Settembre 19, 2025
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Auto da collezione, la Mustang di Steve McQueen entra nel mito. Storie di modelli milionari, tra passione e profitto

Le aste di auto da collezione più famose sono rese ancora più interessanti dalle storie dei proprietari che le hanno acquistate e poi vendute. Dal “milionario per caso” all’investitore ricco e lungimirante, gli appuntamenti del 2020 ravvivano il mito.

Il mercato delle auto da collezione non smetterà di crescere anche nel 2020. Questa è la conclusione a cui gli esperti sono giunti dopo il finale “pirotecnico” del 2019, e dopo aver considerato i modelli che saranno protagonisti delle aste internazionali del primo bimestre del nuovo anno.

Nel frattempo, continua il dibattito – tutt’altro che virtuale – tra chi, nelle auto d’epoca, vede prevalere la passione e chi, invece, ci trova un fertile terreno per gli investimenti alternativi. Non è un caso, quindi, che l’ultima asta a stelle e strisce e quelle imminenti in Europa vedano come protagonisti assoluti due modelli di auto da collezione, molto diversi tra loro per valore, e due “storie” – quelle degli esemplari e dei rispettivi proprietari – che sono la sintesi esatta di questo confronto tra collezionisti puri e investitori.

La prima storia comincia con una vendita già avvenuta. A Kissimmee (Florida, casa d’aste David Morton), ad inizio anno, è stata venduta all’asta la celebre Ford Mustang GT guidata da Steve McQueen, utilizzata durante le riprese del celebre film “Bullit” (1968). L’auto è divenuta celebre grazie alla scena dell’inseguimento sulle strade di San Francisco, ed è stata venduta per 3,4 milioni di dollari, segnando il record assoluto (quello precedente era detenuto dalla Mustang Shelby GT500 Super Snake del ’67 acquistata per 2,2 milioni di dollari nel 2019) per questo modello di Muscle Car.

Interessante la storia di quest’auto, e come sia giunta fino ai giorni nostri. Nel 1968 la Ford prestò alla casa di produzione Warner Bros due esemplari di Ford Mustang GT di colore verde, con sospensioni modificate e con un motore da 330 cavalli abbinato al cambio manuale a 4 marce. L’auto venduta all’asta è quella guidata personalmente da McQueen, mentre il secondo modello si trova in Messico (nella città di Baja, al confine con la California), in cattive condizioni, di proprietà di un privato che per ora ha deciso di non venderla. Dopo la fine delle riprese la Mustang GT fu acquistata da Robert Ross, dipendente della Warner Bros, che la vendette nel 1970 al detective Frank Marranca. Nel 1974, infine, lo stesso Marranca la cedette a Robert Kiernan per 3.500 dollari. Di quella vettura non si seppe più nulla fino al 2014, quando Sean Kiernan (figlio di Robert) fece sapere alla Ford di essere in possesso di quella storica auto, perfettamente riparata dopo aver rotto la frizione nel 1980. Da quel momento Sean Kiernan ha iniziato a esporre la vettura in manifestazioni dedicate alle auto d’epoca, allo scopo di far salire il valore e le aspettative di vendita, fino a quando non è stata messa all’asta e venduta ad un prezzo che, per quanto rappresenti il record di questo modello, pare abbia deluso il giovane Sean (le sue attese erano per una cifra vicina a 5 milioni di dollari).

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L’eco di questa vendita ha certamente dato un grande stimolo alla stagione 2020, che si è aperta con la settimana di Scottsdale (Arizona, dal 12 al 20 gennaio, 1.800 auto all’incanto), dove gli occhi dei collezionisti sono puntati sull’Alfa Romeo 8C 2300 Cabriolet Décapotable del 1932, carrozzata da Joseph Figoni, e una Ferrari 250 Gt Cabriolet Series I by Pininfarina del 1958, il cui valore si aggira tra 6 e 7 milioni di dollari. Mentre scriviamo, l’asta volge al termine, ma possiamo anticipare che sono stati assegnati modelli di auto che in qualche modo hanno fatto la storia del mercato.

Si è appena svolta anche la vendita straordinaria di RM Sotheby’s (16 e 17 Gennaio, sempre in Arizona, Biltmore Resort & Spa di Phoenix), che ha messo all’asta 150 autovetture tra auto da collezione, show car e fuoriserie sportive come Ferrari, Porsche e Aston Martin. I prezzi di aggiudicazione sono stati più “popolari”: si va da 40 mila dollari per una Chevrolet Corvette Grand Sport Coupe del 1996, agli 80 mila dollari per una BMW 3.0 CS del 1974 e ai 100 mila dollari per una Chamlers Model 24 Touring del 1914. Tra le rarità, una Delorean del 1982, vettura resa celebre dal film Ritorno al Futuro.

Dopo gli Stati Uniti, la stagione delle aste proseguirà il 5 febbraio a Parigi (Place Vauban), in occasione della quale la casa d’aste RM Sotheby’s metterà all’incanto una Ferrari 512 BB con soli 820 km reali all’attivo. E così arriviamo alla seconda storia, davvero interessante, che inizia nel maggio del 1981, quando il veicolo viene consegnato ad un collezionista di auto sportive americano, in Texas. L’auto viene acquistata con 400 km segnati in fattura, di cui 312 percorsi durante i test di omologazione EPA. Il secondo proprietario dell’auto, un inglese, l’ha portata via dal Texas nel 2014 e, due anni dopo, l’ha sottoposta ad un esteso intervento di manutenzione comprensivo di sostituzione del cambio e della frizione. Per 33 anni la Ferrari è stata messa su strada raramente, ed il proprietario ha lasciato intatte persino alcune protezioni di plastica – le stesse applicate dagli stabilimenti al momento della consegna – e conservato maniacalmente gli interni e la valigetta dei documenti.

Al di là della sua storia, questo esemplare di Ferrari, in tutta probabilità, rappresenta quello con il minor numero di chilometri in circolazione, e la valutazione della casa d’aste è compresa tra 170.000 e 200.000 euro.

In tutta probabilità, il prezzo di aggiudicazione sarà superiore al limite massimo, con buona pace dei sostenitori di una imminente bolla speculativa in via di esplosione.

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Investire nelle Muscle Cars, le sportive americane nate per sfidare il mito delle Ferrari

Gli investitori di tutto il mondo, negli ultimi quattro anni, hanno “afferrato” a man bassa tutte le muscle cars che potevano, a volte senza nemmeno vedere l’auto di persona. Adesso è caccia alle future “muscle”.

Investire in auto da collezione non è solo redditizio, ma appagante per molti appassionati di auto. Alcune auto classiche possono essere ritirate a costi relativamente convenienti, e hanno il potenziale per enormi guadagni.

Non tutte le auto classiche, però, aumentano di valore “automaticamente”. Un’area di particolare interesse è l’American Muscle Car (letteralmente in italiano “auto muscolosa”), che è un tipo di automobile ad alte prestazioni, di successo soprattutto negli Stati Uniti, e che a differenza dei modelli artigianali tanto cari agli appassionati europei è un prodotto industriale di massa messo a listino dalle varie case automobilistiche americane, australiane, sud-africane e italiane tra il 1962 e il 1978.

Shelby Cobra

Tutto è iniziato nel 1962, con la Shelby Cobra, veicolo nato con l’intento di battere le auto prodotte da Enzo Ferrari. Telaio essenziale e una potenza notevole, montava un motore V8 da 4.3 litri, con carrozzeria in acciaio ribattuto a mano, e raggiungeva una velocità massima di 220 km/h. Ad oggi la Cobra è ancora il modello più ricercato, ed una versione del 1966 è stata recentemente battuta all’asta per 5.5 milioni di dollari. 

Una tipica muscle car ha un motore anteriore longitudinale, solitamente V8, trazione posteriore, una carrozzeria 2 porte, 4 posti e una elevata cilindrata del propulsore. Quindi è molto potente, aggressiva e veloce (in particolare in rettilineo, mentre nelle curve non si riesce a godere a pieno della sua potenza) e ha una linea in genere molto squadrata e brutale; un’altra caratteristica delle muscle car è di avere un lungo cofano rispetto alla parte posteriore della macchina.

L’aumento di valore delle muscle car prodotte tra il 1969 e il 1971 ha permesso di realizzare enormi profitti per i fortunati possessori, ed è stato uno dei migliori investimenti alternativi, al pari dei modelli Ferrari e Mercedes, nei confronti delle quali il segmento “muscle” era in ritardo.

Negli ultimi anni, questi modelli di auto sono tornati ad aumentare il loro prezzo in maniera considerevole (8% l’anno sia nel 2017 che nel 2018), e alcune auto selezionate hanno registrato grandi quantità di vendite in molte aste. Per esempio, una Hly Barracuda di Plymouth (c.d. Hemi Cuda) è stata venduta per 3,5 milioni di dollari e un’ulteriore Cuda è stata venduta per 2,5 milioni di dollari in un’asta della West Coast, mentre una decappottabile Chevrolet Corvette L88 Race Car del 1969 viene battuta in asta tra 1 milione e 1,5 milioni di USD.

Cifre come queste indicano che il mercato potrebbe continuare a salire e non mostra alcun segno di rallentamento. Oggi le muscle car si vendono ovunque ad un prezzo variabile tra mezzo milione di dollari e un paio di milioni, e un’intera nuova generazione di collezionisti e investitori, desiderosa di entrare in questo mercato, sta aumentando la domanda di modelli di potenziali “muscle” non ancora diventati dei veri e propri classici.

Gli investitori stranieri che di solito non vedevano nulla di buono in questo mercato, negli ultimi quattro anni hanno afferrato tutto ciò che potevano, a volte nemmeno vedendo l’auto di persona.

Proprio come uno strumento di investimento finanziario, questa irrazionalità potrebbe ritorcersi contro gli acquirenti, se si dovesse scoprire che le quotazioni si sono innalzate come nella più classica delle “bolle” speculative. Le muscle, infatti, sono state prodotte in un numero elevato di esemplari, per cui il rischio esisterebbe, ma è bene aggiungere che un buon numero di esse è stato rottamato (i ritrovamenti in territorio americano sono ormai leggendari).

Al momento, quindi, non si intravede il pericolo di un crollo delle quotazioni.

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Acquistare un’auto d’epoca è un buon investimento? Alcuni esempi nella fascia di prezzo da 6.000 a 15.000 euro

Sebbene le auto classiche siano aumentate di valore nel lungo periodo, investire in un motore d’epoca non garantisce sempre un guadagno nel breve periodo. Mai procedere “a naso”.

Milioni di persone sono follemente innamorate della loro vecchia auto classica, e alcuni collezionisti pagherebbero una fortuna per una Ferrari F40 in condizioni ottimali. Ma i pezzi da collezione più preziosi non sono alla portata di tutti; infatti, il mercato è costituito per lo più da auto classiche che altro non erano che le vecchie macchine di ieri tenute bene dai pochi proprietari (a volte, da uno solo di essi).

Quel vecchio secchio di ruggine che oggi raccoglie polvere e ragnatele sotto una tettoia in campagna, tra 30 anni potrebbe valere un bel po’ di denaro, se nel frattempo non è andato in pezzi!

C’è da dire che il mercato delle auto classiche è notoriamente instabile. I prezzi sono cominciati ad aumentare notevolmente alla fine degli anni ’80, quando per la prima volta una Ferrari F40 aveva raggiunto all’asta il prezzo di più di un milione di euro attuali, ma all’inizio degli anni ’90 il mercato è crollato, ed i prezzi sono scesi anche del 40% negli anni immediatamente successivi. Oggi, una Ferrari F40, solo se in ottime condizioni, ha ripreso e superato di poco quella quota (circa un milione di euro), ma ci sono voluti oltre 15 anni, durante i quali si è sviluppato un mercato fiorente di auto classiche appartenenti alle fasce di prezzo inferiori. Secondo la ricerca di una banca londinese, i prezzi delle auto classiche sono aumentati del 257% in 13 anni in UK (del 218% in UE), e alcune quotazioni di auto d’epoca sarebbero ora ai massimi e potrebbero non aumentare ulteriormente, ma scendere fisiologicamente.

Il problema con l’investimento in auto d’epoca è che non tutti i modelli sono uguali, e che la passione ed il mito prevalgono spesso sulle tipiche logiche dell’investimento. Alcune auto si apprezzano molto più di altre, come i veicoli associati a film o celebrità. Ad esempio, il valore delle Aston Martin DB7 è aumentato moltissimo grazie al film di James Bond 007; anche la Lotus Elan è un acquisto intelligente, grazie alla connessione con il film Avengers; qualsiasi auto classica associata a Steve McQueen merita un posto d’onore, come la sua Ferrari 275 GTB, battuta all’asta per 6 milioni di sterline nel 2014.

La scarsità degli esemplari in circolazione influenza i valori delle auto classiche, e quelle più rare tendono ad essere più preziose. Una Ferrari 335 Sport Scaglietti del 1957, per esempio, è stata venduta alla strabiliante somma di 25 milioni di sterline nel 2016, dal momento che era una delle quattro ancora esistenti ed era anche stata guidata da Stirling Moss a Le Mans. Il “simbolo” di questa equazione (pochi esemplari=prezzo sempre crescente) è rappresentato dalla leggendaria “barchetta” della fabbrica Auto Avio, ossia quella che Ferrari fondò dopo essere uscito dall’Alfa Romeo senza poter utilizzare, per via di un accordo commerciale vincolante, il suo stesso cognome per 5 anni. Successivamente, venuto a conoscenza che un meccanico d’auto di nome Mario Righini era venuto in possesso del suo primo veicolo costruito (Auto Avio numero 1), Ferrari sino a pochi mesi prima della morte inviò emissari da Righini muniti di assegni in bianco su cui egli avrebbe potuto scrivere la cifra che voleva. Ma Righini non accettò e si tenne l’auto, ancora adesso parte più importante della sua grande collezione.

E’ bene sapere che, in generale, per investire in auto d’epoca bisogna speculare su quali dei modelli di oggi saranno i classici di domani. Pertanto, rispetto ad altri tipi di investimento, quello nelle auto classiche richiede una certa lungimiranza. Molti sostengono, ad esempio, che le auto a benzina di oggi potrebbero valere una fortuna tra 30 anni, allorquando il motore a benzina sarà stato sostituito da auto elettriche ad alta efficienza energetica. Possederne una oggi, quindi, potrebbe significare molto, a condizione di avere un garage e poter curare la propria auto meticolosamente, proprio come si farebbe con la propria casa. L’importante, come sempre, sarà scegliere i modelli “giusti”, magari evitando di fidarvi del vostro naso e confrontandovi con gli esperti che troverete nei club di appassionati di auto d’epoca. Ecco alcuni esempi per giovani (e non) amatori.

– Da 6.000 a 8.000 euro – Porsche Boxster 986 – Lanciato nel 1996, il Boxster originale sta diventando un classico moderno a sé stante. Si trova anche a circa 6.000 euro con un chilometraggio alto, ma un buon intervento nella meccanica e nella carrozzeria potrebbe ripagare subito l’investimento con un aumento di valore, ma dato che gli esemplari in circolazione sono diverse migliaia, non c’è da aspettarsi lo stesso apprezzamento ottenibile acquistandone una con chilometraggio basso, che invece garantisce una buona tenuta del prezzo nel tempo e una maggiore “liquidità” nel mercato, ossia la possibilità di realizzare rapidamente il passaggio di mano da un proprietario all’altro.

– Da 8.000 a 12.000 euro – Fiat 500 (originale) – Fino a tre anni fa, per una Fiat 500 leggermente sporca e mal tenuta chiunque avrebbe chiesto anche 6.000 euro; oggi la stessa auto ne varrebbe 8.000. A detta degli appassionati (soprattutto inglesi e americani, che ne vanno letteralmente matti), la Fiat 500 trasuda fascino e stile retro come poche altre, e come tutte le vecchie auto italiane la ruggine è il suo principale nemico; pertanto, è bene cercarne una che richieda un intervento minimo, perchè se ne trovano parecchie per le quali il solo costo di rimozione della ruggine richiede somme finanziariamente non convenienti. I modelli di Fiat 500 in ottime condizioni vengono venduti anche a 11-12.000 euro, e quelli eccezionali arrivano fino a 20.000.

– Da 12.000 a 15.000 euro – Jaguar XJS – L’XJS è uno dei modelli Jaguar dall’aspetto più classico, mescolando sportività con stile. I modelli più ricercati risalgono agli inizi degli anni Novanta, soprattutto quelli che incorporano parti del corpo in acciaio zincato. In un intervallo di prezzo compreso tra 12.000 e 15.000 euro, oggi ci si può aspettare di poter acquistare una coupé successiva al 1991, a condizione di controllare accuratamente il motore e, soprattutto, le condizioni del condensatore dell’aria condizionata, delle pale della ventola di raffreddamento e del radiatore (oltre alla ruggine, molto presente nei punti di sollevamento e nei sotto-telai della carrozzeria).

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