Ottobre 10, 2024

A proposito di “……due tribù indiane avversarie, ciascuna dalla propria riva del fiume….”

Il segretario di Fedepromm-Uiltucs replica all’editoriale di Alessio Cardinale del 8 Novembre scorso, che conteneva una critica aperta alla mancanza di unità, in questo delicatissimo momento storico della nostra Economia, tra le varie organizzazioni a tutela delle categorie professionali degli agenti di commercio e dei consulenti finanziari, entrambe contribuenti di Enasarco.

Egregio direttore,

Ho avuto modo di leggere con molto interesse e direi anche con un certo senso di autocritica quanto correttamente sviluppato nell’editoriale di “Patrimoni&Finanza” dell’8 Novembre scorso, circa le osservazioni avanzate sul piano politico e riguardanti la crisi di identità che, nelle organizzazioni sindacali di rappresentanza di agenti di commercio e consulenti finanziari, causa una certa difficoltà nel portare avanti  strategie unitarie verso alcune rivendicazioni che coinvolgono entrambe le categorie, recentemente discriminate dai provvedimenti governativi  che hanno stabilito dei “ristori” economici ai soggetti colpiti dal blocco della attività conseguente al ritorno dell’emergenza sanitaria. 

Piccanti critiche, che manifestano una reale situazione di imbarazzo e disagio per chi, come Federpromm-Uiltucs, ama la chiarezza dei comportamenti,  ma soprattutto ama avere la visione complessiva dei problemi  reali – in un contesto macrosociale  –  che coinvolgono le storie di vita delle persone rappresentate, delle quali rivendichiamo con coerenza  i reali interessi.

Ci sarebbe da dire “nessuno si salva da solo”, e le infuocate critiche avanzate dall’autore dell’articolo manifestano una certa inconsapevolezza circa la portata politica dei problemi esistenti, che governano i reali processi  interni  di alcune associazioni talmente “di tendenza” da apparire addirittura commoventi o, meglio ancora, dilettanti allo sbaraglio.

Manlio Marucci

E’ risaputo che lo sviluppo di azioni unitarie da parte dei sindacati di categoria è stato considerato sempre una specie di miraggio, ma l’ancoraggio delle organizzazioni sindacali confederali alla condivisione dei problemi reali dei lavoratori e dei pensionati di queste categorie – come delle altre – non è mai mancato. In mancanza di una strategia e di una visione ermeneutica dei problemi, le considerazioni teoriche esposte non possono  che far scaturire una reale presa di coscienza comune, anche al fine di non far apparire – giustamente – le circostanze come una caricatura atroce della democrazia. 

E’ molto più comodo – affermava M. Weber  – vivere nell’obbedienza rispetto alla piena consapevolezza di sé. 

Manlio Marucci

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