Dicembre 19, 2025

I mercati azionari possono correre per altri 12-24 mesi

Europa sostenuta da manifattura e banche. Rischio recessione lontano per gli USA, con tre aree di attenzione: l’indebitamento delle famiglie, la contrazione demografica e i multipli elevati nel settore AI.

di Alberto Conca, gestore del fondo Zest Quantamental Equity

L’attuale fase del ciclo economico presenta elementi di resilienza sia negli Stati Uniti sia in Europa, ma anche qualche segnale che richiede un monitoraggio attento. Il contesto macroeconomico favorevole e gli stimoli fiscali ancora presenti potrebbero tuttavia sostenere i mercati per ulteriori 12–24 mesi. 

L’economia americana continua a muoversi con buona inerzia: il GDP Now della Fed di Dallas resta stabile attorno al 2,5%, le vendite retail mantengono una dinamica positiva e il tasso di disoccupazione, sebbene leggermente più alto, rimane lontano dai livelli che storicamente hanno anticipato una recessione. Tuttavia, le famiglie economicamente più deboli stanno iniziando a faticare a ripagare i debiti legati alle carte di credito e ai prestiti auto. Il contesto, però, rimane sotto controllo, con i tassi di default su livelli storicamente bassi. Sul fronte aziendale, il quadro è decisamente più rassicurante: nonostante l’incertezza su dazi e tensioni geopolitiche, i margini delle imprese restano su livelli storici elevati, mentre l’Interest Coverage Ratio conferma un’ottima capacità delle aziende di coprire gli interessi sul debito.

Anche in Europa il tono rimane costruttivo. La ripresa del settore manifatturiero, guidata soprattutto dalla Germania, si sta consolidando, mentre la crescita salariale e la fiducia dei consumatori continuano a mostrare resilienza. Un mix che contribuisce ad attenuare parte delle preoccupazioni accumulate negli ultimi anni. A questa resilienza si aggiunge il settore bancario, oggi probabilmente uno dei punti di forza del sistema economico. Il Reserve Coverage Ratio delle banche statunitensi segnala riserve abbondanti rispetto alle perdite attese: un “cuscino” ampio abbastanza da assorbire eventuali shock. Le banche europee presentano metriche ancora più solide, complice il regime regolamentare più severo imposto dalla BCE.

Negli ultimi anni tutte le principali industrie di mercato hanno beneficiato di tassi bassi, globalizzazione, agevolazioni fiscali e maggiore efficienza energetica. L’espansione dei margini è dunque stata diffusa e strutturale e non si è limitata al settore tecnologico. Esiste però una dinamica di lungo periodo che potrebbe pesare sul ciclo nei prossimi anni: la demografia. La politica restrittiva sull’immigrazione clandestina adottata dall’amministrazione Trump ha rallentato significativamente la crescita della popolazione e oggi l’aumento demografico complessivo è meno della metà rispetto a 15 anni fa, intorno allo 0,35% annuo, con un impatto negativo su consumi e mercato immobiliare: negli Stati più esposti al calo dell’immigrazione, le vendite retail risultano in flessione e la minore domanda di alloggi sta raffreddando i prezzi degli affitti. Un effetto collaterale che contribuisce al rallentamento dell’inflazione.

Relativamente alla tecnologia, secondo Empirical Research l’intelligenza artificiale potrebbe aumentare i margini delle società dell’S&P500 di circa mezzo punto percentuale: un contributo positivo ma non sufficiente, almeno per ora, a giustificare da solo le valutazioni elevate delle aziende più esposte al tema AI, soprattutto considerando i costi elevati e i ricavi ancora limitati. Il mercato nel suo complesso non appare eccessivamente sopravvalutato rispetto alle serie storiche: lo sono soprattutto le mega-cap, che tuttavia negli ultimi anni hanno registrato una crescita superiore, margini elevati e robusti cash flow. Se il ciclo dovesse seguire traiettorie simili a quelle dei due lunghi cicli positivi 1982–2000 e 1949–1968, ci sarebbe ancora spazio per salire nei prossimi 12–24 mesi, in virtù di un contesto macroeconomico favorevole e di stimoli fiscali ancora presenti. 

L’incognita principale rimane l’Intelligenza Artificiale, con i multipli del settore tech particolarmente elevati, che rappresentano il principale punto di vulnerabilità nel caso di una revisione delle aspettative degli investitori sull’AI. Infine, il nostro modello interno indica un Equity Risk Premium (ERP) implicito di appena 0,09%: in altre parole, l’S&P500 offre un rendimento atteso decennale di circa il 4,20% annuo, molto vicino al Treasury a 10 anni (4,11%) ma con volatilità significativamente superiore. Eppure, nonostante un premio per il rischio così contenuto, il contesto macro e le politiche fiscali in atto consentono di mantenere una visione costruttiva sull’azionario per il futuro prossimo.

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