Chi compra un attico poi ci abita dentro, ma c’è chi investe e ne fa una casa vacanza
Dall’analisi dei dati di Tecnocasa, chi acquista un attico ne fa soprattutto l’abitazione principale, ma sono in aumento coloro che comprano per farci una casa vacanza e ricavarne un reddito, soprattutto nelle grandi città.
Com’è noto, l’attico è un’abitazione all’ultimo piano, nel sottotetto di un edificio, e la sua particolare posizione comporta una serie di vantaggi e svantaggi che dovranno essere necessariamente esaminati prima di lanciarsi in un acquisto.
In estrema sintesi, i vantaggi di abitare in un attico sono la luminosità, il silenzio, il panorama ed il prestigio, tutti benefici che aumentano considerevolmente se l’attico è anche dotato di un terrazzo dove trascorrere le serate estive. Gli svantaggi, di contro, non sono meno importanti: ambiente più freddo degli altri in inverno, e molto caldo in estate, che costringono a maggiori costi di climatizzazione in tutte le stagioni e una spesa notevole per l’isolamento termico; e poi le possibili infiltrazioni d’acqua dal tetto, che spesso interessano gli inquilini dei piani inferiori, con relativo risarcimento del danno da umidità o altro. Il valore di un attico, naturalmente, cambia a seconda della sua quadratura e delle eventuali rifiniture e pertinenze, come qualunque altro appartamento, ma a differenza di questo sconta un “sovrapprezzo” per via della sua tipologia. Inoltre, il valore cambia notevolmente a seconda della città e della zona: un attico a Milano costa mediamente il 22% in più delle altre unità immobiliare (a parità di elementi), e uno a Roma il 20% in più.
Interessante l’analisi degli scambi su questo segmento di mercato immobiliare. Secondo i dati di Tecnocasa, circa lo 0,7% delle compravendite totali riguarda gli attici. I tagli maggiormente scambiati sono quelli compresi tra 51 e 150 mq, che compongono in totale il 78,2% delle transazioni. A seguire, con il 22,7% delle scelte, ci sono gli attici con ampiezza compresa tra 151 e 200 mq. In crescita la percentuale di acquisti di attici compresi in quest’ultima fascia, che nel 2019 si attestavano al 12,7% e nel 2020 al 19,7%. Anche gli attici risentono quindi della tendenza all’acquisto di tipologie più ampie, trend evidenziato in seguito alla pandemia anche su altre tipologie immobiliari.
Gli attici si acquistano soprattutto come abitazione principale (84,0%). Bassa la percentuale di compravendite per investimento che si attesta all’8,6%, mentre gli attici adibiti a casa vacanza sono il 7,4% del totale, in notevole aumento rispetto al 2020 e al 2019, quando si attestavano al 4,8% del totale. Il settore della casa vacanza, infatti, si è subito dimostrato estremamente vivace in seguito ai primi lockdown, e questo fermento ha coinvolto anche gli attici acquistati nelle località di mare, montagna o lago, coinvolgendo soprattutto gli under 35, che formano il 29,0% del campione, e a seguire gli under 44 (24,4%). Infine, quelli tra 45 e 54 anni sono il 22,2%.
L’abbassamento dell’età media degli acquirenti di attici sembra essere spinta anche dai bassi tassi sui mutui. Cresce infatti la percentuale di ricorso al mutuo per l’acquisto di un attico: nella prima parte del 2021 ben il 61,6% delle compravendite di queste tipologie è stato realizzato grazie all’accensione di un mutuo. Nel primo semestre del 2019 la quota di mutui si fermava al 45,5% e nel primo semestre del 2020 al 51,7%. A comprare attici sono soprattutto coppie e coppie con figli che in totale compongono il 72,2% degli acquirenti, mentre sono single il 27,8% degli acquirenti. Questi valori sono sostanzialmente invariati rispetto al 2020, mentre rispetto al 2019 cresce la percentuale di coppie e diminuisce la percentuale di acquirenti single.