Marzo 29, 2024
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Educazione finanziaria, l’Italia sconta l’assenza di un modello virtuoso

In Italia pesa l’assenza di un “modello virtuoso” che contempli l’insegnamento dell’educazione finanziaria fin dalle scuole superiori ed anche a livello accademico. In Europa siamo perennemente sotto la media OSCE.

Di Marco D’Avenia

Di fronte allo scenario di elevata inflazione e perdita del potere d’acquisto in cui ci troviamo, gli italiani stringono la cinghia e, mai come adesso, scontano gli effetti di un basso livello di educazione finanziaria. Infatti, nel nostro Paese si fa sentire sempre di più la scarsa conoscenza degli insegnamenti di educazione finanziaria, ovverosia quell’insieme di nozioni e di comportamenti utili a fronteggiare i momenti più complicati della nostra vita finanziaria ed economica, sia a livello individuale che familiare. Nonostante ciò, la domanda esistente incontra un’offerta inadeguata da parte delle istituzioni e del tessuto bancario, evidentemente entrambi poco inclini ad andare oltre alle periodiche operazioni di facciata.

Secondo l’ultimo report IACOFI (Indagine sull’Alfabetizzazione e le Competenze Finanziarie degli italiani), si evidenziano in Italia le carenze in educazione finanziaria già registrate nel primo sondaggio, risalente al 2017. Su un campione di 2.000 persone, comprese in un’età tra i 18 e i 79 anni, sono stati elaborati quattro profili: escluso, incompetente, competente ed esperto. Ebbene, dall’indagine risulta che il 51% della popolazione italiana non raggiunge la sufficienza. Nel dettaglio, il 21% degli italiani è di fatto ignorante in materia di finanza, non partecipa ai mercati finanziati e ha una forte inclinazione alla spesa, invece che al risparmio. Mentre il 30% è incompetente, il che si traduce in una conoscenza appena sufficiente dei concetti economici di base, che non consentono però di attuare comportamenti prudenti in campo finanziario. E l’OSCEOrganizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa – ha evidenziato un gap tra l’Italia e il resto del mondo. Lo Stivale si colloca infatti in 25esima posizione su 26 paesi considerati nell’indagine. Il punteggio italiano, calcolato dalla combinazione di tre criteri (conoscenze, comportamenti ed attitudini finanziarie) è 11,2, mentre la media degli stati interpellati è 12,7, addirittura 13 per i paesi OSCE.

Eppure, in Italia si recepisce in misura sempre maggiore l’esigenza di possedere più competenze in educazione finanziaria. È quanto emerge dal rapporto EdufinComitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria – targato 2022, secondo il quale l’89,1% degli italiani è favorevole all’introduzione di questa nuova materia nei programmi scolastici. Anche sul posto di lavoro si avverte la necessità di avere più strumenti per la gestione dei propri risparmi, con una percentuale che sfiora l’80% degli intervistati.

La spaccatura tra questo desiderio di maggiori competenze in ambito finanziario e ciò che poi viene offerto in termini di formazione pubblica è però abissale. Il decreto interministeriale (D.L. 237/2017) che ha istituito l’Edufin ha stilato un programma triennale (2017-2019) molto ambizioso. Infatti, tra le linee guida è compreso l’obiettivo del conseguimento di “conoscenze e competenze finanziarie per tutti, per costruire un futuro sereno e sicuro”. Tuttavia, complici le congiunture internazionali degli ultimi due anni, il futuro degli italiani è tutto tranne che sereno e sicuro. Per di più, secondo un sondaggio “Doxa”, Edufin è conosciuto solo dal 12,1% della popolazione, mentre l’educazione finanziaria non è riuscita a sfondare né in ambito scolastico, né sui luoghi di lavoro (obiettivi contenuti nel Programma Nazionale).

Nel corso del 2022 Annamaria Lusardi, presidente di Edufin e University Professor presso la The George Washington University School of Business, è stata sentita in audizione presso la Commissione Istruzione Pubblica e Beni Culturali e ha evidenziato come “insegnare l’educazione finanziaria nella scuola” sia un elemento “essenziale, decisivo e necessario per consentire all’Italia di fare un balzo in avanti in termini di crescita e sviluppo, anche dei mercati finanziari”. Un appello, che però, sembra essere caduto nel vuoto, poiché il tentativo di cambiare i programmi scolastici comporta, com’è noto, una sistematica levata di scudi da parte di insegnanti e dirigenti d’istituto. Tuttavia, ha dichiarato la professoressa Lusardi, “rendere obbligatorio l’insegnamento dell’educazione finanziaria nella scuola italiana ci permetterebbe di colmare il divario con gli altri Paesi”.

Il divario di competenze in educazione finanziaria fra Italia e gli altri paesi è dovuto soprattutto alla mancata attuazione di una strategia organica. In Germania, ad esempio, le casse di risparmio sono tenute per legge ad attuare iniziative di educazione finanziaria, assicurando la continuità e l’efficacia delle loro azioni. In Irlanda, l’autorità di regolamentazione monetaria ha istituito un servizio di informazione sulle finanze personali, potenziato anche da un numero verde in grado anche di rispondere per iscritto, mentre l’educazione finanziaria è massicciamente pubblicizzata attraverso i mezzi d’informazione. In Francia, già dal 2012 esiste un’iniziativa chiamata “Le chiavi della banca”, offerta dalla Federazione bancaria francese. “Les Clés de la Banque” fornisce informazioni e consigli utili a comprendere i meccanismi bancari, in modo tale da utilizzarli in modo coscienzioso e ottimale, mantenendo un registro comunicativo semplice e didattico.

Insomma, in Italia l’educazione finanziaria stenta a decollare e l’incerto scenario macroeconomico destabilizza un quadro finanziario già fragile. Per di più, non esiste nel nostro Paese una specializzazione verticale in questo ambito, il che contribuisce alla poca diffusione della materia tra la popolazione, che andrebbe istruita e guidata meglio in tema di risparmi e finanza personale. Infatti, i canali attraverso i quali erogare corsi di educazione finanziaria non mancherebbero; tuttavia, senza un “modello virtuoso” che unisca alla periodica iniziativa del Governo la formazione scolastica superiore e accademica, risulterà sempre complicato colmare il gap degli italiani in modo capillare ed efficace. Quello che traspare, invece, è l’assenza di una chiara volontà politica nel voler attuare concretamente questi programmi. Così ben imbastiti, ma solo su carta. 

Ascofind, Forum annuale sulla Consulenza Finanziaria. Diretta streaming il 9 Ottobre

Il prossimo 9 ottobre 2020, in diretta streaming dal canale YouTube di Ascofind, l’evento annuale organizzato dall’Associazione per la Consulenza Finanziaria Indipendente e facente parte del Mese dell’Educazione Finanziaria indetto dal Comitato Edufin.

Nel decennale dalla sua fondazione, come ogni anno, Ascofind – Associazione per la Consulenza Finanziaria Indipendente – organizza il Forum Nazionale sulla Consulenza Finanziaria, arrivato alla sua decima edizione.

Si tratta di un confronto di opinioni tra operatori ed esperti del settore della consulenza finanziaria, con il quale Ascofind, nel difficile contesto caratterizzato dalle attuali restrizioni sanitarie, intende sollecitare un dibattito sui temi di maggiore rilevanza per le prospettive dei servizi e attività di investimento. Tra i vari temi di grande interesse, si parlerà delle nuove prospettive della Consulenza Indipendente, dei fattori ESG nella gestione degli investimenti, dei c.d. Megatrend e degli strumenti a disposizione per il consulente indipendente.

Nel pomeriggio è organizzata una tavola rotonda sul tema “Educazione Finanziaria, la realtà italiana e le prospettive”, tema in stretta connessione con il “Mese dell’Educazione Finanziaria” organizzato dal Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di Educazione Finanziaria, e giunto alla sua terza edizione. Quest’anno gli argomenti affrontati nel corso del Mese tratteranno l’evoluzione delle scelte finanziarie personali e familiari correlate all’emergenza Coronavirus, nonché le opportunità offerte a famiglie e imprese dalla trasformazione digitale dei servizi bancari e finanziari.

La partecipazione all’evento di Ascofind è gratuita, è sufficiente registrarsi a questo link.

PROGRAMMA

Ore 10,00 – Saluto ai partecipanti, Giancarlo Somaschini, Vicepresidente Ascofind

Ore 10,10 – Le prospettive della consulenza indipendente, Simone Rosti, Country Head Italy, Vanguard

Ore 10,40 – I fattori ESG nella gestione degli investimenti, Vincenzo Sagone, Head of ETF, Indexing & Smart Beta Business Unit, Amundi Sgr

Ore 11,10 – La chiave per investire nei megatrend, Vincenzo Saccente, Managing Director, Responsabile per i Lyxor ETF in Italia

Ore 11,40 – Spunti oltre i classici confini per un’allocazione di portafoglio, in tempi di Covid e dopo, Salvatore Catalano, Responsabile Italia, VanEck Investments Ltd

Ore 12,10 –  Il nuovo modo di investire nel futuro per partecipare alle storie di crescita di domani, Emanuela Salvade, Director, Head of Italian Speaking Regions, Rize ETF Limited

Ore 12,40 – Gli strumenti a disposizione del consulente indipendente, Alberto Dellavalle, Responsabile Servizi per la Consulenza Indipendente, Banca Sella

Ore 15,00 – Tavola rotonda su “Educazione finanziaria, la realtà italiana e le prospettive”  – Moderatore Massimo Scolari, Presidente Ascofind; con gli interventi di Marilisa Guida (Comitato Edufin, Membro supplente per Banca d’Italia), Michele Boldrin, Joseph G. Hoyt Distinguished University Professor of Economics (Washington University, St Louis – Visiting Professor, Univ. Ca’ Foscari – Venezia), Luca Carlomagno (Co-President, Bocconi Students Fintech Society), Massimo Famularo (Managing Director, Head of Italian NPLs at Distressed Technologies), Fabrizio Fornezza (Partner di Eumetra MR), Luciano Scirè (Fondatore di Goal Based Investing Italia).