Aprile 26, 2024
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Che effetti avrà sui mercati finanziari il voto in Germania?

Secondo Tobias Burggraf di Ethenea Independent Investors, i mercati finanziari sembrano completamente indifferenti all’eccitazione che circonda le elezioni del Bundestag. Tuttavia, con i negoziati di coalizione ancora completamente aperti, si aspetta una maggiore volatilità.

La chiusura delle urne in Germania e i suoi risultati preliminari vedono la SPD con il 25,7%, appena davanti alla CDU con il 24,1%, seguita dai Verdi (14,8%), la FDP (11,5%), l’AfD (10,3%) e la sinistra (4,9%). Stando così le cose, parecchi indizi fanno pensare che i negoziati di coalizione saranno complicati, con tante opzioni sul tavolo a rendere apertissima per ciascun partito la scelta del partner di un possibile governo.

Al momento, si fanno strada tre possibili coalizioni: una tra SPD, FDP e i Verdi (la cosiddetta coalizione “Ampel” che significa “semaforo” per via dei colori dei partiti coinvolti), una tra CDU/CSU, FDP e i Verdi (la cosiddetta coalizione “Jamaica”) o una grande coalizione di CDU/CSU e SPD. La coalizione “Jamaica” sembra essere la più probabile. La CDU/CSU e la FDP, infatti, potrebbero attuare gran parte della loro politica economica e finanziaria e calmare la classe media tedesca eliminando una volta per tutte lo spettro della tassa patrimoniale, soprattutto perché la sua realizzazione concreta è comunque incerta alla luce del principio di uguaglianza. Tuttavia, si dovrebbero fare concessioni nella politica sociale, per esempio stabilendo un salario minimo di dodici euro, e allo stesso tempo fissare obiettivi climatici molto più ambiziosi, per esempio sotto forma di rinuncia anticipata all’uso della lignite. In breve: la CDU/CSU e la FDP come spina dorsale dell’economia tedesca, i Verdi come salvatori del clima e coscienza verde, e quindi una situazione vantaggiosa per tutti.

Ma la coalizione “semaforo” sarebbe anche possibile. Olaf Scholz ha pubblicamente sottolineato più volte che può ben immaginare una coalizione con i Verdi. Tuttavia, l’ala sinistra della SPD intorno a Saskia Esken e Kevin Kühnert non dovrebbe fare grandi concessioni alla FDP. Allo stesso tempo, Christian Lindner (FDP) non si stanca di sottolineare che con lui non ci sarà uno spostamento a sinistra. Come intende raggiungere questo obiettivo in un governo di sinistra-verde rimane ancora un interrogativo. Il fatto che Christian Lindner intenda assumere la carica di ministro delle finanze renderà probabilmente le trattative ancora più difficili. In generale, vediamo un leggero vantaggio per una coalizione “Jamaica” rispetto a una coalizione “semaforo”.

Infine, Tobias Burggraf considera improbabile una rinascita della grande coalizione con la CDU/CSU come junior partner. In caso di dubbio, dopo 16 anni di governo, la CDU/CSU userà la prossima legislatura per rinnovarsi con lo scopo di essere in grado di attaccare nuovamente tra quattro anni. Lo stesso vale per una coalizione di CDU/CSU, SPD e FDP (la cosiddetta coalizione “tedesca” a causa della somiglianza con la bandiera). La SPD avrà probabilmente difficoltà a raggiungere i suoi obiettivi politici e ad accrescere la sua visibilità accanto ai liberali e ai conservatori.

E in che modo si stanno comportando i mercati finanziari? Sono completamente indifferenti all’eccitazione che circonda le elezioni del Bundestag. Dopo che il DAX ha chiuso venerdì circa dello 0,7 per cento in meno a 15.530 punti, i futures stanno negoziando circa lo 0,60 per cento in più prima dell’apertura della borsa. Questo è probabilmente dovuto principalmente al fatto che alla fine la coalizione rosso-rosso-verde temuta dall’economia non è andata in porto. Tuttavia, sullo sfondo dei negoziati di coalizione ancora completamente aperti, gli investitori dovrebbero essere preparati a momenti di maggiore volatilità. I rendimenti dei Bund decennali sono saliti bruscamente la scorsa settimana a causa dell’imminente riduzione degli acquisti di obbligazioni da parte della Federal Reserve, ma anche qui i futures sui Bund mostrano scarso movimento, e l’EUR/USD sembra aver trovato un punto stabile a 1,17.

In ogni caso, qualunque sia il risultato finale delle alleanze di governo, una cosa è certa: la Germania è a un bivio e il futuro governo determinerà in modo decisivo il futuro del paese. Quasi tutti i partiti hanno sposato la causa della digitalizzazione e del cambiamento climatico. Se il governo nascente riuscirà a stabilire le giuste premesse, entrambi dovrebbero agire come un ulteriore impulso per far avanzare la trasformazione dell’economia e rendere la Germania pronta per il futuro. Anche i mercati dei capitali dovrebbero beneficiarne.

Enasarco, sul voto lo spettro dell’astensione. I candidati: capire le ragioni e coinvolgere gli iscritti

Siamo quasi alla fine della tornata elettorale di Enasarco, e la “lista dell’astensione” si conferma quella dominante, con una percentuale che potrebbe raggiungere l’85% degli aventi diritto al voto. Parola d’ordine per chi governerà: capire i motivi del disagio di una categoria.

Mancano ancora 2 giorni al termine della tornata elettorale di Enasarco, e chi sperava in una partecipazione massiccia alle votazioni – peraltro con modalità online – si sta rapidamente ricredendo. Infatti, mentre scriviamo, pare abbiano votato (tra agenti e ditte) poco più di 28.000 iscritti, e quindi si stima che il totale dei votanti, la sera del 7 Ottobre, potrà essere pari a circa 30.000 o poco più, su un numero complessivo di aventi diritto al voto pari a circa 220.000 iscritti alla cassa di previdenza complementare di agenti di commercio e consulenti finanziari.

Nonostante ci sia un leggero aumento rispetto alle elezioni del 2016 (meno di 26.000 votanti allora), non si può certo essere soddisfatti di una astensione di proporzioni davvero enormi. La base elettorale di una istituzione così importante, infatti, dovrebbe essere in grado di esprimere mediamente almeno 50-60.000 voti (e continuerebbero ad essere pochi…) per legittimare la governance nei quattro anni successivi.

Pertanto, a prescindere dal risultato che verrà evidenziato dalle urne, quello del coinvolgimento degli iscritti alla vita dell’Ente – da richiedere non solo in occasione delle elezioni – sembra accomunare diversi candidati “di peso”, pronti a rivestire il ruolo di delegati in assemblea oppure ad ambire a quello di consigliere in C.d.A..

Secondo Valerio Giunta (lista Consulenti Finanziari Uniti in Enasarco) “ad oggi ha votato una percentuale esigua rispetto ai 220mila agenti attualmente attivi. Ciò che più mi ha impressionato è che in questa tornata elettorale i toni accesi e le vicendevoli azioni a tratti diffamatorie hanno impedito uno svolgimento costruttivo del dibattito interno, con una conseguente disaffezione degli iscritti verso la partecipazione al voto. Sinceramente, a volte mi è sembrato di leggere le pagine di Novella 2000 invece dei contenuti di un confronto costruttivo e professionale, come sarebbe dovuto essere. Peraltro, è mancato totalmente il racconto dei risultati ottenuti fin ora da ciascuna lista, e un dibattito sui rispettivi programmi, cioè gli elementi fondamentali di una discussione elettorale. In una situazione di tensione come questa, è facile che la cosiddetta maggioranza silenziosa, e cioè coloro che credono in un confronto sano, si disinteressi all’Ente e non vada a votare. Dal momento che è proprio ciò che sta avvenendo, contiamo davvero che questi ultimi due giorni di voto possano coinvolgere coloro che agiscono con il cuore e la testa, sperando che scelgano come potenziale rappresentante in Assemblea chi abbia lavorato a favore della categoria con passione e dedizione”.

Manlio Marucci, segretario di Federpromm e candidato presso la lista “Enasarco Libera”, ritiene che “la bassa partecipazione alle votazioni per la elezione degli organi statutari di Enasarco, sebbene superiore rispetto a quella precedente, è la dimostrazione che il problema della Governance interessi poco gli aventi diritto al voto. Capirne le ragioni sarà elemento di analisi politica del voto a chiusura delle urne (mercoledì 7 ore 18). Significativo, invece, il dato riguardante le case mandanti, che hanno votato in percentuale quasi doppia rispetto alla partecipazione del voto 2016”.

Antonio Fricano, candidato nella lista “Fare Presto!”, afferma che “il dato parziale sui votanti rivela, sopra ogni cosa, un mancato coinvolgimento degli iscritti durante tutto il periodo in cui la precedente Governance ha amministrato Enasarco. Infatti, ricordiamo che gli aventi diritto al voto sono circa 220.000, e si è cercato di dialogare con loro soltanto nel periodo immediatamente precedente alla tornata elettorale. Questo atteggiamento non è stato produttivo, e oggi conferma il risultato di una sostanziale astensione dal voto degli iscritti. Pertanto, chiunque sarà alla guida nel prossimo quadriennio, se vorrà perseguire l’obiettivo di una maggiore partecipazione da parte di agenti e consulenti finanziari dovrà mettere in campo progetti per il loro coinvolgimento lungo tutta la durata del mandato, e non solo alla fine di essa. Per fare questo, potrebbe essere di aiuto coinvolgere l’assemblea dei delegati, riconoscendo ai suoi componenti un ruolo di impulso in alcuni progetti territoriali che coinvolgano la base e portino nuova fiducia nella Fondazione”.

Alfonsino Mei, candidato alla presidenza di Enasarco per la lista “Fare Presto!”, si dichiara “moderatamente soddisfatto per l’aumento dei votanti, il cui numero potrebbe complessivamente arrivare a circa 30.000 a chiusura delle votazioni, contro i 26.000 del 2016”. “Sono allo stesso tempo rammaricato”, aggiunge, “perché questa cifra è troppo esigua in proporzione al totale degli aventi diritto al voto, che sono 220.000. Pertanto, qualunque sia la Governance che uscirà fuori dalla tornata elettorale in corso, dovrà lavorare moltissimo in futuro per coinvolgere gli iscritti nella vita dell’Ente e portare alle prossime elezioni un numero finalmente significativo di votanti, affinchè chi governa sia maggiormente legittimato a farlo”.       

Elezioni Enasarco, i certificati elettorali non arrivano. Assopam: uno scandalo, a pochi giorni dal voto

A pochi giorni dalle elezioni per il rinnovo dell’assemblea dei delegati dell’ente previdenziale Enasarco, fissata per il 24 settembre, si stima che circa l’80% degli agenti aventi diritto al voto non abbiano ancora ricevuto il certificato elettorale. Marucci (Federpromm): il problema dovrebbe essere risolto dalla direzione dell’ente nei prossimi giorni.

Come se non fossero bastate le polemiche – ancora in corso, naturalmente – tra opposte fazioni in lizza per il rinnovo dell’assemblea dei delegati e per la governance di Enasarco, negli ultimi giorni qualcuno si è accorto che la gran parte degli aventi diritto al voto non era in possesso dei rispettivi certificati elettorali.

In verità, Anasf aveva annunciato lo scorso 2 Settembre la spedizione dei certificati a quanti ne avevano fatto richiesta all’associazione dei consulenti finanziari, ma con le elezioni alle porte (24 Settembre – 7 Ottobre), la sensazione che si fosse in ritardo era piuttosto forte.

Secondo Assopam (l’associazione per agenti e mediatori creditizi, che sostiene la lista “Enasarco Libera“) “Il sistema iniquo, farraginoso e anti democratico scelto per svolgere le imminenti elezioni Enasarco è disincentivante. Sistema che molto probabilmente impedirà a numerosi agenti di poter esprimere liberamente il proprio consenso, in quanto costretti a rivolgersi a terzi per essere guidati al voto, creando così un’ulteriore falla di mancata Democrazia all’interno di un ente che ha più nei che pelle“, dicono ad Assopam in un recente comunicato.

Al termine delle consultazioni elettorali“, prosegue l’associazione dei mediatori, “noi di Assopam faremo aprire un’accurata inchiesta per comprendere come mai a ridosso delle elezioni non siano stati ancora recapitati tutti i 230.000 certificati elettorali degli aventi diritto al voto, e non per ultimo dovranno spiegarci il motivo della scelta di adottare tale sistema disincentivante anzichè quello di inserire il certificato elettorale, come avviene per il pagamento dei Mav, nella pagina personale Enasarco di agenti e mandanti“.

Ad allarmare Assopam, sono intervenuti i dati secondo i quali solo il 20% di agenti e consulenti finanziari sia in possesso dei certificati elettorali, e questo certamente contrasta con i buoni propositi, sbandierati da molte liste, relativi all’auspicato maggiore afflusso di votanti in questa importante tornata elettorale.

Sul punto, Manlio Marucci di Federpromm getta acqua sul fuoco: “abbiamo chiesto chiarimenti e ci è stato riferito che la direzione di Enasarco sta affrontando la questione molto seriamente, e che esistono le risorse, anche in smart-working, che potranno permettere l’invio di tutti i certificati entro l’inizio delle votazioni. Chi non dovesse ricevere il certificato in tempo utile, acceda all’area riservata e mandi una comunicazione, in modo da risolvere rapidamente il problema“.

Elezioni Enasarco, i programmi delle liste. Ecco quello di “Fare Presto!”

Si scaldano i motori per le elezioni del 24 Settembre alla nuova governance di Enasarco, la cassa di agenti di commercio e consulenti finanziari. Patrimoni&Finanza pubblicherà i programmi delle liste in corsa per la maggioranza del consiglio di amministrazione, insieme ad una serie di interviste.

Tra il 24 settembre e il 7 ottobre 2020, agenti di commercio, consulenti finanziari e rappresentanti delle imprese saranno chiamati a scegliere l’Assemblea dei 60 delegati Enasarco che, di lì a breve, eleggerà poi i 15 componenti del consiglio di amministrazione di Fondazione Enasarco per il quadriennio 2020/2024.

Nelle scorse settimane, non sono mancate le polemiche, che anzi hanno riempito le cronache economiche per via di azioni e reazioni da parte degli opposti schieramenti, anche con probabili strascichi legali. Poi, da più parti, la scorsa settimana è arrivato un richiamo ad abbassare i toni della contesa, che rischiava di allontanare gli oltre 220.000 agenti e consulenti dalle urne.

La lista unitaria “Fare Presto!” (sostenuta da Anasf, Federagenti, Fiarc e Confesercenti) dichiara di voler rilanciare la mission della Fondazione. “Nella nostra coalizione ci sono agenti di commercio e consulenti finanziari, due mondi che hanno scelto un progetto unitario per le sfide che Enasarco è chiamata ad affrontare: su tutte la previdenza, un piano per i giovani e la valorizzazione delle risorse finanziarie di cui dispone l’Ente”, recita una nota congiunta trasmessa dalla lista. “Ci presentiamo per governare la Fondazione e invertire la tendenza negativa messa in atto da gestioni, presenti e passate, che hanno portato Enasarco a un lento e inesorabile declino: su tutti, la perdita media di 5.000 iscritti l’anno”. “La nostra proposta riguarda un metodo di lavoro più moderno, al passo con le nuove dinamiche del settore dell’intermediazione, al fine di garantire ai circa 220.000 agenti e consulenti una pensione e un’assistenza degne di questo nome.

Il comunicato di “Fare Presto!” non fa mancare un affondo competitivo rivolto alle altre liste “…Lo scenario economico si trasforma velocemente, e in questi anni la governance di Enasarco non ha saputo intercettare quei cambiamenti: noi abbiamo intenzione di farlo, mettendo in campo competenze e serietà.

Entrando nel dettaglio del programma di lista, si parte da un assunto imprescindibile: il Presidente deve essere un agente di commercio o un consulente finanziario. “Mai più presidenti burocrati e sindacalisti che non hanno versato i loro contributi nelle casse dell’Ente, oppure iscritti furbescamente pochi mesi prima di essere eletti. Il Presidente deve essere un vero agente di commercio oppure un consulente finanziario, in attività o in pensione, iscritto ad Enasarco da almeno 10 Anni! Solo chi vive e conosce realmente i sacrifi­ci di queste professioni può davvero rappresentarci”.

E poi eliminazione dei 20 anni di contributi obbligatori, mai più agenti c.d. silenti, mai più discriminazioni. “Nessun iscritto ad Enasarco ancora attivo rischierà mai più di diventare silente. La giustizia e l’equità sarà ristabilita, attraverso il riconoscimento di una rendita contributiva con cinque anni di versamenti anche a chi si è iscritto prima del 2012, purché ancora in attività”.

Se avrà la maggioranza, “Fare Presto!” dichiara di voler mettere in atto tutta una serie di procedure e accorgimenti che permettano l’anonimato a quegli agenti di commercio che decidono di segnalare le aziende che non versano i contributi Enasarco, al fine di non ricevere ritorsioni sul lavoro. “Istituiremo una task force per lo sviluppo e il perfezionamento di algoritmi che consentano di individuare automaticamente tutte le aziende che non versano i contributi Enasarco. Per un’azienda che paga regolarmente i contributi Enasarco, le aziende che non li pagano rappresentano concorrenza sleale. Tanti milioni di euro sono venuti a mancare dalle casse di Enasarco per evasione contributiva. Troppe aziende estere evadono impunemente i contributi Enasarco, arrecando un danno enorme agli agenti di commercio italiani”.

Relativamente alle pensioni erogate dalla Fondazione, la lista dichiara di voler porre un termine all’ingiustizia di essere pensionato INPS e dover continuare a pagare i contributi Enasarco. “Sarà sufficiente essere pensionato INPS per poter smettere di lavorare e percepire immediatamente anche la pensione Enasarco e/o la rendita contributiva”.

La lista promette anche l’attivazione di uno “sportello reclami” più efficiente per gli iscritti alla Cassa, e di un Contact Center che fornirà informazioni telefoniche. Inoltre, sarà attivo un servizio legale composto da avvocati che si occuperanno di recuperare i contributi non versati dalle aziende mandanti, nonchè di tutte le problematiche inerenti le società immobiliari che gestiscono le case dell’Ente.

Un punto innovativo del programma è rappresentato dalla pretesa che Enasarco debba poter incamerare tutti i contributi generati dall’attività dei giganti dell’E-Commerce, che saranno fondamentali per il risanamento dei conti dell’Ente. “Le regole devono essere uguali per tutti, ed Enasarco deve poter incamerare tutti i contributi generati dai giganti del Web”, dichiarano.

Altro punto fondamentale è quello di rafforzare l’azione di attrazione dei giovani verso la professione di agente o consulente finanziario. Si tratta, per “Fare Presto!”, dell’unica garanzia per i pensionati di domani nel ricevere le future pensioni. “Non ci sarà nessuna Enasarco del domani senza i giovani agenti di commercio di oggi, per cui sarà necessario elaborare programmi per consentire ad Enasarco di entrare nelle scuole, per insegnare ai giovani una strada diversa, quella della vendita, e garantire alla categoria un ricambio generazionale”.

Elezioni Enasarco, “Fare Presto” attacca, la maggioranza incassa. Fino a quando?

Enasarco, comunicato stampa della lista unitaria “Fare Presto!”, candidata alla guida della cassa di previdenza privata degli agenti di commercio e dei consulenti finanziari alle prossime elezioni del 24 Settembre.

Dopo pochissimi giorni dalla fissazione della data delle tanto attese elezioni, la campagna elettorale è già entrata a pieno regime in Enasarco. Lo testimoniano i post “vittoriosi” – per la verità un pò esagerati, e per questo pesantemente criticati, anche con qualche insulto, sui social – di alcuni audaci rappresentanti delle liste che hanno sostenuto la tesi del “giusto rinvio”, ma anche le dichiarazioni di “belligeranza elettorale” delle liste che, invece, hanno attaccato la serie di decisioni adottate, con i voti della sola maggioranza, nelle ultime settimane, ed in particolar modo quella del ricorso al TAR.

Su quest’ultimo punto, in particolare, si sono scagliati i rappresentanti della lista “Fare Presto!”, candidata alla guida di Enasarco e sostenuta da ANASF, Federagenti, FIARC e Confesercenti. Già all’indomani dell’ultimo CdA (quello in occasione del quale sono state fissate le elezioni del prossimo 24 Settembre), “Fare Presto” aveva diffuso un comunicato nel quale si affermava che “Anche stavolta l’attuale Governance della Fondazione ha perso l’occasione per rispettare le regole e i propri iscritti – fanno sapere i 5 Consiglieri – e anziché convocare le elezioni per il rinnovo dell’Assemblea dei Delegati nei tempi (31.07.2020) indicati  dai Ministeri che vigilano su Enasarco hanno preferito stabilire una data “motu proprio” che, di fatto, prolunga per altri mesi questa gestione illegittima, come affermato in ben tre lettere dai Dicasteri….Si tratta di comportamenti dilatori che non nascondono arroganza nella gestione dell’Ente, che però non appartiene a questi signori ma agli iscritti….”.

Alfonsino Mei, candidato alla presidenza di Enasarco per la lista “Fare Presto!”

Nella giornata di oggi, la stessa lista ha messo in Rete un altro comunicato, in cui viene rincarata la dose di critiche che, in tutta probabilità, costituiranno il leitmotiv della campagna elettorale delle attuali sigle di opposizione.  “Apprendiamo“, si legge nel comunicato, “che nella giornata di ieri, 23 luglio, diverse sigle che sostengono l’attuale maggioranza del CdA in capo a Enasarco hanno inteso intervenire nel procedimento dinanzi al TAR promosso dal presidente Gianroberto Costa nei confronti del Ministero del Lavoro e del Ministero dell’Economia, che sono i dicasteri vigilanti della Fondazione. Le sigle sono Fnaarc, Ugl, Usarci, Uiltucs e Confartigianato. Tali Sigle appoggiano e sostengono, quindi, l’iniziativa di Costa che, con un atto irrituale senza precedenti,  ha disconosciuto e contestato l’azione dei Ministeri Vigilanti e presentato un ricorso senza informare preventivamente il Consiglio di Amministrazione  e successivamente l’Assemblea dei Delegati, dimostrando così una palese assenza di considerazione nei confronti di chi siede, in Consiglio ed in Assemblea, non per sorteggio o per caso ma perché eletto democraticamente da migliaia di agenti di commercio e consulenti finanziari.”.

Ecco“, aggiunge la nota, “spiace proprio questo: che tali sigle, con il loro sostegno a Costa, abbiano firmato in calce e sposato la condotta di chi, con quell’azione, ha dimostrato di non avere nella corretta considerazione agenti e consulenti, non solo non informandoli di quanto stava facendo ma soprattutto non facendo nulla che consentisse loro di avere realmente aiuti importanti a seguito dell’emergenza sanitaria. A nostro avviso, il sostegno di tali sigle significa, ancora una volta, sostegno di un atteggiamento autoritario ed inefficiente….“. 

Gianroberto Costa

È un peccato”, conclude il comunicato congiunto, “che si consumi una partita basata sulla conservazione delle posizioni e non sui contenuti. Chi ha adito il TAR e chi ora ne sostiene la causa contro i Ministeri – e quindi contro lo Stato e il Governo – sono gli stessi che ad aprile avrebbero dovuto essere sottoposti alla verifica del voto: quello degli iscritti, non il loro. Costoro hanno invece preferito spostare la tornata elettorale con un atto che non ha precedenti ed adducendo come pretesto l’emergenza Covid-19. Peccato però che in Enasarco il voto, da statuto, sia online e che la tutela abbia invece riguardato – come chiaro a chiunque – solo chi ha continuato a occupare una poltrona che avrebbe dovuto lasciare molti mesi prima. Costoro non dicono come le altre Casse (come Enasarco) iscritte all’Adepp abbiano consentito lo svolgimento del voto online per il rinnovo dei propri organismi, in piena pandemia, così come Inarcassa, Enpam ed altre. Solo per Enasarco non si poteva votare, per la pandemia, da casa e dal proprio pc o telefonino. La decisione di queste sigle ha un forte significato e sposa il senso di superiorità di chi ha creduto di ricoprire un incarico per vocazione divina e non per rappresentanza degli iscritti.”.

A prescindere dai toni utilizzati, normalissimi in un clima infuocato come quello che persisterà in Enasarco fino alle elezioni, rimane il mistero di certe decisioni assunte dalla maggioranza nelle ultime settimane, e senza spiegazioni – che non sono mai arrivate, nonostante siano state chieste da più parti – la diffidenza si è fatta largo tra gli aventi diritto al voto, la maggior parte dei quali non ha affatto gradito il rinvio sine die e “sine explicandum” (oggettivamente, la motivazione della pandemia non ha retto moltissimo).

Sarà un “Agosto caldo”. Non ci rimane che stare alla finestra, e raccontare.

Elezioni Enasarco, intervista a Valerio Giunta. “Un albero che cade fa più rumore di una foresta che cresce”

Gli agenti di commercio ed i consulenti finanziari hanno una grande responsabilità, quella di portare una mentalità nuova in ogni azienda e avventura imprenditoriale. Fondamentale, per il futuro, realizzare un centro studi universitario per agenti di commercio e per consulenti finanziari, allo scopo di far conoscere la bellezza di queste professioni e dar loro dignità accademica.

Prosegue il ciclo di interviste di Patrimoni&Finanza sulle vicende di Enasarco, la cassa di previdenza privata degli agenti di commercio e dei consulenti finanziari che, da qualche mese, è al centro di durissime polemiche per via del lungo rinvio, da parte della maggioranza del CdA, delle elezioni inizialmente fissate per il 17 Aprile.

Valerio Giunta, imprenditore riminese attivo nel settore della selezione di agenti di commercio e consulenti finanziari, è candidato nella lista “Consulenti finanziari uniti in Enasarco” alle prossime elezioni (24 Settembre – 7 Ottobre 2020) per il rinnovo dell’Assemblea dei delegati della Cassa di previdenza.

Lo abbiamo intervistato.

Un imprenditore in cima ad una lista di candidati consulenti finanziari alle elezioni di Settembre in Enasarco: come è nata questa apparente “invasione di campo”?

La mia storia professionale, da ormai 30 anni, ruota nell’ambito delle risorse umane: prima nel mondo cooperativo e poi nelle agenzie per il lavoro. Da 10 anni ho una mia azienda (Start Up Italia Srl), specializzata nel mondo del personale di vendita e nel settore delle reti di consulenza finanziaria. In un lavoro delicato, come quello della ricerca e selezione del personale, occorre una certificazione che il lavoro sia svolto bene e senza arrecare danni all’elemento debole della triangolazione agenzia-azienda-candidato, che è appunto il candidato. Per questa ragione, ho aperto dal 2011 diversi gruppi social (“AAAgents e ”Consulenti Bancari e finanziari”, con rispettivamente 46 mila e 17 mila aderenti su Linkedin) e, all’inizio della pandemia, ho realizzato delle videoconferenze dedicate agli agenti e ai consulenti finanziari, denominate “S.O.S. Agenti”. Da qui i punti di contatto con il mondo dei consulenti finanziari che, come del resto gli agenti di commercio, sono un elemento fondamentale per rilanciare l’economia italiana.

Come nasce, invece, il suo interesse a partecipare in prima persona, candidandosi, alla vita di Enasarco?

Innanzitutto , nello svolgimento del mio lavoro ho sempre seguito il principio dell’attenzione concreta per chi svolge un lavoro di natura commerciale, e mi sono spesso accostato a varie formazioni sindacali attive nella tutela dei lavoratori autonomi, cercando di trasferire nella mia attività il meglio delle loro esperienze consolidate. Inoltre, formalmente Startup Italia è anche una società di rappresentanza con diritto di voto per la componente agenti in Enasarco. In quest’ambito, ma in un secondo momento, ho conosciuto USARCI, dopo non aver trovato uguale apertura nella dirigenza di ANASF, a cui mi ero rivolto in prima battuta. Tuttavia, dato l’attuale cambio dei vertici, mi farebbe piacere incontrare la nuova dirigenza per conoscere la loro disponibilità ad una collaborazione. Mi sono trovato bene con USARCI e non sono mancate collaborazioni anche con FNAARC e con CISL, ma sfortunatamente ho trovato porte chiuse da parte degli organizzatori di Forum Agenti.

Quali sono i suoi punti di contatto con il resto dei candidati? Non teme di essere considerato una sorta di “corpo estraneo” dai suoi potenziali elettori iscritti all’Organismo Unico dei consulenti finanziari?

Lavoro nell’interesse della categoria da almeno 8 anni, in maniera piuttosto visibile, ed il primo obiettivo è dare priorità ai consulenti per migliorare la loro posizione lavorativa. Tramite la mia azienda ritengo di aver migliorato la posizione di tantissimi colleghi, e di recente ho avviato una proficua collaborazione con un’importante scuola di formazione per mettere in piedi il primo percorso di formazione per giovani consulenti finanziari, anche con il supporto di Istituzioni e sindacati. Ho partecipato allo sviluppo e al lancio del primo corso universitario per agenti di commercio e consulenti finanziari, che ha dato la possibilità a tanti professionisti affermati di potersi laureare anche in età avanzata.

In tema di elezioni, il rinvio sine die aveva suscitato polemiche durissime, così come la decisione della maggioranza e della presidenza di rivolgersi al TAR per chiedere una sospensiva dopo aver ricevuto una diffida da parte dei ministeri vigilanti. Qual è la sua sensazione generale sulla faccenda?

La mia sensazione è che potrebbe esserci in atto un tentativo di scalata per mettere le mani sul patrimonio di Enasarco. Infatti, i messaggi populisti che arrivano dalle liste in opposizione all’attuale maggioranza non fanno altro che accrescere il malessere che al momento vive la categoria, di fatto “avvelenando il pozzo” della conversazione elettorale, che al contrario dovrebbe essere costruttiva e non distruttiva. Non vorrei che tali soggetti stiano conducendo solo una guerra di potere, mossi dalla preoccupazione di prendere in mano la gestione dei risparmi della categoria, e non da quella di concentrarsi per sbloccare le risorse da destinare alla stessa. Peraltro, Enasarco è un ente previdenziale e non è delegato a rilasciare fondi fuori dai parametri di bilancio, come anche previsto dalle regole dei ministeri vigilanti. Quindi certe polemiche mi sono sembrate strumentali, e non rispecchiano in alcun modo la reale natura dell’ente. Per onestà intellettuale, vorrei ricordare che chi spingeva per fare elezioni subito è responsabile dei rapporti istituzionali di una importante banca di investimenti, e quindi, in linea del tutto teorica, nel momento in cui si dovrà decidere a chi affidare la gestione delle disponibilità liquide della Cassa (più di 7 miliardi), costui si potrebbe trovare in una palese situazione di conflitto di interesse. Il mio non è un attacco personale, ma una doverosa precisazione, nell’interesse degli iscritti, su potenziali rischi che meritano attenzione.

Perché, secondo lei, la circostanza del ricorso al TAR e del successivo rigetto non era stata comunicata agli altri delegati e consiglieri nè in occasione dell’Assemblea dei delegati del 30 Giugno scorso, né immediatamente dopo?

Il TAR ha sospeso l’efficacia dell’intimazione ministeriale al CdA. Io credo nella legittimità delle istituzioni e credo che debbano essere le persone preposte a giudicare a dirci chi ha sbagliato e chi ha operato legittimamente. Ciò che mi domando, onestamente, è perché alcuni giornali abbiano interesse a far uscire articoli che anticipano pretestuosamente decisioni giudiziarie che poi alcuni candidati, in fretta e furia, condividono ovunque sul web, come in una sorta di schema che alimenta la diffusione di informazioni parziali. Questo, ripeto, è un danno innanzitutto per la categoria. Il resto lo devono giudicare i giudici, non altri.

A suo avviso, date le circostanze che si sono venute a creare con l’ultima pronuncia del TAR e con la fissazione della data delle elezioni, è ancora attuale parlare del commissariamento di Enasarco? Se ciò avvenisse, quali sarebbero le conseguenze?

Francamente non credo, anche se è difficile fare previsioni su situazioni così complesse, attorno alle quali orbitano così tanti interessi e stakeholder. Sinceramente mi auguro di no, poiché sarebbe una sconfitta per gli agenti di commercio e per i consulenti finanziari, i quali invece devono essere sensibilizzati a partecipare alla vita dell’Ente ed esercitare il voto, democraticamente, al fine di dotarsi della migliore amministrazione possibile. 

Se dovesse avere successo alle elezioni di Settembre, ritiene di avere i numeri in Assemblea dei delegati per candidarsi al Consiglio di Amministrazione?

Chi si candiderebbe senza la confidence di sapere di poter incidere concretamente sulla vita dell’Ente? A prescindere dal mio risultato personale, le nostre istanze saranno presenti in consiglio di amministrazione, per via indiretta o diretta. Sicuramente noi ci saremo. Mi piacerebbe molto entrare nel consiglio di amministrazione, temo però che, per farlo, mi dovrei dimettere da delegato. Di certo, posso dire che al momento non tengo ad ottenere poltrone.

Qual è lo stile distintivo che intende imprimere in Enasarco, qualora eletto? Quali obiettivi guiderebbero principalmente le sue azioni?

Il mio stile sarebbe improntato alla assoluta trasparenza e alla condivisione democratica di qualunque iniziativa. Così come già avviene nelle aziende, sui gruppi social, nelle video conferenze che gestisco, lascerei spazio a tutti coloro che si vogliono impegnare per il bene della categoria. Gli agenti di commercio ed i consulenti finanziari hanno una grande responsabilità, quella di portare una mentalità nuova in ogni azienda e avventura imprenditoriale. Il mio primo obiettivo è quello di promuovere e realizzare un centro studi universitario per agenti di commercio e per i consulenti finanziari, allo scopo di far conoscere fino in fondo la bellezza di queste professioni e dar loro dignità accademica mediante specifici corsi universitari di specializzazione nell’ambito delle vendite e della consulenza finanziaria. Il valore della professione di venditore, se ben sviluppata tra i giovani, potrebbe rilanciare l’economia del nostro Paese e incrementare l’occupazione anche in ambito femminile, ma tutto ciò andrebbe accompagnato da misure statali favorevoli come la riduzione della pressione fiscale ed i maggiori sgravi per l’auto.

In occasione della tornata elettorale del 2016, gli iscritti che votarono furono poco più di 25.000, pari all’11,34% degli aventi diritto. Secondo lei, le prossime elezioni vedranno un maggiore afflusso, oppure no?

Secondo me vedranno maggiore afflusso, perché la scorsa tornata elettorale è stata la prima volta che gli agenti votavano i propri rappresentanti e non erano a conoscenza di quello che succedeva. Il lockdown ha portato maggiore attenzione alle problematiche di Enasarco, e quindi ritengo che ci sarà maggiore affluenza. 

Sui social, a causa della sospensione delle elezioni e delle mille polemiche che sono scaturite, gli iscritti mostrano oggi una certa diffidenza, mista a rabbia. Che messaggio si sente di mandare a coloro che lanciano critiche durissime un pò a tutti i candidati nei gruppi e nelle pagine dedicate agli agenti?

Penso che abbiano ragione, anche se ritengo non siano stati adeguatamente informati. Fa più rumore un albero che cade, che una foresta che cresce, e con ciò voglio dire che chi fomenta il malessere sui social ha più seguito di chi prova a costruire. Nei gruppi che gestisco personalmente, ho sempre lasciato spazio a tutti, anche ai cosiddetti silenti, che paradossalmente potrebbero essere quelli più “arrabbiati” per una situazione che si trascina da tempo e che deve poter trovare una soluzione. Ho lasciato spazio anche alle tematiche della lista “Fare presto”, ma mi piacerebbe ricevere maggiore reciprocità, perché spero tanto di poter collaborare anche con loro. A chi lancia critiche, vorrei dirgli di approfondire la conoscenza della storia di Enasarco. La nostra Cassa, peraltro, ha un bilancio in attivo, ma molti vorrebbero che fosse assorbita dall’INPS, il quale viceversa non ha un bilancio in attivo e ciò metterebbe in pericolo le pensioni della categoria. Inoltre, il 50% dei contributi maturati in Enasarco sono versati dalle mandanti. A chi è spazientito dagli eventi, direi di avere fiducia in Enasarco come istituzione che supera persino le singole persone che l’amministrano, e sopravvive ad esse.

Enasarco, elezioni il 24 Settembre. Ma resta il problema degli atti di straordinaria amministrazione

Nonostante siano state fissate le date delle elezioni (con tre mesi di ritardo), sono molte le perplessità relative alla efficacia degli atti di straordinaria amministrazione che l’attuale CdA dovrebbe confermare, in regime di prorogatio, per risolvere l’urgenza economica in cui versano decine di migliaia di iscritti alla Cassa.

Il consiglio di amministrazione di Enasarco, e cioè l’ente di previdenza integrativa di agenti di commercio e consulenti finanziari, ha approvato oggi pomeriggio, a maggioranza qualificata, la ripresa della procedura elettorale di rinnovo dell’assemblea dei delegati, dopo una “lunga” sospensione deliberata, ufficialmente, a causa dell’emergenza Coronavirus. Le elezioni per il rinnovo dell’assemblea dei delegati. quindi, si svolgeranno nel periodo da giovedì 24 settembre 2020 a mercoledì 7 ottobre 2020, dalle 9 alle 18 nei giorni dal lunedì al venerdì, e dalle ore 9 alle 20 nei giorni di sabato e di domenica.

L’Ente, mediante una nota, fa sapere che “La situazione attuale consente la ripresa del procedimento elettorale”, e che, inoltre, “…gli organi della Fondazione attualmente in carica cesseranno le proprie funzioni all’atto della ricostituzione dei corrispondenti nuovi organi. Fino ad allora il consiglio di amministrazione continuerà a provvedere al meglio per la cura degli interessi di tutti gli iscritti”.

Proprio su questo punto, e cioè sulla possibilità che il CdA di Enasarco possa prendere decisioni che eccedano l’ordinaria amministrazione tipica del regime di prorogatio, è indispensabile approfondire tutti gli aspetti di legittimità, merito ed opportunità che, chiunque si trovasse al posto degli attuali consiglieri di maggioranza, dovrebbe soppesare bene.

Relativamente a questo aspetto, ANASF era intervenuta affermando che il rinvio sine die delle elezioni disposto dalla maggioranza del CdA della Cassa ha determinato l’ingresso nel c.d. regime di prorogatio tipico degli enti pubblici, durante il quale è possibile deliberare soltanto atti di ordinaria amministrazione. Il vertice di Enasarco, nelle scorse settimane, aveva replicato più volte che il consiglio di amministrazione non opera affatto in regime di prorogatio, dal momento che, per essa, vale la proroga “automatica” prevista dall’art. 2385, comma 2, del codice civile, secondo il quale “La cessazione degli amministratori  per scadenza del termine ha effetto dal momento in cui il consiglio di amministrazione e’ stato ricostituito”. Lo prevede anche stesso Statuto di Enasarco, in virtù della personalità giuridica di diritto privato riconosciuta dalla legge.

Problema risolto? Niente affatto. Le problematiche di natura giuridica sono molte, e non chiariscono con la stessa semplicità interpretativa quanto sostenuto dalla maggioranza del CdA e dalla presidenza. Infatti, le casse private dei professionisti sono caratterizzate da un quadro normativo di riferimento molto complesso. La privatizzazione effettuata con il decreto legislativo 30 Giugno 1994, n. 509, e successivamente con il d. lgs. 10 Febbraio 1996, n. 103, ha determinato in capo alle casse di previdenza privata un processo di lenta ma inesorabile “ri-pubblicizzazione”, in considerazione dell’interesse collettivo che esse perseguono. Le casse, in buona sostanza, sebbene siano state privatizzate continuano a perseguire finalità di pubblico interesse, e costituiscono un elemento fondamentale del sistema previdenziale obbligatorio, sul quale lo Stato continua ad esercitare la vigilanza.

C’è da dire che le casse, sebbene svolgano una funzione pubblica, hanno personalità giuridica di diritto privato e una gestione di natura privatistica, godendo di autonomia gestionale, organizzativa e contabile (d.lgs. 509/1994). Negli anni, però, l’insieme di norme che si andava delineando ha determinato una profonda riduzione dell’autonomia gestionale, per via dell’introduzione del SEC 95 (Sistema Europeo dei Conti nazionali e regionali, uno schema contabile utilizzato nella contabilità nazionale) e della conseguente qualificazione delle casse di previdenza privata come organismi di diritto pubblico e,  dal punto di vista della finanza pubblica, come “amministrazione pubblica“.

E così, quella separazione tra previdenza pubblica e previdenza privata avvenuta sulla base della delega contenuta nella legge 24 dicembre 1993, n. 537 (“Interventi correttivi di finanza pubblica”) ha perso man mano la sua evidenza, e alcune norme di finanza pubblica sono intervenute direttamente sul funzionamento delle casse di previdenza, al fine di salvaguardare alcune funzioni. Per esempio, con l’art. 10 bis del Decreto-legge 28 giugno 2013, n. 76, si è data alle casse di previdenza la possibilità di attivare interventi di promozione e sostegno al reddito dei professionisti e interventi di assistenza in favore degli iscritti. Ancora, con il Decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, si è previsto per le casse di previdenza l’adozione di misure volte ad assicurare l’equilibrio tra entrate contributive e spesa per prestazioni pensionistiche, secondo bilanci tecnici riferiti ad un arco temporale di cinquanta anni.

Si è trattato di una sorta di “stress test“, che ha portato all’innalzamento delle aliquote, all’introduzione del contributivo pro rata, all’innalzamento dell’età pensionabile e alla introduzione dei contributi di solidarietà. 

Pertanto, i numerosi e ripetuti interventi del Legislatore, che hanno sottoposto le casse a numerose forme di controllo e vigilanza senza eguali nel nostro ordinamento (inserimento delle casse all’interno dell’elenco delle amministrazioni pubbliche annualmente pubblicato dall’ISTAT – Reg.to Comunitario n. 2223/96 – par. 2.68 e 2.69), porterebbe alla conclusione che i singoli enti, indipendentemente dalla loro peculiare natura giuridica (pubblica o privata), sono considerati amministrazioni pubbliche dal punto di vista finanziario. Facendo propria questa conclusione – per nulla campata in aria, ed anzi piuttosto attendibile – Enasarco si troverebbe nel regime di prorogatio del tutto simile a quello degli enti pubblici propriamente detti, quanto meno in relazione agli atti che riguardano tutti gli aspetti finanziari della Cassa, ivi comprese le erogazioni straordinarie e l’anticipazione del FIRR.

In tal senso, allungare i tempi delle elezioni al prossimo autunno, non sembra essere stata una decisione a tutela degli iscritti, soprattutto di quelli che versano in gravi condizioni economiche a causa del lungo lockdown, e che oggi avrebbero bisogno di ricevere rapidamente aiuti straordinari. La sensazione, però, è che in campagna elettorale, quello degli aiuti sarà un argomento scottante: in assenza di una espressa autorizzazione dei ministeri, nessuno muoverà un dito, con buona pace delle aspettative degli agenti, anche in termini di rapidità. Se i dicasteri non si pronunceranno, gli atti di straordinaria amministrazione eventualmente effettuati – ed in particolare quelli relativi agli aiuti economici agli iscritti – potrebbero essere considerati non validi, e gli attuali consiglieri potrebbero guardarsi bene dal confermarli.

Il problema, pertanto, rimane, e probabilmente segnerà i tempi – se non le stesse decisioni in merito – di erogazione degli aiuti, che già vanno avanti con il “contagocce”.

Enasarco, parla Alfonsino Mei. “Comportamento inspiegabile ed irresponsabile della maggioranza”

P&F intervista Alfonsino Mei, candidato alla presidenza di Enasarco per la lista “Fare Presto!”: “….Il ricorso al Tribunale Amministrativo è stato presentato con l’intento di allungare i tempi di una decisione e per prolungare quanto più possibile gli incarichi e le influenze connesse…”.

In questa estate dominata dalle conseguenze sociali ed economiche della pandemia, le vicende di casa Enasarco si sono ritagliate uno spazio notevole – in negativo, purtroppo – nel panorama delle casse di previdenza. Dalla decisione della maggioranza di rinviare sine die le elezioni, e fino ad oggi, alle polemiche di quanti chiedevano di ripristinare il processo democratico delle elezioni è seguita una serie di colpi di scena e di passi falsi della Presidenza che oggi fanno temere, quale logico risultato, il commissariamento (previsione che P&F aveva già fatto in tempi non sospetti).

Nell’intento di dare una spiegazione ad un atteggiamento in apparenza “suicida”, Patrimoni&Finanza ha inviato alla Presidenza di Enasarco, nei giorni scorsi, una serie di domande che non hanno ancora ricevuto risposta (ma si rimane fiduciosi). Nel frattempo, abbiamo intervistato Alfonsino Mei, candidato alla Presidenza di Enasarco, nella prossima tornata elettorale, per la coalizione “Fare Presto!”, composta dalle sigle Federagenti, ANASF, FIARC, Confesercenti e ANPIT.

La decisione della maggioranza del CdA di rinviare sine die la tornata elettorale era già stata oggetto di robuste polemiche, anche perché, nel frattempo, le altre casse di previdenza (come Inarcassa, EMPAM, EPAP) avevano regolarmente votato online, come Enasarco nel 2016, in piena pandemia. Adesso qual è lo stato dell’arte, alla luce del ricorso al TAR contro la diffida dei dicasteri vigilanti ad effettuare le elezioni entro il 10 Agosto?

Nonostante gli inviti prima e la diffida poi, che i vigilanti hanno inviato all’Ente, la Governance attuale invece di indire le elezioni online e ripristinare l’immediata legittimità in Enasarco (legittimità non solo delle cariche, ma anche degli atti assunti), ha preferito ricorrere al TAR contro i ministeri e i vigilanti, quindi contro il Governo e lo Stato, e nonostante il Tribunale Amministrativo avesse già comunicato il rigetto lo scorso 29 Giugno, nulla era stato portato all’attenzione del CdA. E’ un atteggiamento che è davvero difficile giustificare e che desta preoccupazione: a oggi, quindi, gli agenti e i consulenti non hanno ancora idea di quando potranno votare. Anche se c’è stata una nuova nota che diffida e emette un termine più stringente al 31.07.2020 la conclusione delle procedure elettorali.

Perché, secondo lei, si sarebbe resa necessaria questa iniziativa così sorprendente e, a parere di molti, diretta in senso contrario proprio allo svolgimento delle elezioni in tempi rapidi?

L’iniziativa ha un intento dilatorio: si ricorre al Tribunale Amministrativo a mio avviso con l’intento di allungare i tempi di una decisione e per prolungare quanto più possibile gli incarichi e le influenze connesse. Così facendo si mantiene però l’Ente in un regime di prorogatio: significa non avere la possibilità giuridica di emettere atti di straordinaria amministrazione, tanto più necessari quando si gestisce, specie in tempi di (e post) Covid-19, un Ente da oltre 220mila iscritti.

Come può spiegarsi, secondo lei, la circostanza che la presidenza di Enasarco non ha ritenuto opportuno comunicare il ricorso al TAR a tutti i delegati di maggioranza ed opposizione, in occasione della assemblea del 30 Giugno?

E’ una bella domanda: a primo impatto le direi semplicemente che non so spiegarmelo. Perché è un’azione veramente inspiegabile. Quello fatto dalla presidenza, andare contro i ministeri, è un atto fortissimo, la cui assunzione ricade però su tutti gli Organi della Fondazione e non averlo comunicato né al CdA né all’Assemblea dei Delegati è, a mio avviso, al di là dell’opportunità, semplicemente inspiegabile e irresponsabile.

A suo parere, date le circostanze, esiste oggi il rischio di un commissariamento di Enasarco? Se sì, quali conseguenze avrebbe per la Cassa e per gli iscritti?

Il rischio c’è ed è concreto. Ma si tratterebbe di un commissariamento “ad acta”, per portare la Fondazione a svolgere in pochissimo tempo quelle libere elezioni che i nostri iscritti si sono faticosamente guadagnati, a partire dal 2016, dopo anni di gestione calata dall’alto.

I risultati di bilancio sembrano confortanti. Nel complesso, però, non sono mancate le lamentele degli iscritti sulla scarsa prontezza e concretezza delle misure economiche urgenti adottate dalla Governance di Enasarco a favore degli agenti in grave difficoltà.  Tutti attendono, in particolare, il momento in cui sarà operativa la procedura per beneficiare dell’anticipazione del FIRR. Visti i tempi non proprio rapidi già osservati in occasione dell’erogazione dei contributi straordinari, intendete dare battaglia per ridurre i tempi per l’anticipazione del FIRR?

Occorre premettere una cosa: quella che l’attuale maggioranza spaccia per una grande vittoria, l’anticipo del FIRR, altro non è che fumo negli occhi per gli agenti. Fermo restando che la Lista unitaria che rappresento, “Fare Presto!”, ha tra i propri punti programmatici l’erogazione dell’anticipo del FIRR su base volontaria, quello che questa maggioranza ha deliberato è solo il 10% dell’anticipo del proprio FIRR per il 2020 e in tempi, come lei ha detto, tutt’altro che rapidi. Per rispondere alla sua domanda, le dico, impegnando uno spettro anche più ampio, che noi ci battiamo esclusivamente per sostenere i diritti dei nostri iscritti: noi siamo agenti e consulenti, non politici; e, con tutto il rispetto per i politici veri, con cui dialogare è necessario e prezioso, le esigenze dei nostri colleghi le conosciamo perché ci confrontiamo con loro ogni giorno.

Anche alla luce dell’avanzo di gestione (233 milioni) conseguito, come giudica la decisione di limitare l’anticipazione del FIRR al solo 10%, e rinviare il rimanente 20% a data da destinarsi?

Come detto poco fa, giudico il provvedimento insufficiente. L’impressione, non solo mia ma di migliaia di iscritti, è che si tratti di una mera operazione di facciata. Agli agenti in difficoltà per i danni sociali ed economici derivati dall’Emergenza Covid-19 serviva qualcosa di più; questo non è stato fatto durante la cosiddetta Fase 1, che l’Italia ha vissuto, né si sta facendo ora, questo perché non si può impegnare la futura governance da delibere di impegni presi da questo CdA in prorogatio : manca, spiace dirlo, un contatto con le realtà che agenti e consulenti vivono nel quotidiano.

In caso di una vittoria elettorale della coalizione di cui è candidato presidente, come pensa di affrontare il futuro della Cassa durante il nuovo mandato, anche in considerazione della progressiva diminuzione di iscritti che puntualmente si verifica anno dopo anno?

Negli ultimi tempi abbiamo, di media, perso 5mila iscritti all’anno: questa emorragia va dapprima tamponata per poi invertire la rotta e attrarre i giovani alla nostra, che è una professione bellissima. Coinvolgeremo i giovani con campagne mirate; intensificheremo i rapporti con le istituzioni per riconoscere tutele, agevolazioni e diritti ai nostri iscritti, spesso schiavi di un rivale oggi fuori concorso, come l’e-commerce. Ci occuperemo dei silenti, che meritano finalmente giustizia; riqualificheremo e valorizzeremo il patrimonio dell’Ente; effettueremo una spending review in relazione a certe spese, penso a esempio a quelle legali, che oggi costituiscono un macigno per le casse della Fondazione: risorse che devono essere destinate agli agenti. Questo e molto altro, con un intento chiaro: mettere persone competenti nei ruoli chiave e non vivere alla giornata, come a molti è parso sia stata fatto in questi anni. 

Esiste la necessità di rilanciare il lavoro autonomo, in tutte le sue forme, dotandolo di incentivi per fermare la fuoriuscita di professionisti, favorire il necessario ricambio generazionale e consolidare la sostenibilità economico-finanziaria di Enasarco? Che ruolo dovrebbero giocare, in tal senso, le società preponenti e lo Stato?

Sì: sono necessità non più rinviabili. Nessuno ha la bacchetta magica, ma noi a questo piano di rilancio della professione e dell’Ente pensiamo da tempo e abbiamo le idee chiare. Con società preponenti e Stato è poi indispensabile avere un rapporto più cementato di quello di questi anni, senza dimenticare che noi abbiamo bisogno di loro e loro hanno bisogno di noi, riscrivendo con il legislatore quella riforma tanto attesa delle casse di previdenza.

Qual è la sua opinione relativamente al corposo numero di delegati che lo statuto di Enasarco assicura alle società preponenti? Lei è tra coloro che ritengono di dover attribuire maggiore influenza agli agenti, cui alla fine sono destinati i servizi assistenziali e previdenziali della Cassa, oppure no?

La mia opinione è che agenti e consulenti devono essere al centro della rappresentatività di Enasarco: Enasarco nasce per loro e la loro voce deve essere la prima a essere ascoltata.

Enasarco, altro passo falso del Presidente. Il TAR rigetta, probabile il commissariamento

Senza fine, ormai, i colpi di scena in casa Enasarco. Ecco i dettagli di quella che sembra essere una “strategia suicida” dell’attuale maggioranza, cui va rimproverato un atteggiamento che soltanto i suoi componenti (e soprattutto il presidente Costa) potrebbero spiegare. L’ipotesi di un commissariamento ad acta adesso si fa più concreta.

Ennesimo colpo di teatro nella vicenda Enasarco, l’Ente di assistenza per agenti e rappresentanti di commercio (e dei consulenti finanziari). Dopo gli inviti (e in ultimo la diffida) dei vigilanti Ministeri di Lavoro ed Economia a ripristinare le procedure per il regolare svolgimento delle elezioni online  e le conseguenti indagini della Corte dei Conti, il TAR del Lazio, con apposito decreto, ha rigettato la richiesta di sospensiva del ricorso a suo tempo presentato in maniera irrituale e unilateralmente  dal presidente pro-tempore della Fondazione, Gianroberto Costa, in contrapposizione ai rilievi dei due dicasteri.  Un rigetto, quello del Tribunale Amministrativo, del quale Costa era venuto a conoscenza già dal 29 giugno u.s. e del quale non aveva creduto opportuno informare né l’Assemblea, né tantomeno il  CdA, esponendo colpevolmente entrambi gli Organi ai conseguenti danni erariali rinvenienti dalle delibere adottate.

Infatti nelle molteplici note inviate dai Ministeri e in quella della Corte dei Conti, si fa riferimento all’illegittimità degli atti straordinari assunti nell’attuale regime di prorogatio e  votati inopinatamente e inconsapevolmente sia dalla maggioranza dell’Assemblea dei Delegati sia da quelle del CdA.

La vicenda. Il voto online per il rinnovo delle cariche in Fondazione, in agenda per il 17-30 aprile 2020, a pochi giorni dal suo svolgimento viene rinviato “sine die” con una delibera votata a maggioranza dal presidente della Fondazione e da 10 dei 15 consiglieri in carica. Quella decisione viene contestata a più riprese dalle opposizioni e dai vigilanti ministeri di Lavoro ed Economia, che in questi mesi inviano a Enasarco più note (e in ultimo una diffida) per riattivare immediatamente le procedure del voto.

Il 25 giugno il presidente di Enasarco, Gianroberto Costa, senza informare né il CdA dell’Ente né l’Assemblea dei Delegati, decide di ricorrere al TAR contro i due ministeri vigilanti. Il 29 giugno il TAR rigetta con decreto  la sospensiva del ricorso richiesta dai legali di Costa;  il rigetto dà quindi il via agli adempimenti di quanto rilevato dai ministeri vigilanti e, finalmente, allo svolgimento delle agognate elezioni. Va segnalato però che, in occasione della riunione dell’Assemblea dei Delegati, Costa non comunica ai presenti, né il ricorso al TAR presentato unilateralmente 5 giorni prima, né tantomeno il decreto del Tribunale che rigettava la richiesta di sospensiva, mettendo così i delegati a rischio di danno erariale. Tale colpevole atteggiamento del presidente veniva reiterato anche nei confronti del CdA,  quando il Costa si limitava a comunicare solo la data del giudizio, ma non il rigetto della sospensiva.

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Il TAR si esprimerà in maniera definitiva il 4 agosto, ma non è però detto che nel frattempo Enasarco non venga commissariata ad acta per lo svolgimento delle regolari legittime consultazioni elettorali, con apposito decreto ministeriale, stante l’attuale condizione di anarchia con gli Organi dirigenti che continuano ad essere arroccati sulle loro posizioni  di privilegio, con atteggiamenti dilatori e addirittura di ammutinamento nei confronti dei ministeri vigilanti.

Fonte: Metro News

Enasarco, ok a bilancio ma cresce l’area degli scontenti. Stangata Corte dei Conti sulle elezioni

Nonostante l’argomento elezioni non fosse neanche all’ordine del giorno, neanche un cenno dalla maggioranza alle numerose richieste dell’opposizione. Bilancio approvato, ma l’area di chi non apprezza la gestione della Cassa sembra essersi allargata. “Stangata” della Corte dei Conti sulle mancate elezioni e sulle delibere già adottate in regime di prorogatio.

L’assemblea dei delegati di Enasarco, che faceva presagire un andamento scoppiettante, si è svolta oggi, tutto sommato senza scossoni. Le parti in causa, infatti, si erano già “affidate” alle future osservazioni dei ministeri vigilanti, cui nei giorni precedenti erano state inviate le note dall’opposizione e le contro-note dalle sigle di maggioranza.

L’odierna assemblea, che si è tenuta per la prima volta totalmente in videoconferenza per rispettare le disposizioni anti-Covid, è stata chiamata a votare sul bilancio consuntivo 2019, chiuso con un avanzo economico pari a 233 milioni di euro, in netto aumento rispetto al 2018, di oltre 90 milioni. L’avanzo del 2019 è già diminuito di 11 milioni, somma destinata preventivamente al Fondo FIRR, ossia il trattamento di fine rapporto degli iscritti.

Secondo la nota inviata da Enasarco, sarebbero tutti in miglioramento i saldi di bilancio principali. In particolare sono positivi i risultati conseguiti nella gestione istituzionale con un saldo complessivo di +188 milioni, a fronte dell’avanzo di +170 milioni del 2018, ed il patrimonio complessivo della Fondazione è cresciuto, arrivando a quota 7,8 miliardi, di cui 5.196 milioni costituiscono il patrimonio della previdenza (pari a 5,18 volte il valore delle pensioni in essere e 2.392 milioni il patrimonio del FIRR).

Dal lato della gestione previdenziale, il saldo (+71 mln) continua a crescere, con entrate previdenziali che finanziano la spesa per prestazioni, e i proventi finanziari ordinari lordi sono passati dai 113 mln del 2018 agli oltre 154 mln del 2019 (con un saldo finanziario totale pari a 182 mln, contro 75 mln del 2018).

Il rendimento lordo del patrimonio finanziario nel 2019 è stato del 3,9%, grazie a scelte d’investimento che hanno visto prevalere strumenti finanziari liquidi e a basso costo gestionale, con profilo di rischio/rendimento allineati all’asset allocation strategica che il Consiglio di amministrazione ha approvato. Per quanto riguarda la gestione del patrimonio immobiliare nel 2019, pur continuando le attività volte alle vendite dirette agli inquilini, si stanno sviluppando nuove strategie di gestione: dalle vendite delle unità immobiliari libere all’asta, alla gestione del patrimonio residuo diretto ed indiretto tramite lo strumento della Sicaf, con la finalità di ottimizzare i risultati e diminuire i costi di gestione.

Il voto dei delegati presenti (56 su 60), in definitiva, ha confermato il peso della maggioranza, ma l’area degli “scontenti” sembra essersi allargata. Infatti, a giudicare dai voti contrari (23, contro i 33 a favore), non sono solo i 16 delegati di opposizione (quelli firmatari delle richiesta di intervento ai ministeri vigilanti) quelli che hanno da ridire sia sul bilancio che sulla gestione della Cassa. Per cui c’è da chiedersi se la maggioranza, senza il voto di gran parte delle società preponenti – cui è riservato un peso da molti ritenuto eccessivo: 20 delegati su 60 – avrebbe mai potuto far prevalere la sua linea.

Assisteremmo ad un testa testa, probabilmente, dall’esito molto incerto

La questione non è secondaria. Infatti, all’interno di una cassa fatta dagli agenti per gli agenti, il ruolo delle aziende preponenti dovrebbe essere decisamente più marginale, se non addirittura nullo. In pratica, è come se ANASF ed Assoreti, che già si trovano a lavorare insieme dentro l’Organismo Unico (OCF), si ritrovassero a braccetto all’interno di una (molto) ipotetica cassa previdenziale privata che i consulenti avrebbero ben meritato, e che la stessa ANASF non è stata capace di far nascere in quasi tre decenni di storia della professione.

Neanche sfiorato il tema delle elezioni. La circostanza, tecnicamente, non crea alcun imbarazzo, dal momento che l’argomento non era all’ordine del giorno, ma la maggioranza si è tenuta accuratamente a distanza da qualunque accenno – che sarebbe stato invece più che doveroso, visto il rinvio sine die (questo sì, piuttosto imbarazzante) – nonostante i tentativi di diversi consiglieri dell’opposizione di richiamare in assemblea il tema che ha contribuito a creare il “caso Enasarco“.

Sembra chiaro che la questione non può considerarsi chiusa, e che a breve arriveranno le determinazioni – e, si spera, le sollecitazioni – dei ministeri che sono stati oggetto di comunicazioni formali da ambo le parti. Nel frattempo, secondo fonti ufficiose proventi dagli stessi ministeri, la Procura regionale della Sezione giurisdizionale per il Lazio della Corte dei Conti avrebbe scritto ai ministeri del Lavoro, dell’Economia e alla direzione generale per le politiche previdenziali per segnalare che che il Consiglio uscente, scaduto il 13 giugno e dunque in regime di prorogatio per un periodo massimo di 45 giorni, non può in questa condizione che adottare atti di ordinaria amministrazione. Le conseguenze sarebbero di non poco conto: le varie delibere relative per esempio agli aiuti post-covid potrebbero essere considerate tutte irregolari, e dunque a rischio di danno erariale. 

Di fronte ad un’intimazione della Corte dei conti, in caso di inottemperanza da parte della maggioranza della Cassa, si profilerebbe un commissariamento ad acta da parte del Governo.