Aprile 19, 2024

Investire ai tempi del Coronavirus: nervi saldi e spirito di adattamento. Si muore ma…“niente di serio”

I consulenti finanziari ed i private bankers  dovranno trasmettere ai risparmiatori il giusto spirito di adattamento alle circostanze che, in un’epoca di tassi negativi, è l’unica strada da intraprendere per ottenere performance superiori allo zero.

Editoriale di Alessio Cardinale

I lettori che hanno visto il fortunato film “Tre uomini e una gamba”, primo grande successo cinematografico del trio Aldo, Giovanni & Giacomo, certamente ricorderanno la battuta in cui Giacomo, alla domanda della protagonista femminile di cui si era innamorato – Marina Massironi, che chiedeva se si sarebbe sposato di lì a qualche giorno – rispondeva “sì ma…. niente di serio!”. Trasponendo la scena di quella pellicola nel mondo della consulenza finanziaria, sono molti gli investitori che, da qualche giorno, stanno chiedendo ai propri consulenti se, di lì a breve, i propri risparmi potrebbero perdere qualcosa per via degli effetti del Coronavirus sull’economia mondiale; ebbene, nessuno potrà negare che, a tutti costoro, si sta rispondendo più o meno allo stesso modo: “…state tranquilli, ci sarà qualche giornata negativa, ma i vostri risparmi sono al sicuro.…”.

In pratica, è come affermare “potrebbe crollare l’economia mondiale ma…. niente di serio!”.

E mentre ci si sforza di somministrare pillole di fiducia, le borse crollano e – ciò che è peggio per il tanto decantato ottimismo – le notizie sulla diffusione del virus vengono aggiornate dai media in tempo reale. Pertanto, è consigliabile aggiornare in tempo reale anche le proprie modalità di trasmettere ottimismo, perché mentre i consulenti lavorano, i clienti pensano.

L’italietta pervasa dal benaltrismo a tutti i costi, purtroppo, ha manifestato tutta la sua mediocrità anche in questa occasione, preferendo permettere al Paese di raggiungere il primato europeo del contagio “politicamente corretto” (e più di 100 morti, al momento, ma il conteggio si aggiorna ora dopo ora), pur di procrastinare le necessarie misure di sicurezza che, senza osservare questo “doveroso” ritardo, molti idioti della politica avrebbero certamente fatto passare per una pratica antisemita o razzista verso gli “untori” stranieri.

A parte i rischi per la popolazione, il risultato per i mercati è sotto gli occhi di tutti; e così l’Ftse MIB affonda (-5% solo nella mattinata del 24 Febbraio, poi altrettanto nei giorni successivi), e trascina con sè i comparti fondamentali del lusso, dell’industria e del risparmio gestito (Azimut -8,7% e Finecobank -8,2%). Anche in Europa e USA le sedute sono in forte calo: Londra, Parigi, Francoforte e New York lasciano sul terreno una decina di punti, con oscillazioni pazzesche da un giorno all’altro. Lo spread tra Btp e Bund è schizzato subito in su, con i Btp che fanno peggio anche dei titoli greci.

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Le misure di emergenza attuate per contenere la diffusione del virus stanno mettendo uno stop all’attività produttiva del Paese, tanto più grave quanto inaspettato fino a qualche giorno fa. La conseguenza sarà che il nostro misero PIL registrerà una variazione negativa nel primo trimestre del 2020, dopo il calo del quarto trimestre 2019 (-0,3%). E’ un vero peccato, si dirà, perché i progressi registrati in gennaio sul fronte delle attese di ordini e produzione avevano riportato il sistema in area espansiva; ma si trattava, a ben vedere, di progressi concentrati nel settore terziario, mentre quello manifatturiero (la Settimana della Moda milanese è stata disertata dal 50% dei buyer asiatici, e il Salone del mobile pare verrà spostato ad altra data)  soffriva già per le prime conseguenze della possibile epidemia sulle commesse dall’estero. Infine, ma non meno importante, bisognerà fare i conti con il mancato arrivo dei turisti cinesi (numerosissimi in Italia), ed anche i turisti delle altre nazioni, se il contagio si espanderà, ci penseranno su prima di prenotare mete italiche per le loro vacanze.

Questo lo scenario che, al contrario delle grottesche battute sulla sicurezza dei propri risparmi (fino a qualche anno fa lo si diceva anche per le case, il cui valore “era destinato a crescere sempre”), raccomanda innanzitutto una corretta informazione agli investitori, nervi saldi e, per chi è molto liquido, l’opportunità di entrare gradualmente in un mercato “a sconto”, soprattutto quando il c.d. panic selling sarà finito.

E’ proprio così: i consulenti dovranno trasmettere ai risparmiatori questo spirito di adattamento che, in un’epoca infinita di tassi negativi, è l’unica strada da prendere per fare performance superiori allo zero. Qualcuno dirà che basare gli investimenti sul “time to buy” non sia mestiere del consulente, ma qualcun altro dovrà pur dire, ai clienti, che sfruttare il principio applicato ai programmi di accumulazione vale anche per gli importi di taglio medio elevato, investititi sfruttando con ragionevolezza i movimenti improvvisi di ribasso dei mercati. E’ ragionevole pensare, infatti, che le contromisure per fronteggiare il virus riusciranno a debellarne gli effetti in poche settimane (massimo due mesi), e che tenersi pronti ad aumentare un po’ la soglia di rischio del proprio portafoglio sia una buona mossa.

In definitiva, la diffusione del Coronavirus potrebbe portare il mondo verso una diffusa recessione, ma sappiamo che le recessioni non durano per sempre. Anche la Grande Depressione, così come la crisi innescata nel 2007-2008, si sono concluse per quasi tutti i paesi (Italietta esclusa, ovviamente), e le aziende di qualità superano sempre le congiunture negative, permettendo di presentarsi agli investitori con prezzi scontati.

In circostanze come queste, abbiamo bisogno di ricorrere al passato per trovare una guida; e così, ci vengono in aiuto le citazioni più significative di personaggi che hanno fatto la storia dei mercati e dell’economia capitalistica. Benjamin Graham, per esempio, ebbe a dire che “In una vecchia leggenda, i saggi hanno finalmente bollato la storia delle questioni mortali in una sola frase: anche questa passerà“.  Baron Rothschild, dal canto suo, pronunciò la famosa frase “il momento di comprare è quando il sangue scorre nelle strade“. Warren Buffett, oggi ancora vivo e vegeto, disse qualche anno fa: “bisogna essere timorosi quando gli altri sono avidi, e avidi quando gli altri sono timorosi“.

I risparmiatori non sono tutti dei piccoli Warren Buffett (che, per inciso, è gonfio di liquidità), e così anche i loro consulenti, ma se hanno liquidità in conto corrente è ora di cominciare a seguirne l’esempio.

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