Marzo 29, 2024
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Consulenti finanziari, storie di ordinaria solidarietà. Gaetano Pulvirenti: “se dai, ricevi”

Nelle reti di consulenza finanziaria non mancano gli episodi di concreta solidarietà verso i colleghi colpiti da eventi di una certa gravità. A volte, questi episodi danno vita ad iniziative sociali più ampie e “trasversali”.

Sebbene per molti l’ambiente di lavoro dei consulenti finanziari sia ammantato dalla naturale riservatezza tipica della materia – che nelle aziende operanti nella consulenza d’investimento alla clientela privata è spinta ai massimi livelli di privacy – quello che accade negli uffici degli ex promotori non ha niente di diverso dagli eventi quotidiani di qualunque contesto lavorativo. I colleghi dei vari gruppi, infatti, vivono insieme gran parte della propria giornata e condividono umori, emozioni ed esperienze. Anche quelle più spiacevoli e dolorose, che fanno scattare sentimenti di sincera solidarietà verso il collega che ne è colpito.

A volte, questi eventi danno vita ad iniziative che superano i confini dell’ufficio locale e diventano “trasversali”, facendo intravedere in lontananza un sentimento comune di appartenenza alla categoria dei consulenti finanziari che oggi manca quasi del tutto. Infatti, il clima di competizione tra le reti non ha aiutato, fino ad oggi, a sviluppare una “coscienza etica trasversale” che possa accomunare tutti i professionisti di tutte le reti, senza distinzione di brand, portafoglio medio e anzianità professionale. Ogni rete fa storia a sè, e spesso anche all’interno delle medesime società mandanti – soprattutto quelle con migliaia di professionisti – esistono differenze enormi da una regione all’altra, e ogni gruppo di colleghi, in un certo modo, “si isola” dagli altri salvo trovarsi insieme durante le convention (quando si potevano ancora fare in presenza).

Oggi vi raccontiamo uno di questi episodi, intervistando chi lo ha evidenziato sui social di settore. Gaetano Pulvirenti (nella foto), consulente finanziario siciliano, scrive “….Circa 9 mesi fa un nostro collega è stato colto da ictus, per fortuna non particolarmente grave. Le conseguenze comunque non gli permettevano di svolgere autonomamente l’attività lavorativa. Pertanto, tutti i colleghi hanno dato la disponibilità ad accompagnarlo per le attività lavorative ed extra-lavorative necessarie, organizzando un calendario di reperibilità e dedicando al collega mezza giornata ciascuno per circa due mesi, fino alla sua guarigione. Dopo questa esperienza, abbiamo pensato di costituire un’associazione aperta a tutti “gli uomini di buona volontà”, al fine di donare un po’ del nostro tempo ai più bisognosi. Ed eccoci qui, felici di comunicare la nascita di “Life4Life”. Ciò che ci unisce sono i valori umani, e siamo davvero contenti perché riceveremo molto di più di quello che daremo!”.

Innanzitutto, come sta il collega colpito dall’ictus?
Per fortuna il collega si è totalmente ristabilito.

Nel comune sentire della gente, chi esercita una professione non dovrebbe provare sentimenti ed emozioni verso gli altri. Eppure nell’ambiente dei consulenti finanziari non sono rari i momenti di autentica solidarietà…
Il nostro è un gruppo molto affiatato e ci è sembrato assolutamente naturale metterci a disposizione di un collega in difficoltà. Tante volte negli ambienti di lavoro si usa la frase “siamo una famiglia“. Non nascondo che quando lo sento dire spesso lo trovo fuori luogo, perché spesso nasconde un’ipocrisia di fondo. Nel nostro caso, invece, posso dire con forza che “siamo una famiglia“, perché ne abbiamo fatto l’esperienza tipica allorquando ci siamo stretti e abbracciati soprattutto quando uno dei componenti è stato in difficoltà, come di recente. Pertanto, non riteniamo di aver fatto qualcosa di eccezionale, ed anzi penso che le emozioni debbano assolutamente far parte della nostra quotidianità. Sentirsi squadra, famiglia, sentirne il calore e la protezione non può che farci vivere meglio la nostra professione e, di conseguenza, la nostra vita. Credo nelle emozioni condivise.

Com’è nata l’idea di far evolvere la vostra esperienza locale, creando addirittura un’associazione e mettendovi in gioco in una vera iniziativa di volontariato?
Dopo due mesi di sostegno al collega ci siamo guardati negli occhi ed abbiamo compreso tutti insieme che sicuramente avevamo ricevuto da quella esperienza più di quello che avevamo dato. Inoltre se eravamo riusciti a dedicare uno spazio alla solidarietà vuol dire che con la giusta organizzazione potevamo continuare ancora a farlo. Pertanto abbiamo pensato di dare un seguito a quella esperienza costituendo un’associazione senza scopo di lucro, che abbiamo denominato “Life4life”.

Gestire un’associazione senza scopo di lucro è un compito impegnativo e richiede del tempo. Che tipo di organizzazione vi siete dati per gestire l’impegno?
Life4Life è una sorta di banca del tempo della solidarietà, dove ognuno mette a disposizione una parte del proprio tempo (che sia quotidiano, settimanale, quindicinale o mensile non importa) a disposizione del prossimo. Nella nostra vita professionale ci occupiamo delle esigenze di privati e imprese, per cui ognuno di noi ha poco tempo per occuparsi di solidarietà concreta verso i più bisognosi. Insieme, però, vediamo in questa associazione la possibilità di “chiudere un cerchio”, occupandoci di vicende umane che altrimenti non potremmo mai conoscere.

Avete già programmato dei progetti di solidarietà specifici da attuare nel 2022? Se sì, in quale settore? 
Abbiamo incontrato la Caritas di Catania e siamo in attesa di partecipare al corso che ci permetterà d’inserirci nelle attività di volontariato in corso. Pensiamo in una prima fase di partecipare alla mensa dei bisognosi che distribuisce quotidianamente circa 700 pasti.

Avete pensato di aprire l’associazione anche ai colleghi di altre reti, e rendere Life4life una iniziativa “trasversale”?
Al momento l’associazione è costituita da alcuni consulenti della Rete Bnl BNP Paribas, ma da subito vorremmo coinvolgere anche i nostri clienti e i consulenti di altre reti sensibili a queste problematiche. Quella che è nata è un’associazione “trasversale”, dove ognuno possa ritrovarsi perché, citando San Francesco d’Assisi, “è dando che si riceve“.