potrebbero aumentare in Europa, ma le proiezioni del mercato globale del gas suggeriscono che il mercato rimarrà complessivamente equilibrato. Anche negli Stati Uniti, infatti, il surplus di offerta del mercato del gas è attualmente significativo, con le scorte di gas superiori di circa il 10% rispetto alla media quinquennale e del 13% in più rispetto a un anno fa. Si prevede che le scorte raggiungeranno il 20-25% al di sopra della media storica entro la fine della stagione di riscaldamento, creando potenzialmente il più grande surplus di offerta della storia.
Nonostante questo surplus, i prezzi spot del gas negli Stati Uniti possono variare in modo significativo a seconda dei modelli stagionali della domanda. I periodi di congelamento possono far salire i prezzi spot di diverse centinaia di punti percentuali nelle regioni chiave del riscaldamento, anche se i prezzi futures rimangono relativamente stabili. Si prevede che l’attuale sovrapproduzione rispetto alla domanda manterrà bassi i prezzi complessivi del gas negli Stati Uniti. Ridurre la produzione non è conveniente, poiché riavviarla può essere costoso. Pertanto, è più economico estrarre e immagazzinare il gas per potenziali future interruzioni della fornitura, il che porta a spingere i prezzi attuali ancora più in basso. Nel complesso, quindi, anche se le tensioni geopolitiche potrebbero rappresentare delle sfide, il mercato globale del gas sembra essere resiliente e ben fornito. Gli Stati Uniti, con le loro vaste riserve di gas e la crescente capacità di esportazione, sono ben posizionati per svolgere un ruolo stabilizzatore nel mercato, anche se la domanda globale aumenta.
Quale sarà il futuro dei prezzi in Europa e negli Stati Uniti? Mentre il panorama geopolitico continua ad evolversi, si prevede che la tendenza generale dei prezzi del gas in Europa e negli Stati Uniti rimarrà al ribasso. È probabile che la disparità tra i prezzi del gas negli Stati Uniti e in Europa si riduca leggermente man mano che la nuova capacità di esportazione negli Stati Uniti entrerà in funzione, aumentando l’offerta verso l’Europa e l’Asia. Attualmente, i prezzi del gas naturale in Europa si aggirano al di sotto dei 30 €/MWh, e si prevede che rimarranno stabili fino all’inizio dell’autunno. Mentre il mercato prevede un leggero aumento per il periodo invernale intorno ai 35 €/MWh, l’afflusso di gas dagli Stati Uniti nella seconda metà dell’anno potrebbe spingere i prezzi ancora più in basso, potenzialmente sotto i 20 €/MWh. Tuttavia, il protrarsi delle tensioni geopolitiche potrebbe interrompere questa traiettoria.