Settembre 19, 2025
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Auto da collezione, le Youngtimer rubano la scena alle “Old”. Ora spazio ai veri appassionati

Dagli USA sale la febbre per le auto da collezione prodotte dagli anni ’80 al 2000. Scambi e prezzi rivelano che stiamo entrando in una nuova fase storica di questo mercato, meno speculativa e più “passionale”.

Monta sempre di più l’attenzione degli appassionati sulle c.d. Youngtimer, le auto sportive che hanno fatto sognare i ragazzi degli anni Ottanta e Novanta ed i loro papà (che spesso le affiancavano alle utilitarie “Young”, anch’esse oggi molto apprezzate).

La febbre per questo segmento di vetture con circa 30 anni di età si fa sentire anche in Italia, dove lo scorso 26 ottobre, a Padova, ha preso il via il più importante raduno nazionale di questa categoria (arrivato alla quarta edizione e riservato alle auto immatricolate dopo il primo gennaio 1980 e non oltre l’anno 2000).

Ma è soprattutto nel resto del mondo che si sta verificando un cambiamento nel mercato delle auto da collezione, dal momento che le principali case d’aste hanno cominciato ad offrire in abbondanza  veicoli “Youngtimer”, soprattutto in USA, dove le negoziazioni di queste vetture portano grandi soldi. Infatti, i recenti risultati d’asta di Amelia Island indicano che la generazione “Youngtimer” in arrivo sta trasformando il contesto generale, ed esiste oggi un grande, giovane e benestante gruppo demografico che desidera automobili dalla fine degli anni ’80 ai primi anni 2000.

I prezzi d’asta di Amelia Island e di Gooding traducono economicamente questa tendenza. Ad esempio, una Mercedes 560 SEC con pochissimi chilometri percorsi ha consentito di realizzare un prezzo di vendita di 75.400 USD, mentre una Porsche Carrera GT del 2004 è stata battuta a 687.000 USD. Una BMW 850 CSi del 1994 è stata comprata a 184.800 USD, ed una Ferrari 550 Maranello (che necessitava di riparazioni per 15.000 dollari) ha realizzato “solo” 184,800 USD.

Tutti prezzi piuttosto elevati per delle auto Youngtimer, anche perché molti modelli erano stati prodotti, all’epoca, in numero elevato.

Come si spiega, allora, l’origine di questi prezzi? Nonostante l’alto numero originario di esemplari, in realtà ne esistono ancora pochi, ed in passato la maggior parte di queste auto si era semplicemente esaurita, visto il numero di richieste. Pertanto, trovare una Porsche 928 GTS o una Nissan 300ZX Twin Turbo sotto i 10.000 chilometri non è facile. Sarebbe più facile trovare un unicorno che un Saab 900 Turbo SPG Convertible del 1992 con meno di 5.000 miglia.

I risultati delle aste della scorsa settimana ad Amelia aggiungono ulteriore credibilità alle tendenze in via di sviluppo che abbiamo osservato negli ultimi anni. Il messaggio di quest’anno, quindi, è che i gusti stanno cambiando. Forse l’esempio più sorprendente è l’incredibile vendita a 173.600 USD di una Toyota Turbo Supra nera da Sotheby’s, mentre due splendide Ferrari Dino offerte da Gooding e da RM Sotheby’s sono state battute a meno di 300.000 USD, quasi la metà rispetto non molto tempo fa, quando le Dinos Ferrari godettero di una forte domanda ed erano vendute regolarmente ad oltre 500.000 USD. Un altro messaggio, pertanto: la Ferrari Dino è “Out”, e la Toyota Supra è “In”!

Secondo il battitore d’asta di Pebble Beach, Jonathan Sierakowski, il mercato sta perdendo gli speculatori e le quotazioni “si sgonfiano”, eliminando la componente speculativa, facendo sì che, ancora una volta, i veri appassionati e intenditori sono tornati al volante. Così, le offerte sono rimaste abbastanza forti su tutta la linea, ad eccezione dei veicoli che mancano di qualità e provenienza. Alcune auto importanti degli anni ’30 sono volate via in un soffio, in particolare quelle con carrozzeria su misura. Ma sono state le classiche moderne Youngtimer a rubare lo spettacolo, segno evidente  che stiamo entrando in una nuova era del mercato delle auto da collezione.

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Investire nelle Muscle Cars, le sportive americane nate per sfidare il mito delle Ferrari

Gli investitori di tutto il mondo, negli ultimi quattro anni, hanno “afferrato” a man bassa tutte le muscle cars che potevano, a volte senza nemmeno vedere l’auto di persona. Adesso è caccia alle future “muscle”.

Investire in auto da collezione non è solo redditizio, ma appagante per molti appassionati di auto. Alcune auto classiche possono essere ritirate a costi relativamente convenienti, e hanno il potenziale per enormi guadagni.

Non tutte le auto classiche, però, aumentano di valore “automaticamente”. Un’area di particolare interesse è l’American Muscle Car (letteralmente in italiano “auto muscolosa”), che è un tipo di automobile ad alte prestazioni, di successo soprattutto negli Stati Uniti, e che a differenza dei modelli artigianali tanto cari agli appassionati europei è un prodotto industriale di massa messo a listino dalle varie case automobilistiche americane, australiane, sud-africane e italiane tra il 1962 e il 1978.

Shelby Cobra

Tutto è iniziato nel 1962, con la Shelby Cobra, veicolo nato con l’intento di battere le auto prodotte da Enzo Ferrari. Telaio essenziale e una potenza notevole, montava un motore V8 da 4.3 litri, con carrozzeria in acciaio ribattuto a mano, e raggiungeva una velocità massima di 220 km/h. Ad oggi la Cobra è ancora il modello più ricercato, ed una versione del 1966 è stata recentemente battuta all’asta per 5.5 milioni di dollari. 

Una tipica muscle car ha un motore anteriore longitudinale, solitamente V8, trazione posteriore, una carrozzeria 2 porte, 4 posti e una elevata cilindrata del propulsore. Quindi è molto potente, aggressiva e veloce (in particolare in rettilineo, mentre nelle curve non si riesce a godere a pieno della sua potenza) e ha una linea in genere molto squadrata e brutale; un’altra caratteristica delle muscle car è di avere un lungo cofano rispetto alla parte posteriore della macchina.

L’aumento di valore delle muscle car prodotte tra il 1969 e il 1971 ha permesso di realizzare enormi profitti per i fortunati possessori, ed è stato uno dei migliori investimenti alternativi, al pari dei modelli Ferrari e Mercedes, nei confronti delle quali il segmento “muscle” era in ritardo.

Negli ultimi anni, questi modelli di auto sono tornati ad aumentare il loro prezzo in maniera considerevole (8% l’anno sia nel 2017 che nel 2018), e alcune auto selezionate hanno registrato grandi quantità di vendite in molte aste. Per esempio, una Hly Barracuda di Plymouth (c.d. Hemi Cuda) è stata venduta per 3,5 milioni di dollari e un’ulteriore Cuda è stata venduta per 2,5 milioni di dollari in un’asta della West Coast, mentre una decappottabile Chevrolet Corvette L88 Race Car del 1969 viene battuta in asta tra 1 milione e 1,5 milioni di USD.

Cifre come queste indicano che il mercato potrebbe continuare a salire e non mostra alcun segno di rallentamento. Oggi le muscle car si vendono ovunque ad un prezzo variabile tra mezzo milione di dollari e un paio di milioni, e un’intera nuova generazione di collezionisti e investitori, desiderosa di entrare in questo mercato, sta aumentando la domanda di modelli di potenziali “muscle” non ancora diventati dei veri e propri classici.

Gli investitori stranieri che di solito non vedevano nulla di buono in questo mercato, negli ultimi quattro anni hanno afferrato tutto ciò che potevano, a volte nemmeno vedendo l’auto di persona.

Proprio come uno strumento di investimento finanziario, questa irrazionalità potrebbe ritorcersi contro gli acquirenti, se si dovesse scoprire che le quotazioni si sono innalzate come nella più classica delle “bolle” speculative. Le muscle, infatti, sono state prodotte in un numero elevato di esemplari, per cui il rischio esisterebbe, ma è bene aggiungere che un buon numero di esse è stato rottamato (i ritrovamenti in territorio americano sono ormai leggendari).

Al momento, quindi, non si intravede il pericolo di un crollo delle quotazioni.

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Auto d’epoca, 5 categorie promettenti. Le 8 regole d’oro di David Gooding per non sbagliare investimento

Alcune auto classiche non sono così appariscenti come le Ferrari da un milione di euro, ma mostrano forti segnali di aumento di valore. Per investire bene servono soprattutto passione, pazienza, ricerca e un occhio alle possibili frodi.

Così come per l’arte e per il vino, il mercato delle auto da collezione è piuttosto fiorente, ma bisogna ancora fare molta attenzione quando si deve effettuare una scelta.

Dopo aver analizzato le guide agli investimenti, i risultati delle aste, i rapporti sulle assicurazioni, le vendite online e gli acquisti sul mercato, oggi possiamo individuare cinque categorie in cui il trend è in aumento ed è possibile trovare un buon affare. Le auto di questi gruppi costano (molto) meno di una Ferrari blue chip, ma hanno un buon potenziale di guadagno nei prossimi anni.

  1. “La potenza giapponese” – Le auto classiche provenienti dalle fabbriche giapponesi stanno battendo quasi tutte le altre nel 2019 in termini di aumento di valore. Un’auto giapponese in condizioni “eccellenti” si è apprezzata mediamente del 18% negli ultimi tre anni, e del 39% negli ultimi cinque. La più performante è stata l’Acura Integra Type R del 1997, venduta recentemente per 63.800 USD ad un’asta Barrett-Jackson.
  2. “Le tedesche trascurate” – Le BMW classiche hanno visto il secondo più alto aumento delle richieste di preventivi assicurativi nell’ultimo anno, conseguendo un certo successo negli acquirenti di età inferiore ai 55 anni.
  3. “Quelle strane ma divertenti” – Fanno parte di questa categoria le auto che sono state derise quando sono uscite, ma che successivamente hanno sviluppato un seguito di culto sui social media. La familiare Buick Roadmaster, per esempio, è aumentata del 14% nell’ultimo anno, più delle classiche Jaguar.
  4. “Le Youngtimer” – Youngtimer è un termine usato per la prima volta dagli appassionati per indicare un’auto promettente con età variabile da 20 a 30 anni, ma non ancora diventata un classico in senso stretto. Nella cultura americana, il termine si è evoluto fino ad essere associato a quei millennials che amano le auto sportive di fascia alta e agli appassionati appartenenti alla generazione X, ossia quella degli attuali 25-30enni, che oggi possono permettersi l’acquisto di quei modelli. I risultati di questo trend sono sorprendenti: la Mercedes SL-Class di metà degli anni ’90 è cresciuta dell’8% in valore dal 2017 al 2018, e la BMW M3 del 2000 è aumentata del 22% rispetto all’anno precedente.
  5. I Truck (camion) – I prezzi alle aste per i camion classici sono aumentati del 15% rispetto allo scorso anno, e le quotazioni su cui si basano le maggiori compagnie di assicurazione sono aumentate del 40%. Le difficoltà e i costi dell’ingombro vengono compensate dall’esiguo numero di modelli in circolazione.

Qualunque sia la tendenza del mercato, l’acquisto di un auto d’epoca deve sempre essere attuato rispettando alcune regole. David Gooding, patron della grande asta di Pebble Beach (California), ha raccolto delle vere e proprie “pillole di saggezza” in una speciale classifica. Secondo Gooding, se si decide di investire in auto d’epoca (a prescindere dalla fascia di prezzo), è bene:

– ascoltare il proprio cuore, e comprare ciò che si ama cercando il modello nel miglior stato possibile;

– non preoccuparsi dell’investimento, perché un’auto con una grande storia andrà sempre bene nel lungo periodo;

– sapere che il mercato non è fatto solo di Ferrari! Chi non può permettersi una Ferrari degli anni ’60, ma ha buoni mezzi finanziari, potrà dirigersi verso un’Alfa Romeo dei ‘60, oppure su una Mercedes-Benz 300 SL Gullwing o Roadster;

– “ricercare, studiare e confrontarsi”, ossia trascorrere del tempo accumulando quante più conoscenze possibile sul modello specifico che si sta cercando, parlare con gli esperti o con altre fonti informate e imparziali è fondamentale per scegliere rimanendo aggiornati;

– conoscere l’esatta provenienza dell’auto e ricostruire la sua storia. Sapere che il potenziale acquisto proviene da una collezione stimata o da qualche eccellente collezionista aggiunge valore al prezzo di un’auto;

– ricercare il modello con tutte le sue parti originali (compreso targa e documenti!). Una macchina non deve essere completamente restaurata per essere preziosa (anzi…), e se proprio è necessario effettuare dei lavori, bisogna cercare i restauratori riconosciuti come esperti per quel modello specifico.

– conservare l’auto in un deposito asciutto e arioso, per evitare a tutti i costi l’umidità, e pulirla accuratamente dopo ogni utilizzo, lasciando le finestre leggermente aperte in modo che l’aria possa circolare all’interno. Durante i mesi invernali, fare pompare le gomme un pò più del normale per prevenire il deterioramento degli pneumatici, e avviarla per circa 15 minuti ogni due settimane, allo scopo di mantenere la batteria carica e il motore correttamente lubrificato.

– guidare le proprie auto d’epoca! Le auto sono pensate per essere guidate, questo è ciò che rende così speciale il collezionismo di automobili. Pertanto, è bene utilizzare il proprio investimento su strada e goderselo con altri appassionati, anche (e soprattutto) se si tratta di una Ferrari da 20 milioni di dollari.

Su tutto, bisogna prestare attenzione alle possibili frodi. Il settore delle auto d’epoca, infatti, non è immune da rischi e truffe; secondo un sondaggio di Classic Trader, il 35% degli utenti intervistati ha dichiarato di aver subito almeno un tentativo di truffa, il 70% dei quali è avvenuto in Italia. La truffa più comune è quella dei difetti taciuti dal venditore, seguita dagli incidenti nascosti e dalla truffa del contachilometri. Inoltre, il 18% degli intervistati segnala denunce di pagamenti anticipati su presunti accordi e spedizionieri scomparsi con gli acconti di garanzia. Ciò dipende dal fatto che circa l’80% delle transazioni avviene mediante pagamento in contanti, ed espone così il compratore sia al rischio di truffa che a quello di ricevere e detenere banconote false.

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Auto da collezione, prezzi in frenata: bolla speculativa o semplice riassestamento?

Dopo anni di aumenti percentuali a due cifre, i prezzi delle auto da collezione segnano un appiattimento che coglie impreparati più gli investitori speculativi che i veri collezionisti.

 Articolo di Claudio Negrello*

Chi lavora nel mondo della automobili da prima della “grande crisi” del 2007-2008, in questi ultimi anni ha potuto osservare in prima persona come sia cambiato il mondo delle auto da collezione, e come gli operatori del settore siano stati obbligati ad adattarsi rapidamente a questo cambiamento.

Nel frattempo, da fenomeno commerciale per pochi eletti, questo particolare mercato si è saputo trasformare in un contesto massificato, e l’aumento esponenziale delle fiere di settore, associato alle numerose trasmissioni televisive sul tema, hanno fatto sì che aumentasse l’interesse ed il fermento (anche culturale) attorno a questi veicoli.

Le case d’asta, poi, segnano record di vendite ad ogni incanto, confermando così un trend al rialzo che si è protratto fino alla prima metà del 2018. Basta guardare l’aumento dei prezzi: una Ferrari Testarossa, che fino a pochi anni fa si acquistava a 70.000 euro, oggi viene proposta a 150.000, così come alcune Porsche 911, passate di mano al doppio del prezzo rispetto al 2015.

Come in ogni mercato, l’aumento della domanda fa sì che aumenti anche l’offerta, ma parlando di auto da collezione, che non sono “riproducibili” e sono uscite dalle fabbriche in tiratura limitata, l’offerta rimane stabile e così i prezzi schizzano alle stelle, trascinando anche quelli delle automobili meno importanti ma prodotte in numero più elevato.

Un mercato con queste caratteristiche e di dimensioni ormai planetarie ha attirato l’attenzione di investitori privati, dando vita ad un sistema di scambi parallelo a quello dei veri collezionisti d’auto. Per questo motivo, sempre più spesso gli operatori vengono contattati da persone non appassionate del fantastico mondo delle auto d’epoca, ma da investitori e autentici speculatori.

La passione, così, sembra aver lasciato il cuore al profitto, ma ciò rientra nella logica di qualunque mercato. In compenso, nel settore delle auto Youngtimers (quelle di minor pregio, ma di qualità), la passione la fa ancora da padrone, grazie anche alle associazioni di settore che ravvivano un mercato secondario molto liquido e, per quanto riguarda i prezzi, piuttosto stabile e trasparente.

Dopo anni di rialzi, però, stiamo assistendo ad una frenata dei prezzi delle auto di maggior pregio, che appare sensata per quanto crei, ovviamente, un raffreddamento da parte degli investitori e dei collezionisti. Infatti, chi ha acquistato un’auto due anni fa o lo scorso anno, oggi farebbe un pò di fatica a trovare un compratore disposto a pagare subito la cifra richiesta, mentre chi vorrebbe acquistare, vedendo i prezzi in leggera discesa, si chiede se sia il momento giusto per comprare, o è meglio temporeggiare.

Sono gli inconvenienti di una mercato che viaggia in rapida salita fin dal periodo post-crisi, durante il quale l’attenzione verso gli investimenti alternativi, da parte di coloro che erano rimasti danneggiati dai tipici investimenti finanziari, è aumentata considerevolmente, surriscaldando i prezzi. Bisogna chiedersi, pertanto, se la recente frenata delle quotazioni sia un preludio alla esplosione di una bolla speculativa, oppure sia solo una salutare pausa di riflessione che segnerà l’avvio di un c.d. “mercato laterale”, ossia un periodo di bassa oscillazione dei prezzi all’interno di una fascia di quotazioni minime-massime non lontane tra loro e con scambi ridotti.

E mentre i veri appassionati, poco avvezzi alle analisi di mercato, continueranno a comprare seguendo i parametri del gusto e della collezione, gli speculatori dovranno stare attenti ad acquistare quando le quotazioni sono in prossimità del minimo della banda di oscillazione laterale, e per farlo dovranno essere in grado di capire se si trovano in quel punto (cosa affatto facile).

In definitiva, per le auto da collezione sembra prevalere il comune denominatore della passione, e non dell’intento speculativo. Per quanto le sue logiche possano avvicinarsi al mondo della finanza, il mercato delle auto sarà sempre trainato da due elementi sconosciuti ai maghi del rendimento: il gusto e il cuore.

* Broker specializzato in auto classiche e supercar 

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