Ottobre 6, 2024

USA, l’esuberanza irrazionale dei mercati è un rischio per la stabilità finanziaria

Secondo Maurizio Novelli, mentre gli indici USA macinano record storici ogni giorno, 45 società su 100 quotate nell’indice Russell 2000 sono in perdita netta. Se la crescita sarà inferiore al 2%, si prospetta una crisi finanziaria da eccesso di debito.

“Il modello di politica economica finanziato ormai prevalentemente dalla Fed vuol far credere che siamo all’inizio di un nuovo boom economico basato su spesa pubblica infinita e leverage finanziario. Mentre gli indici macinano record storici ogni giorno, il 45% circa delle società quotate nell’indice Russell 2000 sono però in perdita netta. Molti confondono la stabilità finanziaria con il fatto che gli asset a rischio continuano a salire, ma è proprio l’esuberanza irrazionale dei mercati che denota che il controllo della stabilità finanziaria è già sfuggito di mano ai policy makers. Il rischio è che gli investitori stiano basando le decisioni d’investimento su dati distorti da provvedimenti straordinari e non sostenibili”. È il commento di Maurizio Novelli, gestore del fondo Lemanik Global Strategy Fund.

Gli Stati Uniti hanno pubblicato la seconda revisione del Pil del secondo semestre del 2021, che segnala un’economia in espansione a un tasso del 6,6% annualizzato rispetto al secondo trimestre del 2020. All’interno dei dati che compongono il Pil si evince che l’inflazione è salita al 6,1% rispetto al 2,1% del precedente trimestre e che i consumi interni sono in rialzo del 7,9% annualizzato rispetto al secondo trimestre del 2020. Il punto critico è che lo stesso Bureau of Economic Analysis dichiara che l’inflazione, in precedenti dati pubblicati, sarebbe salita al 9,68% annualizzato rispetto al precedente trimestre. Se quindi l’inflazione è al 9,68% il Pil reale non sarebbe in crescita del 6,6 ma solo del 3,02% e i consumi reali sarebbero +4,3% e non +7,9%, secondo il gestore.

Un’altra parte interessante riguarda i profitti delle società americane (quotate e non quotate), che sono saliti del 9,7% rispetto al secondo semestre del 2020, ma sono ancora al -12% rispetto al 31 dicembre 2019. In questa contrazione sono comprese tutte le iniziative fiscali attuate dal marzo 2020, come è stato fatto anche in Europa e tutte queste passività sono state posticipate a tempi migliori, sia per privati che per società. “I dati che abbiamo a disposizione servono solo a mascherare i veri problemi di un sistema economico in grande difficoltà e si preferisce manipolare la realtà anziché implementare politiche mirate al cambiamento”, spiega Novelli.

Le moratorie sui pagamenti hanno contenuto i default nel sistema ma questo non vuol dire che il sistema è sano. Il mercato finanziario sta acquistando a piene mani posizioni speculative sull’equity sulla proiezione di utili distorti dai sostegni fiscali e che in futuro non saranno sostenibili, proiettando gli indici verso livelli che oltre a non essere compatibili con l’economia reale non sono più nemmeno compatibili con la fantasia che li sostiene. Tra dati distorti e Pil “gonfiati” da statistiche di dubbia qualità, il trend rialzista continua sostenuto da una colossale campagna di marketing da parte di Wall Street, che attira sempre più investitori retail alla festa assicurando che le aziende americane continueranno a macinare utili grazie ai fondi pubblici erogati ai privati per consumare, le aziende continueranno a beneficiare di tasse minime e debito gratis e chi non è in grado di pagare i debiti accumulati non potrà essere considerato insolvente grazie alle moratorie in essere.

“Tutto questo non è sostenibile”, conclude Novelli. “Non sarà necessario assistere alla prossima recessione per avere una crisi finanziaria da eccesso di debito, sarà sufficiente una crescita inferiore al 2% per far emergere seri problemi di solvibilità”.

Related Posts

Lascia un commento