Ottobre 12, 2025
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Eurovita, a giorni il passaggio delle polizze a Cronos Vita. Ecco i dettagli per i titolari

Il passaggio del portafoglio polizze di Eurovita alle cinque compagnie assicurative che ne hanno permesso il salvataggio avverrà in due fasi.

Dopo gli alterni sviluppi dei mesi scorsi, che hanno tenuto i titolari delle polizze di Eurovita con il fiato sospeso, a fine ottobre è atteso il completamento della cessione del ramo di azienda di Eurovita S.p.A. a Cronos Vita Assicurazioni; quest’ultima, com’è noto, è una compagnia assicurativa costituta dalle cinque principali compagnie di assicurazione italiane, ossia Generali, Unipol-Sai, Poste Vita, Intesa San Paolo Vita ed Allianz. Tale passaggio, necessario per ristabilire i parametri di solidità patrimoniale previsti e perseguiti dalle autorità di vigilanza con grande tempismo, è volta a salvaguardare i diritti dei clienti che detengono oggi polizze di Eurovita e che, finalmente, potranno riscattare il capitale maturato dopo il blocco deciso dal provvedimento IVASS nr. 159483/23 del 30 giugno 2023.

Cronos Vita Assicurazioni, tuttavia, è solo il veicolo utilizzato dalle cinque compagnie per gestire, in primissima battuta, il probabile flusso straordinario di richieste di riscatto, ottimizzando le tempistiche di acquisizione e soprattutto le modalità di lavorazione degli ordini, che non sarà priva di possibili complicazioni amministrative. Infatti, a decorrere dal 1° novembre non potrà più essere accettata modulistica Eurovita, ma dovrà essere utilizzata esclusivamente la modulistica Cronos Vita, che sarà resa pubblica sul sito e sui vari portali della compagnia contestualmente all’avvio dell’attività della Newco. La documentazione Eurovita potrà essere accettata, entro e non oltre il 30 novembre, solo per gli ordini e le richieste che erano già pervenute alla compagnia prima della cessione del ramo d’azienda, e che hanno finalità di integrazione a completamento delle pratiche.

Contestualmente al ripristino della facoltà di riscatto, verranno a decadere le deroghe relative alla sospensione del pagamento dei premi ricorrenti. Pertanto, i clienti potranno versare in un’unica soluzione le rate di premio non corrisposte durante il periodo di blocco dei riscatti, però senza l’applicazione di interessi di ritardato pagamento. Invece, allo scopo di snellire le procedure interne durante la delicata fase di passaggio e di consentire ai titolari dei contratti una maggiore elasticità, le procedure di messa in insolvenza e riduzione, nonché le relative comunicazioni di sollecito arretrati, verranno ripristinate a partire da gennaio 2024.

La nuova società sarà detenuta da Generali Italia, Intesa Sanpaolo Vita, Poste Vita e Unipol-Sai ciascuna per il 22,5% e da Allianz per il restante 10%. Essa acquisirà l’intero portafoglio polizze di Eurovita, senza alcuna modifica contrattuale, e gestirà il portafoglio per ritrasferirlo entro due anni alle imprese azioniste. In questa prima fase, per evitare complicazioni amministrative e tempi di attesa lunghi per i clienti, le procedure operative e i sistemi utilizzati per lo svolgimento dell’operatività ordinaria non cambieranno rispetto a quelli in uso oggi, e le uniche modifiche apportate saranno esclusivamente quelle relative al cambio del brand – c.d. Rebranding – e della modulistica. Pertanto, il Sito Eurovita e i portali myinsurance, myportfolio, myEurovita e myFrontEnd verranno chiusi il 31 ottobre per manutenzione e torneranno ad essere raggiungibili il 1° novembre, mentre il portale myacademy sarà chiuso la mattina del 31 ottobre e verrà riaperto il 2 novembre.

Alla riapertura, tutti i portali così “rebrandizzati” torneranno ad essere raggiungibili tramite il nuovo sito internet www.cronosvita.it, con le credenziali per l’accesso alla Home Insurance che resteranno immutate. Il sito www.eurovita.it resterà attivo come pagina informativa dell’operazione realizzata e come rinvio al sito istituzionale della newco (le email saranno tutte modificate cambiando il dominio da “eurovita.it” a “cronosvita.it, così come gli indirizzi pec). Invece, i riferimenti IBAN utilizzati per l’operatività potrebbero subire modifiche in ragione del cambio societario, mentre i riferimenti postali dei service utilizzati dalla Compagnia non subiranno cambiamenti, eccetto il destinatario che risulterà Cronos Vita Assicurazioni S.p.A, la quale sarà tenuta a trasmettere a tutti i clienti, entro 10 giorni dalla cessione del ramo d’azienda, la comunicazione recante il completamento dell’operazione.

Da Eurovita a Cronos. Federpromm chiede trasparenza

In attesa che la nuova compagine societaria e il management assumano pieni poteri, Federpromm avanza quesiti sulla sicurezza delle operazioni e sulla  trasparenza verso i clienti ex Eurovita.
 
Di recente, alcune associazioni di consumatori (Codici, per esempio) hanno sposato la linea che sta portando avanti il comitato tecnico di  Federpromm (Uiltucs) a difesa dei molteplici clienti coinvolti nella vicenda della compagnia Eurovita, oggi in liquidazione verso la newco società chiamata Cronos e composta dalle maggiori e blasonate compagnie del settore assicurativo: Generali, Unipol, Intesa Vita, Allianz e Poste Vita
 
Sicuramente – afferma Manlio Marucci (nella foto) – l’incontro previsto per il prossimo 26 settembre presso IVASS con le varie rappresentanze delle associazioni dei consumatori è un buon segnale, che manifesta un valido impegno da parte dell’Autority del settore di voler accelerare le procedure tecnico giuridiche affinché  i titolari delle polizze, prima della scadenza del 31 ottobre prossimo, possano capire a quali delle compagnie all’interno della società Cronos siano assegnate le proprie polizze, ed anche come avanzare sul piano formale le eventuali richieste di liquidazione o mantenimento del proprio investimento.
 
Da parte nostra  – conclude la nota di Federpromm – attraverso i nostri legali abbiamo già avanzato una richiesta di incontro al nuovo board di Cronos Vita, al fine di avere precise risposte sui vari quesiti che interessano direttamente il quadro delle problematiche presenti nell’assegnazione delle polizze della compagine già di Eurovita alle varie realtà assicurative rappresentate in Cronos, ed anche per capire quali responsabilità dirette dovessero ricadere sui precedenti collocatori e, infine, se la nuova Compagnia ha intenzione di caricare sulle attuali reti distributive compiti che potrebbero contrastare con gli obblighi di comportamento o generare conflitti di interessi. 

Eurovita, entro 24 mesi polizze trasferite alla newco Cronos. Federpromm esprime riserve

Federpromm avanza alcune riserve circa i tempi previsti dei 18-24 mesi previsti per il trasferimento dei portafogli assicurativi. C’è ancora poca chiarezza sulle modalità e sui tempi di notifica alla clientela.

COMUNICATO STAMPA Roma 04 agosto 2023 –  L’operazione consapevole e responsabile da parte delle autority di vigilanza del settore assicurativo e finanziario, dei vari soggetti coinvolti che ha permesso con un accordo di settore sottoscritto tra le maggiori compagnie e banche il salvataggio della compagnia Eurovita, avvenuta in extremis prima della data del 30 giugno 2023, non esime però di avanzare alcune riserve circa le condizioni legate al passaggio degli oltre 353mila clienti titolari delle 400mila polizze sottoscritte con tale compagnia, in fase di trasmigrazione presso la newco società denominata “Cronos“.

In tale quadro di incertezza, ancora in fase di perfezionamento, Federpromm ha ritenuto di avanzare alcune  osservazioni critiche – proprio a difesa dei molteplici clienti che si sono rivolti per le loro tutele all’Organizzazione – che riguardano nello specifico:
– le modalità operative e i criteri metodologici seguiti di come avverranno i passaggi dei singoli titolari di polizza alla nuova società;
– i tempi e le priorità con cui verranno notificate le comunicazioni formali agli stessi clienti titolari di polizza (sia quelli del Ramo I che del Ramo III), nel rispetto della normativa contrattuale e secondo la regolamentazione di riferimento;
– i criteri di selezione e le priorità nel nuovo organigramma aziendale della newco Cronos nell’assegnare ai vari player, compagnie big del mercato (Allianz, Generali, Intesa Sanpaolo Vita, Poste Vita, Unipol) la gestione dei portafogli di Eurovita;
– quale organismo di sorveglianza sia previsto nel razionalizzare il processo di trasferimento affinché non si creino situazioni di conflitto o di interferenza anche con i vari soggetti collocatori (banche, sim, agenzie e broker) che hanno tuttora il rapporto fiduciario con la propria clientela;
– come saranno affrontate – nel rispetto della trasparenza informativa al cliente e al mercato – le questioni relative alle commissioni di retrocessione per chi ha maturato contrattualmente i diritti derivanti dalle condizioni contrattuali sottoscritte;
– che ruolo avranno i vari enti collocatori nel rapporto con la clientela e quali obblighi saranno loro assegnati, sia per la formulazione del principio di adeguatezza, di antiriciclaggio, di trasparenza informativa anche in previsione della richiesta di eventuali riscatti prima della scadenza del 31 ottobre.

Queste ed altre considerazioni devono trovare risposta, da parte della governance della nuova società, in attesa che la nuova newco assolva pienamente alle sollecitazioni e richieste sollevate dai clienti titolari delle polizze della ex compagnia Eurovita.

Quanto peserà la vicenda Eurovita sul futuro del modello della “bancassicurazione”?

Il business model della bancassicurazione già trent’anni, eppure è bastata una sola compagnia in difficoltà finanziaria per spezzare la catena di fiducia che vedeva nelle assicurazioni l’ultimo baluardo del “capitale garantito”.

Da quando il “caso Eurovita” è ufficialmente scoppiato, in molti hanno rilevato come questa vicenda possa generare effetti spiacevoli a tutto il modello di business della c.d Bancassicurazione. Per bancassicurazione si intende la pratica degli istituti bancari di vendere e promuovere prodotti assicurativi che hanno caratteristiche di investimento, come le assicurazioni sulla vita nelle varianti di polizza index linked e soprattutto di polizza unit linked. Fanno parte di questo business model anche i prodotti assicurativi legati ai mutui, ossia quelle polizze “a capitale assicurato decrescente” che consentono a chi stipula un mutuo di rendere possibile ai propri familiari l’estinzione del debito anche in caso di sua dipartita, oppure di proteggere la casa da incendi, scoppio e danni vari. Non rientra nella bancassicurazione, invece, la stipula di polizze RC Auto, che ancora fanno parte del portafoglio prodotti degli assicuratori e ormai sono appannaggio delle compagnie assicurative che le distribuiscono online a costi più bassi.

Nonostante la finalità di sottoscrivere una polizza vita sia quella previdenziale e non esattamente quella finanziaria pura, anche le polizze vita “a gestione separata” vengono spesso considerate da chi le sottoscrive – e spesso anche da chi gliele consiglia – delle vere e proprie forme di gestione del risparmio, anche perché la somma pagata viene effettivamente investita dalla compagnia in titoli di Stato o strumenti finanziari diversi, ma sempre con basso profilo di rischio in modo da garantire a scadenza il capitale e un rendimento minimo. Le polizze vita con finalità di investimento sono le unit linked, nelle quali le somme versate verranno impiegate in un paniere di attività che segue l’andamento dei mercati finanziari di riferimento (azionari, obbligazionari, etc), e che possono quindi generare o meno un rendimento positivo.

La collaborazione tra banche e compagnie assicurative per la distribuzione di prodotti assicurativi è nata in Italia nei primi anni ’90, e traeva spunto dall’esperienza francese dei primi anni ‘70. L’inizio di questa collaborazione stretta è databile nel 1989 con la seconda Direttiva Europea sulle banche, grazie alla quale le nuove regole di libero insediamento delle banche all’interno del territorio europeo accresceva il livello di concorrenzialità del settore. Con tale direttiva, la linea netta di separazione tra il settore assicurativo e bancario scompare, e si diffondono le partecipazioni reciproche tra banche e imprese del settore assicurativo. Questo processo di “globalizzazione finanziaria” spinge alla nascita di nuove sinergie, nuovi prodotti e contratti innovativi. Da qui, la spinta di banche e compagnie assicurative verso la “bancassicurazione”, che compensava con nuove fonti di ricavo il calo del margine d’interesse.

In questo contesto sono nati, anche nel mercato italiano, prodotti assicurativi ad alto contenuto finanziario, che a loro volta hanno spinto verso la crescita di alcuni modelli di bancassicurazione, tra i quali quello maggiormente diffuso è basato su una semplice partnership; questa permette alle banche di vendere prodotti assicurativi tramite i loro sportelli, collaborando con una o più imprese assicurative idonee a costruire una offerta diversificata e completa, nella più totale autonomia gestionale da parte della imprese coinvolte. E’ proprio sotto l’egida di questo modello distributivo che la compagnia Eurovita ha operato e si è sviluppata negli anni, stringendo importanti accordi commerciali con numerose reti di consulenza finanziaria e con decine di banche regionali e nazionali.

Non è un caso, pertanto, che allo scoppio della “questione Eurovita” il mondo della consulenza finanziaria è andato in fibrillazione, poichè i clienti coinvolti erano decine di migliaia, e a molti di questi le polizze a gestione separata, e cioè quelle che più rischiano da una eventuale messa in liquidazione della compagnia, erano state “vendute” come strumenti di investimento ultra sicuri e privi di ogni rischio sul capitale. Con la crisi di Eurovita, pertanto, c’è il forte timore di una possibile prossima crisi di fiducia da parte dei consumatori verso l’intero settore assicurativo. Non a caso nel corso del 2023 i riscatti delle polizze vita stanno aumentando a livelli mai visti prima, ed è facile prevedere che, non appena terminerà il periodo di congelamento dei riscatti delle polizze Eurovita (previsto per il 30 Giugno ma probabilmente prorogato al prossimo 30 Settembre), assisteremo ad una corsa al disinvestimento che solo l’acquisizione della compagnia da parte di gruppi bancari super-solidi potrà mitigare.

Serve, pertanto, rassicurare il pubblico dei risparmiatori con una strategia che, accanto ad un ultimo rinvio dello sblocco dei riscatti, preveda una soluzione immediata da parte dei gruppi bancari che acquisiranno le quote di attività di Eurovita, in modo tale da avere un periodo di tempo sufficiente per rassicurare gli assicurati-investitori, uno per uno, sulla riconquistata sicurezza del proprio capitale di polizza. Il tempo trascorso dal primo blocco dei riscatti, infatti, è già stato troppo lungo per non gettare un ombra sul settore assicurativo e per non convincere gli investitori che il conto corrente e/o i titoli di stato siano gli strumenti più idonei, in questo momento storico di grandi incertezze economiche, per rifugiarsi nella eterna illusione del “capitale garantito”, che garantito non è mai.

 

Su Eurovita si abbatte la peggiore disinformazione televisiva. Marucci: i consulenti non hanno colpe

Per RAI3 sarebbe stato sufficiente osservare le più elementari prassi del giornalismo per scoprire che i consulenti finanziari erano del tutto ignari dei problemi di Eurovita fino al giorno in cui ISVAP ha sospeso i riscatti.

Com’è noto, lo scorso 4 Giugno la trasmissione “Mi manda Rai 3” si è occupata del caso della compagnia Eurovita, mettendo in luce la crisi strutturale della compagnia che ha coinvolto gli oltre 350.000 investitori titolari di polizze nel ramo assicurativo vita. Tuttavia, l’informazione che il servizio pubblico avrebbe dovuto garantire ai telespettatori, soprattutto in relazione a vicende delicate e non ancora concluse come questa, ha lasciato il posto ad un servizio televisivo su scala nazionale concepito per seminare il panico e mettere in cattiva luce coloro che, come i consulenti finanziari, non hanno avuto alcuna responsabilità, nemmeno quella “basilare” dell’informazione al cliente, poichè nessuno li aveva informati fino al giorno del commissariamento e del blocco dei riscatti. Per i media, peraltro, sarebbe stato sufficiente osservare le più elementari prassi del buon giornalismo – sentire gli interessati per riscontrare la notizia – per scoprire che i consulenti finanziari erano del tutto ignari di ciò che era successo tra ISVAP ed Eurovita.

Tuttavia, nulla di questo è stato fatto dagli autori di “Mi manda Rai 3”, ma procediamo con ordine. Come in ogni servizio giornalistico teso a fare cattiva informazione, hanno certamente colpito le varie interviste dirette ai clienti che, con genuina sincerità, hanno sottolineato forti preoccupazioni sugli investimenti effettuati con Eurovita e la paura – visto il blocco dei riscatti prolungato fino al 30 giugno – di non poter vedere restituiti i propri denari. Questa tecnica, ossia quella di intervistare persone realmente preoccupate e  scelte tra quelle cui è stato impedito il riscatto della polizza – ossia la minor parte degli assicurati vita – e sbatterle ad inizio servizio, individua con chiarezza l’intento degli autori RAI di seminare il panico tra i risparmiatori, risvegliando il pesante ricordo di default ancora vivi nell’immaginario collettivo e mai dimenticati (Cirio e Parmalat, per esempio, ma anche le banche regionali toscane e marchigiane). Quelle vicende, tuttavia, sono totalmente differenti da quella di Eurovita – malversazioni finanziarie e bancarotta fraudolenta nei casi Cirio/Parmalat – sia per il periodo storico in cui sono avvenute, durante i quali i controlli erano di livello notevolmente inferiore rispetto a quello odierno.

Anzi, è proprio da quelle vicende di venti anni fa che gli organismi di controllo hanno imparato ad agire nel modo più efficace, come accaduto nel caso Eurovita. L’ISVAP, infatti, ai primi segnali di pericolo sulla solidità patrimoniale della compagnia, ha agito con prontezza congelando le richieste di riscatto, bloccando sul nascere un possibile “panic selling” delle polizze che avrebbe determinato la liquidazione della compagnia e una inaccettabile discriminazione tra chi era riuscito a riscattare l’intera somma e chi, invece, si sarebbe dovuto accontentare del ricavato di un riparto altamente penalizzante. Questa cura così severa, quindi, ha effettivamente protetto i risparmi degli assicurati/investitori, ma adesso presenta  un effetto collaterale di non lieve difficoltà, e cioè quello di porre gli enti di controllo di fronte alla gestione dei tempi con i quali effettuare l’attesissimo sblocco dei riscatti che, dopo il lungo periodo di sospensiva e soprattutto dopo la puntata di Mi Manda RAI 3“, produrrà una corsa iniziale al disinvestimento. In tal senso, i gruppi bancari che si assicureranno le quote dello “spezzatino Eurovita” avranno un compito non facile nel limitare i danni da “panic selling”, e probabilmente dovranno sostenere ulteriori costi (di fidelizzazione, bonus di permanenza e altre misure similari) facendo leva sulla professionalità e l’elevato livello di informazione garantito ai clienti dai consulenti, in particolar modo a quei contraenti/assicurati che non avrebbero alcuna necessità immediata di monetizzare l’investimento – che sarà messo nuovamente “in sicurezza” – e che potrebbero subire qualche perdita riscattando alle attuali quotazioni di mercato strumenti di investimento pensati e distribuiti per esigenze di lungo o lunghissimo periodo.

Tornando alla trasmissione “Mi Manda RAI3”, l’unico intervento veramente neutro ed equilibrato è stato quello di Manlio Marucci, presidente di Federpromm, il quale è intervenuto ribadendo che ci sono tutti i presupposti e le condizioni per superare la crisi che ha coinvolto la compagnia, e che appare fortemente offensivo attribuire qualsivoglia responsabilità diretta ai consulenti finanziari e assicurativi che, secondo alcuni soggetti amanti della polemica spicciola televisiva, non avrebbero svolto o avrebbero addirittura taciuto alla propria clientela ciò che, invece, neanche sapevano riguardo la situazione in cui versava la compagnia.

Professor Marucci, perché i consulenti finanziari vengono sempre tirati in ballo quando determinati eventi che possono danneggiare i risparmiatori sono generati dalla condotta di altri soggetti?
Ritengo che sia funzionale alle logiche legate al modello di struttura con cui si sono sviluppati i rapporti di potere e di controllo sul sistema finanziario e/o assicurativo italiano.
In un contesto sociale in cui gli squilibri strutturali e ciclici dello stesso sistema finanziario determinano una crisi legata a variabili non prevedibili che coinvolgono migliaia di investitori e potenziali risparmiatori – come nel caso ultimo della compagnia Eurovita – è facile scaricare le responsabilità e le colpe all’anello debole della catena, quali sono i consulenti finanziari, scelti spesso come capro espiatorio su cui riversare le mancate conoscenze finanziarie e/o assicurative da parte dei risparmiatori. Vi è purtroppo un’abbondanza di informazioni deformate e deformanti che impediscono un’analisi critica del fenomeno. Avendo questa figura professionale un rapporto diretto, particolarmente legato da una fiducia intersoggettiva con i clienti e familiari, a volte si trova a dover gestire situazioni di crisi non determinate dalla sua specifica attività e volontà. Attività tra l’altro rigidamente regolamentata e con obblighi informativi ben definiti dal legislatore.  

Secondo lei, i gruppi bancari che subentreranno nella gestione delle polizze come potranno gestire lo sblocco dei riscatti senza fronteggiare la prevedibile massa di richieste che arriverà dagli assicurati ancora impauriti di perdere il proprio denaro?
Sono in atto trattative con i vari soggetti coinvolti (gruppi bancari, assicurativi e Poste) sotto il controllo degli enti governativi e di vigilanza, con i quali credo che si arriverà alla soluzione dello stato di crisi che ha coinvolto il settore.
E’ un “problema di sostanza” che non va trascurato. Al momento vi sono diverse ipotesi  sui tavoli da lavoro, e sussistono alcune difficoltà sul piano tecnico, ma sono convinto che prima della scadenza del prossimo 30 giugno (termine del commissariamento) si troverà una combinazione accettabile, tale da poter soddisfare i vari players interessati. Al momento non sono in grado di determinare se i vari gruppi bancari, rispetto a quelli assicurativi, siano orientati ad assorbire le varie perdite, soprattutto sul Ramo I, ma sono convinto che un “salvatore di ultima istanza” interverrà comunque, anche i caso di fallimento delle trattative. Se ciò non dovesse avvenire, infatti, si creerebbe una crisi di sistema che minerebbe in modo irreversibile la fiducia nell’intero comparto assicurativo, con ricadute pesanti nei vari segmenti dei mercati ad esso collegati.    

Nonostante le pesanti accuse rivolte ai consulenti finanziari durante la trasmissione di RAI3, nessuna organizzazione ha sentito il bisogno di difenderli tranne Federpromm. Cosa si dovrebbe fare per evitare il ripetersi di accuse infondate nel futuro?
Questo purtroppo è l’annoso problema che si trascina da moltissimi anni per tutti i consulenti finanziari che operano con mandato di agenzia, e penso che si accentuerà ancora di più se gli stessi consulenti non prenderanno realmente coscienza delle loro condizioni di vita, sia sul piano professionale che identitario.
Durante la trasmissione “Mi Manda Rai Tre” ho cercato di far capire l’importanza del ruolo svolto dai consulenti, ma il breve spazio a disposizione non mi ha consentito di dare le indicazioni necessarie per  far emergere i veri problemi che interagiscono e sono presenti nel settore. Tra l’altro, anche le varie associazioni dei consumatori hanno una visione distorta e a volte dispregiativa della figura del consulente che va rimossa, proprio perché poco rispondente alla realtà e al ruolo significativo svolto da questi professionisti. In ultima analisi, necessita una maggiore partecipazione di massa dei consulenti non più come singole realtà individuali ma come parte di una categoria che va tutelata principalmente dal consulente stesso. Infatti, i consulenti finanziari ed assicurativi, a seguito della vicenda Eurovita, stanno subendo professionalmente gli effetti della mancata vigilanza sulla solidità finanziaria della compagnia e, al pari dei clienti, sono vittime dell’assenza di informazioni verificatasi fino a pochi giorni prima del blocco dei riscatti; eppure sono proprio i consulenti finanziari, tanto vituperati da personaggi interessati politicamente a denigrarne il ruolo, ad assicurare oggi agli assicurati Eurovita la puntuale informazione sull’evoluzione della vicenda, e non certo i media.

Federpromm: su Eurovita non è il caso di colpevolizzare i consulenti finanziari

Necessaria prima del 30 giugno un’azione coordinata che coinvolga politica, economia, intermediari, associazioni di categoria e dei consumatori nell’azione di risanamento della Compagnia.    
 
Di Manlio Marucci*
 
Sul caso di Eurovita si assiste ormai da diverso tempo ad una lettura diversificata sui media di respiro quasi apocalittico, con una rassegna stampa di settore a volte mirata sulle posizioni espresse dai vari soggetti coinvolti, non ultimo le associazioni dei consumatori che avanzano una class action nei confronti dei “colpevoli”  che hanno collocato le polizze della compagnia ai propri clienti/investitori. Soprattutto – sottolinea una nota dell’organizzazione Federpromm (affiliata Uiltucs e Uilca)  –  in questa fase di incertezza in cui sta montando un clima di sfiducia, una  sindrome da burn-out  nel sistema assicurativo italiano che se non si interviene nel modo giusto nel medio-lungo termine produrrà effetti devastanti su tutta la filiera del risparmio gestito e della stessa natura dei prodotti legati alle polizza del ramo vita. Una situazione certamente imbarazzante e piena di incognite.
 
Finora, le proposizioni avanzate dai vari soggetti coinvolti, anche con la mediazione del Governo, non hanno prodotto risultati sufficienti a tranquillizzare gli oltre 350mila assicurati con Eurovita, e le stesse aziende interessate ad intervenire – banche, assicurazioni ed intermediari – non hanno ad oggi trovato un punto di accordo che ricapitalizzasse la società in modo da soddisfare le richieste e le aspettative dei titolari delle polizze. Non è neanche il caso di seguire l’esempio di alcune associazioni, che si sono scagliate contro i consulenti finanziari; questi ultimi, infatti, nello svolgimento della loro attività professionale si ritiene che abbiano agito sempre nell’interesse del cliente e nel pieno  rispetto della regolamentazione del settore. Un’attenzione maggiore, probabilmente, andrebbe riservata al ruolo svolto dai regolatori del mercato e dagli addetti al controllo interno sulla stabilità finanziaria della compagnia, prima che esplodesse il caso del commissariamento di Eurovita.
 
Ipotizzare un intervento di ultima istanza per salvare Eurovita, anche attraverso la costituzione di un “fondo di solidarietà”, come è stato proposto da più parti, è prematuro, considerando che vi sono tutte le risorse finanziarie ed economiche capaci di intervenire nei rispettivi ambiti di riferimento, e sicuramente prima della fine del commissariamento saranno trovate le soluzioni migliori affinché tutti i soggetti interessati trovino la combinazione giusta per ridare credibilità allo stesso sistema assicurativo, e gli stessi clienti poter serenamente esprimere la loro volontà di riscattare le proprie posizioni legate alle polizze sottoscritte o di mantenere l’investimento fino alla durata dei singoli contratti. Nel frattempo, attraverso i propri consulenti tecnici e consulenti legali, Federpromm sta esaminando le singole posizioni dei vari clienti che si sono rivolti all’organizzazione, per affiancarli nelle varie azioni che si riterranno necessarie. 

Caso Eurovita, ora si rafforzi la “catena” della fiducia tra cliente, intermediario e istituzioni

Il caso Eurovita vede come potenziali vittime non solo i clienti, ma anche i consulenti finanziari che hanno confidato sulla solidità del sistema assicurativo. Marucci (Federpromm): adesso è necessario rafforzare la “catena” del rapporto fiduciario cliente, consulente, intermediario e istituzioni.

L’IVASS, con provvedimento n. 75800 del 30 marzo 2023, ha prorogato fino al 30 giugno 2023 la sospensione dei riscatti dei contratti di assicurazione e di capitalizzazione stipulati con Eurovita S.p.A.. Con questa decisione, gli organi istituzionali preposti alla vigilanza sul sistema assicurativo italiano hanno posto la compagnia in amministrazione straordinaria (sia per la Holding che per Eurovita spa), ed è stato nominato come commissario Alessandro Santoliquido per la gestione straordinaria. Inoltre, è stato nominato un Comitato di sorveglianza composto da Antonio Blandini (presidente), Sandro Panizza e Monica Biccari, con i quali si spera che entro la data del 30 giugno 2023, coincidente con la fine del commissariamento, tutte le attività ordinarie e le problematiche connesse ai rimborsi o disinvestimenti da parte dei clienti siano state risolte. 

Il tema è caldo, anche perché negli ultimi dieci anni il sistema bancario ha spinto il pedale dell’acceleratore sui servizi di “bancassicurazione”, per via dei maggiori ricavi assicurati al proprio conto economico; pertanto, la “faccenda Eurovita”, con il suo naturale portato di perdita di fiducia, rischia di abbattersi come un ciclone sull’architettura dell’attuale offerta bancaria e sulla sicurezza dei prodotti di investimento suggeriti alla clientela.  Infatti, quando una compagnia assicurativa viene posta in amministrazione straordinaria, vuol dire soltanto che esistono problemi di cattiva gestione, per cui l’obiettivo è quello di proteggere gli interessi dei sottoscrittori delle polizze e degli altri creditori dell’assicurazione. L’amministratore straordinario Santoliquido (nella foto) cercherà di individuare le cause dei problemi della compagnia assicurativa e di stabilizzare la situazione finanziaria dell’azienda. Ciò potrebbe comportare la cessione di parti dell’attività o il risanamento delle finanze attraverso un piano di ristrutturazione, in modo da garantire la continuità della gestione e la restituzione degli investimenti ai sottoscrittori delle polizze. Tuttavia, la situazione può variare notevolmente a seconda della gravità dei problemi della compagnia assicurativa e del successo delle azioni intraprese dall’amministratore straordinario.

In casi estremi, potrebbe essere necessario il fallimento della compagnia, che comporterebbe la liquidazione dell’attività e la distribuzione dei proventi ai creditori, compresi i sottoscrittori delle polizze. Tuttavia, questa ipotesi sembra lontanissima, poichè il governo Meloni sta valutando un’operazione di sistema che coinvolga le banche distributrici e altri assicuratori, mentre Generali, Intesa Sanpaolo e Poste sarebbero pronte a intervenire. A Eurovita in questo momento servono però almeno 300 milioni di euro, dopo che il fondo Cinven ha già messo sul piatto 100 milioni di euro. In ogni caso, il denaro investito dai sottoscrittori delle polizze è protetto innanzitutto dalla natura della polizza sottoscritta: se di Ramo III (unit linked con fondi esterni) la valorizzazione degli investimenti è garantita dall’andamento delle sicav/fondi scelti dall’investitore all’atto della sottoscrizione del contratto (o come modificata in momenti successivi), per cui la mala gestio della compagnia non produce per loro alcun effetto; se di Ramo I (c.d. Gestioni Separate), invece, il denaro è protetto in teoria da una serie di meccanismi di tutela, tra cui il Fondo Nazionale di Garanzia degli Assicurati e dei Risparmiatori (FNGA), che copre fino a una certa quantità di denaro investito.

E’ importante ricordare, però, che ci possono essere limiti e condizioni per l’applicazione di questi meccanismi di protezione e che, in caso di problemi finanziari della compagnia assicurativa, potrebbe esserci un rischio di perdita parziale degli investimenti.  “Il quadro della compagnia Eurovita che ha sconvolto il panorama assicurativo in Italia, sta preoccupando non poco gli operatori del settore, ma in particolare  gli oltre 360mila clienti  che (anche) attraverso il ruolo professionale svolto dai consulenti finanziari e previdenziali hanno ricevuto sempre una consulenza di alto profilo sugli investimenti in questa tipologia di prodotti e servizi”. Così Manlio Marucci (nella foto), presidente di Federpromm (affiliata Uiltucs), si è espresso a seguito delle recenti vicende che hanno interessato il caso Eurovita.

“Mentre tutti si affannano a capire le ragioni che hanno determinato queste circostanze così incresciose per il mondo dei servizi di bancassicurazione – afferma Marucci – gli operatori si chiedono come mai la compagnia non si sia preoccupata di anticipare con la dovuta chiarezza la cause oggettive che ne hanno prodotto lo stato di stress finanziario. Ciò che viene rimproverato, soprattutto, è il non aver informato ex ante e con la consueta trasparenza il mercato e i distributori delle reali condizioni in cui versava la compagnia Eurovita. Ciò ha determinato l’impossibilità, per gli stessi collocatori, di poter dare alle proprie reti di consulenti istruzioni adeguate su come comportarsi in tali condizioni”. “Federpromm sta strutturando un servizio di tutela gratuita per offrire a tutti i clienti coinvolti nelle varie tipologie di polizze di Eurovita sottoscritte, sia del Ramo I che del Ramo III,  suggerimenti sulle azioni da intraprendere affinché  non vi siano sorprese negative negli investimenti fatti; e questo indipendentemente dall’esito delle soluzioni sul piano politico che – conclude la nota del sindacato – ci auguriamo siano pienamente soddisfacenti per gli stessi investitori e gli operatori professionali”.

“Infatti – continua Marucci – i consulenti finanziari e previdenziali, in questo clima di sfiducia ed incertezza, oggi trovano difficoltà a dare spiegazioni plausibili e razionalmente convincenti che siano in grado di dare certezze e sicurezza alla propria clientela sui servizi e prodotti della compagnia Eurovita. E’ mancato e manca tuttora da parte dei soggetti collocatori e distributori una linea unitaria, trasparente e chiara sulla natura delle procedure da seguire, sulla composizione e struttura dei portafogli, sulla valorizzazione del patrimonio investito”. “Affinché sia possibile in termini reputazionali per l’intero sistema assicurativo italiano – conclude Marucci – è necessario che tutti gli interlocutori siano sensibili ed avveduti nel trovare una soluzione al risanamento dell’azienda, ma soprattutto nel dare sostegno ai 400.000 investitori che hanno a cuore i loro risparmi. Un rapporto fiduciario va vissuto e consolidato nel tempo, non può e non deve essere compromesso per problemi di cattiva gestione della compagnia. In questa fase, è determinante rafforzare la “catena” del rapporto fiduciario tra cliente, consulente, intermediario e istituzioni”.