Ottobre 6, 2024

Paesi BRICS, sempre più vicina la nuova valuta comune. Quale impatto su oro e dollaro?

L’intenzione di creare una nuova valuta all’interno dei BRICS non è più solo una voce. Quali effetti potrebbe avere questa nuova valuta sulla geopolitica e sull’oro?

Com’è noto, ad agosto 2023 si è svolto in Sudafrica il 15° vertice BRICS. Guidato da Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, le cui iniziali danno il nome a questo gruppo di nazioni, l’evento si è svolto sullo sfondo della guerra ancora in corso tra Russia e Ucraina. Ma ieri come oggi, a distanza di un anno da quel vertice, il conflitto tra la Russia di Putin e l’Ucraina-NATO non era l’unica questione chiave all’ordine del giorno: l’altro argomento scottante era la creazione di una nuova valuta comune a quei paesi. In termini economici, una nuova valuta rivale potrebbe essere una bomba per gli USA, poichè potrebbe seriamente minare il dollaro (USD) come valuta internazionale preferita. Tanto più che i paesi BRICS potrebbero lanciare la valuta prima della fine del 2024, portando a uno spostamento del potere economico globale e ad alcuni effetti su altre valute e sull’oro.

Perché i paesi BRICS stanno creando una valuta comune? Dopo la prima e la seconda guerra mondiale, gli Stati Uniti erano all’apice del loro potere politico, godendo di un dominio globale nelle relazioni internazionali e così riuscendo a rendere il dollaro quale valuta dominante per il principale commercio mondiale: niente dollari, niente petrolio. Questa dipendenza dal dollaro ha esposto sia i BRICS che il mondo intero ai rischi legati alle fluttuazioni del dollaro, nonché alle sanzioni degli Stati Uniti, come quelle che vengono adottate in periodi di conflitto, che possono limitare le risorse finanziarie di un paese. La Russia, meritatamente, è stata colpita da tali sanzioni sin dallo scoppio della guerra con l’Ucraina.

A questo punto, è lecito chiedersi se stiamo andando verso una “dedollarizzazione“, e soprattutto se “la festa è finita” per il dollaro. Tutto farebbe pensare di sì, perché il concetto di dedollarizzazione, ovvero l’indebolimento incrementale e strategico del potere economico globale del dollaro, si è intensificato negli ultimi anni. Sebbene il progetto di moneta comune dei BRICS debba ancora concretizzarsi ufficialmente, questo gruppo di paesi ha da tempo svolto un ruolo centrale nella strategia di dedollarizzazione. Le nazioni dei BRICS rappresentavano oltre il 26% del PIL mondiale nel 2023; e adesso intendono diversificare le proprie riserve valutarie e promuovere l’uso delle proprie valute nazionali. La Cina, in particolare, ha promosso l’uso dello yuan nelle transazioni internazionali e negli accordi di swap valutario. Anche la Russia ha intensificato gli sforzi per ridurre la propria dipendenza dal dollaro, favorendo il commercio in rubli e yuan. Il risultato di questa graduale dedollarizzazione è già evidente: alla fine del 2023 l’USD rappresentava circa il 58% delle riserve valutarie globali, rispetto a oltre il 70% negli anni ’90.

Quale potrebbe essere l’impatto economico di questa nuova valuta dei BRICS? È troppo presto per dirlo, poiché l’impatto dipenderà dal successo dell’integrazione della nuova moneta comune nell’economia globale. In generale, due scenari sembrano possibili:
– una coesistenza tra valute locali e la moneta BRICS, utilizzata principalmente nel commercio internazionale e/o in transazioni specifiche (ad esempio materie prime);
– una graduale sostituzione delle valute locali con la nuova moneta super comune; simile a quanto accaduto con i paesi dell’Eurozona nel 2002.

Relativamente all’oro, negli ultimi due anni sono circolate teorie sulla possibilità che la nuova moneta comune dei BRICS possa essere supportata da un paniere di materie prime, tra cui l’oro. Questa strategia consentirebbe alla nuova moneta di svolgere il suo ruolo di riserva di valore, simile a come funziona ora il dollaro. In questo scenario, i paesi BRICS avrebbero tutti gli incentivi per continuare ad aumentare le loro riserve auree per sostenere il valore della loro nuova moneta, aumentando ulteriormente il prezzo del metallo giallo. Inoltre, vale la pena notare che i paesi BRICS sono già tra i maggiori acquirenti di oro: nel 2023, la Cina ha aggiunto 102 tonnellate metriche (MT) di oro alle sue riserve, mentre la Russia ne ha aggiunte 31,1 MT.

Infine, la domanda più urgente: il dollaro può competere con la valuta BRICS? In teoria, la valuta comune dei BRICS potrebbe rapidamente diventare una delle valute più utilizzate al mondo. Dopotutto, la popolazione complessiva dei paesi BRICS ammonta a 3,3 miliardi di persone, rispetto agli 800 milioni dei paesi del G7. Ciò potrebbe ridurre significativamente la domanda di dollari, diminuendone il valore. Attualmente, il dollaro è visto come una riserva di valore semplicemente a causa del suo predominio nel commercio globale, per cui l’indebolimento del dollaro potrebbe gettare le basi per un nuovo sistema monetario globale. Molto più di quanto non sia stato capace di fare l’Euro.

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