Gennaio 19, 2025

Mercati globali: timori sui tassi di interesse, occhi puntati sulla Fed

I timori che la Federal Reserve dovrà agire in modo aggressivo per frenare l’inflazione incombono sempre di più sul sentiment. I futures scontano la previsione di un aumento di 100 punti base nel 2022, e di 50 punti base a Marzo.

I timori sui tassi di interesse in aumento e le preoccupazioni sulla crescita hanno spinto l’indice S&P 500 al suo più grande calo in più di 14 mesi durante la settimana “corta” americana (i mercati sono stati chiusi lunedì in osservanza della festività di Martin Luther King Jr.). L’indice Nasdaq Composite, infatti, è crollato di circa il 7,5%, il più grande calo settimanale dall’inizio della pandemia. La debolezza delle azioni dei semiconduttori ha pesato sui titoli tecnologici, mentre la debolezza delle case automobilistiche e dei rivenditori di articoli per la casa ha trascinato al ribasso il settore dei beni voluttuari. Il declino dei giganti finanziari JPMorgan Chase e Goldman Sachs hanno messo a dura prova le azioni dei servizi finanziari, e il calo di oltre il 20% delle azioni Netflix – dopo il rapporto sugli utili del quarto trimestre – ha contribuito pesantemente alle perdite degli indici.

Cosa è successo nel dettaglio? Molti analisti hanno notato che gran parte della volatilità della settimana sembrava essere dovuta a fattori tecnici. I forti flussi in entrata e in uscita dagli ETF (Exchange-Traded Fund) incentrati su indici hanno indicato che molti investitori negoziavano le azioni come una classe di attività complessiva, invece di basarsi sui rapporti sugli utili della settimana o su altri fondamentali. E così, il Nasdaq ha superato la sua media mobile a 200 giorni per la prima volta da aprile 2020, e i ribassi hanno lasciato il Nasdaq in territorio di correzione, in calo di oltre il 10% dai massimi di metà novembre. Nel frattempo, i timori che la Federal Reserve dovrà agire in modo aggressivo per frenare l’inflazione incombono sempre di più sul sentiment. I trader riportano crescenti speculazioni secondo cui la Fed annuncerà un aumento di 50 punti base (0,50%) nella sua riunione di marzo, invece degli aumenti incrementali di 25 punti base che hanno caratterizzato l’azione della Fed in anni recenti. Inoltre, secondo numerosi analisti i mercati dei futures stanno attualmente scontando quasi due terzi di possibilità che i tassi ufficiali a breve termine aumentino di almeno 100 punti base nel 2022.

Le previsioni di crescita in USA, in particolare sul mercato immobiliare, sono contrastanti. L’indice delle nuove abitazioni e i permessi edilizi a dicembre hanno sorpreso al rialzo, mentre le vendite di case esistenti sono crollate nel corso del mese. Relativamente all’occupazione, c’è stato un aumento inaspettato delle richieste di sussidi di disoccupazione in USA, e questo ha avuto un impatto maggiore sui mercati e soprattutto hanno provocato l’appiattimento della curva dei rendimenti dei treasury. Infatti, il rendimento del titolo di riferimento del Tesoro statunitense a 10 anni ha raggiunto l’1,90%, il livello più alto dalla fine del 2019, ma è sceso bruscamente sulla scia del rapporto sulle richieste di sussidi di disoccupazione più debole del previsto.

I fattori tecnici supportano il mercato delle obbligazioni societarie – Gli spread delle obbligazioni societarie investment grade si sono inizialmente ampliati in risposta ai rapporti sugli utili. Tuttavia, un movimento dei tassi ha contribuito all’aumento della domanda overnight, che ha sostenuto l’asset class dal punto di vista tecnico. Diverse banche statunitensi sono arrivate sul mercato con nuove emissioni, generalmente ben sottoscritte. Le obbligazioni ad alto rendimento sono state scambiate al ribasso a causa della debolezza delle azioni e del sell-off nel mercato dei Treasury. Tuttavia, l’area successiva all’investment grade è rimasta  stabile, con gli acquirenti che hanno mostrato un sano interesse per le nuove operazioni a breve scadenza.

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