Marzo 29, 2024

Finanza complicata e Finanza Elementare. La prima continua a prevalere sulla seconda

La legge n. 15/2017 segna, in teoria, l’avvio di una strategia permanente di educazione finanziaria nelle scuole italiane. Ma è davvero così?

La Finanza, vista nei suoi elementi essenziali (gestione delle proprie risorse finanziarie) non è affatto complicata. Come tutte le cose che ci tocca analizzare nel quotidiano, essa può essere ridotta ai minimi termini ed essere compresa anche da un bambino.

Però, scrivere che la Finanza possa essere “Elementare” risulta impossibile se non la si mette a confronto con il suo opposto imperante, e cioè con la “Finanza Complicata”; quella che l’industria del risparmio ha costruito nel tempo per giustificare la sua stessa esistenza.

Resta da capire se questa “complicazione” rappresenti un’evoluzione del sistema, o se in realtà serva a far passare inosservati alcuni aspetti negativi che caratterizzano i servizi finanziari nel rapporto con gli utenti.

Non ci si deve sorprendere, pertanto, se rendere la Finanza comprensibile a tutti sia stato impossibile per qualche decennio – e, per certi versi, lo è tutt’ora – fino all’entrata in vigore di una legge (n. 15 del 17 Febbraio 2017) che, nelle intenzioni del Legislatore, avrebbe segnato l’avvio di una strategia permanente di educazione finanziaria nelle scuole italiane. E se così doveva essere, la realtà dei fatti è che i programmi didattici introdotti nella Scuola Primaria e Secondaria sono ancora del tutto insufficienti.

Del resto, fino ad oggi in Italia si è preteso di insegnare l’Educazione Finanziaria senza aver reso nuovamente obbligatori, se non di recente, gli insegnamenti di Educazione Civica, elevando entrambi a rango di materia fondamentale nelle scuole primarie e secondarie.

Tuttavia, serve un passo in avanti, dettato da un concetto semplice, ampiamente dimostrato dalla Scienza: se i bambini imparano le lingue straniere con relativa facilità, per quale motivo non dovrebbero recepire, allo stesso modo e con un linguaggio adeguato all’età, i principi basilari della gestione del risparmio familiare? I giovanissimi di oggi rappresentano le future generazioni di genitori e percettori di reddito, perchè non insegnare loro ciò con cui si dovranno confrontare ogni giorno?

I nostri figli, cresciuti con smartphone e tablet alla mano, vengono definiti “nativi digitali”. Forse, aggiustando il tiro, dovremmo insegnare loro a diventare anche dei “nativi finanziari”.

Come dicevamo, la Finanza non è complicata: al netto di “derivati” e “indici stocastici”, eliminando qui e lì “duration” e “grafici a candele” (manco fosse sempre Natale…), i processi che determinano le scelte di investimento sono semplici! E laddove i tecnicismi non ci consentono di proseguire in autonomia, possiamo sempre rivolgerci ad un esperto.

Infatti, tutti sappiamo che per costruire una casa bisogna partire dalle fondamenta, ma quanti di voi sanno calcolare la profondità in cui esse devono affondare per reggere la nostra abitazione senza che possa mai crollare? E ancora: “Chi è in grado di determinare il calcolo esatto della quantità di cemento che occorre per ogni singolo pilastro?”
La risposta è ovvia: nessuno di noi, a meno che non sia un ingegnere edile.

Pertanto, per costruire una casa ci serve, come minimo, un bravo professionista esperto in normativa edilizia, calcoli e cubature; un direttore dei lavori; una squadra di operai e materiale vario (dal cemento al ferro).

Questo, però, non deve determinare una totale delega a terzi, nè ridurci al ruolo di semplici spettatori. Infatti, la necessità di rivolgersi ad esperti in materia di costruzioni non preclude affatto per i clienti la possibilità di condividere altri importanti elementi di base (il progetto, i tempi di realizzazione, i materiali utilizzati etc), al fine di sostenere con il professionista un “confronto consapevole”.

Non siamo forse noi che suggeriamo quante camere da letto, quanti bagni e quanti ingressi desideriamo avere nella nuova casa? Non tocca a noi approvare il capitolato ed il preventivo di spesa? Senza il confronto consapevole con gli esperti, il processo di realizzazione del nostro progetto potrebbe andare in stallo, come un aereo a cui improvvisamente viene a mancare la portanza e precipita nel vuoto. Ecco, nella finanza personale funziona allo stesso modo: siete voi che suggerite al consulente finanziario gli elementi di base: la vostra “storia” di risparmiatore, gli orizzonti temporali dei vostri obiettivi e la capacità di risparmio.

Sono elementi semplici, comprensibili e accessibili a tutti. Certo, così facendo non diventerete voi stessi esperti di finanza, ma saprete riconoscere all’istante un buon consulente da uno cattivo. Quello buono si affiancherà a voi, interpreterà correttamente i vostri suggerimenti e vi chiederà continuamente aggiornamenti sulle vicende importanti della vostra vita. Quello cattivo sarà sbrigativo, vi parlerà con linguaggio complicato e si farà sempre vivo per gli auguri di Pasqua e di Natale, ma dimenticherà di rallegrarsi con voi per il vostro compleanno o per quello dei vostri bambini.

La comprensione delle cose, la piena consapevolezza di ciò che ci viene proposto, ci rende liberi.

E semplici.

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