Outlook 2026, ecco i possibili scenari per i mercati globali. Cosa ci dobbiamo aspettare
Analisi per il nuovo anno delle prospettive macroeconomiche, politiche monetarie, valute, materie prime, indici azionari e criptovalute, più una selezione di titoli globali chiave.
Di David Pascucci – XTB
Nell’ultimo scorcio del 2025, i mercati appaiono ancora fortemente influenzati da incertezza geopolitica, politica monetaria in transizione e accelerazione degli investimenti in tecnologie AI, con il 2026 descritto come anno di “verifica” per valutazioni azionarie e scenari macro.
Sul fronte statunitense, la Federal Reserve è impegnata in un graduale allentamento monetario dopo aver riportato l’inflazione sotto il 3%, ma costretta a muoversi in modo prudente per l’incertezza generata dalla politica commerciale del presidente Donald Trump. L’inflazione USA è sicuramente in rallentamento, ma non è ancora “vinta”, con la possibilità di un soft landing nel 2026 supportato da un mercato del lavoro meno tirato, da guadagni di produttività legati all’uso dell’IA e da eventuali revisioni o sospensioni dei dazi da parte della Corte Suprema.
Nel 2026, l’economia europea entra in una fase di cauto ottimismo, con crescita moderata, ma ancora frenata da debole domanda interna, ritardo negli investimenti in R&S e forte dipendenza dal credito bancario. Da sottolineare il ruolo dei programmi UE per colmare il divario di innovazione e il peso di fattori politici e fiscali come principali rischi al ribasso per crescita e fiducia degli investitori. Relativamente alle valute e ai tassi di interesse, per l’EURUSD l’apprezzamento dell’Euro nel 2025 è stato trainato dalla debolezza del dollaro e dalla percezione della valuta europea come parziale valuta rifugio, con prospettive di ulteriore sostegno in caso di divergenza più marcata tra una BCE relativamente stabile e una Fed più espansiva. Tra i rischi, vengono evidenziati stagnazione prolungata nell’Eurozona, nuovi tagli BCE sotto il 2% e un indebolimento della fiducia nel debito europeo, che potrebbero comprimere i rendimenti relativi e la forza dell’euro.
In questo scenario, l’oro è stato un asset in forte ascesa nel 2025, con rialzi di prezzo record, quota in crescita nelle riserve delle banche centrali e particolare ruolo della Cina, in un contesto di de-dollarizzazione e ricerca di beni rifugio. Per il petrolio, la view di base è di eccesso di offerta nel 2026 con possibile discesa verso 50 dollari al barile; scenario, questo, che può tuttavia essere ribaltato da shock geopolitici e da eventuali restrizioni più severe sulle esportazioni russe.
I mercati azionari globali, invece, nel corso del biennio 2024-2025 sono stati caratterizzati dal rally dei titoli legati all’intelligenza artificiale, che potrebbe essere paragonato alla bolla dot-com pur avendo fondamentali molto più solidi e multipli medi inferiori rispetto alla fine anni ‘90. Tuttavia, persiste il rischio di correzioni in alcuni settori e il 2026 potrebbe rivelarsi il “momento della verità” per verificare se utili e margini sapranno giustificare gli ingenti investimenti in data center e infrastrutture AI. Le società strategiche, nei rispettivi settori, sono le seguenti: Palo Alto Networks e CyberArk nella cybersecurity, ASML nella litografia avanzata e semiconduttori, SMCI nelle infrastrutture AI, Alphabet come pilastro dell’infrastruttura digitale, LVMH nel lusso europeo e MP Materials nelle terre rare strategiche USA.
Per il mercato crypto, il 2025 è stato un anno di consolidamento per Bitcoin e di crescente centralità per Ethereum, grazie al ruolo dominante nelle applicazioni reali di blockchain e nella tokenizzazione degli asset. Il 2026 rappresenta un potenziale inizio di un ciclo in cui Ethereum potrebbe rafforzare il proprio peso relativo rispetto a Bitcoin nel lungo periodo, favorito da adozione istituzionale, quadro regolamentare più chiaro e caratteristiche intrinseche del protocollo (staking e potenziale componente deflazionistica).
Relativamente all’Italia, la sua economia è tra le più solide dell’area euro, con inflazione compresa tra l’1% e il 2%, disoccupazione ai minimi dagli anni ’80 e un mercato obbligazionario molto appetibile a livello europeo. Il FTSE MIB è stato infatti uno dei migliori indici europei nel 2025, trainato soprattutto dal settore bancario e da singoli titoli come Telecom, Iveco, Leonardo e Italgas, pur restando elevata la sensibilità rispetto all’andamento dei mercati statunitensi e delle grandi tech americane.

David Pascucci
Guardando al futuro, il 2026 potrebbe essere influenzato dal peggioramento delle dinamiche del mercato del lavoro su scala globale. Dopo l’arresto delle politiche monetarie espansive nel 2025, dovuto in gran parte all’inflazione globale alimentata artificialmente dai dazi, è probabile che il prossimo anno vedrà un proseguimento degli aggiustamenti iniziati tra Q1 e Q2 2025, con impatti importanti sulle strategie delle banche centrali e sul comportamento degli investitori. Su tutto, l’attenzione rimane costante sul settore azionario AI, dove titoli come Nvidia ed Apple oggi superano i 4.000 miliardi di dollari di capitalizzazione, Alphabet (Google) e Microsoft si trovano sopra i 3.000 miliardi di dollari mentre Amazon sopra i 2.000 miliardi di dollari (solamente Meta è a 1.500 miliardi di dollari). Per fare un confronto utile a capire il livello di capitalizzazione di queste aziende, quella di Nvidia supera l’intero debito pubblico italiano…











